Chronik | Giustizia

“Promesse non mantenute, ora basta”

Palazzi fatiscenti, concorsi mancati e ritmi di lavoro al limite. L’anno giudiziario si inaugura con la minaccia di scioperi negli Uffici di Trento, Rovereto e Bolzano.
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Foto: Suedtirolfoto/O. Seehauser

Sono passati due anni da quando l’Associazione nazionale magistrati, per protesta contro la Regione che ha delega alla giustizia, annunciò le dimissioni in blocco per protestare contro le promesse non mantenute in materia di turnover del personale, dei mancati concorsi e della mancata formazione, ma anche a causa delle fatiscenti condizioni in cui versano i palazzi di Giustizia di Trento e Bolzano. Siamo all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2022, avvenuta durante il weekend appena concluso e da allora poco, se non nulla è cambiato: la FLP (Federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche) denuncia il peggioramento delle condizioni ambientali degli Uffici e del benessere organizzativo.

Gli Uffici Giudiziari di Trento e Bolzano lamentano una carenza di organico di almeno 100 unità di personale che deve essere colmata immediatamente pena il collasso del sistema giustizia

A causa della grande carenza di organico e della grandissima mole di lavoro i lavoratori e le lavoratrici sono in ginocchio, sostiene il sindacato parlando di un “clima difficile ed esplosivo, peggiorato da due anni di pandemia”, in cui funzionari, cancellieri, operatori vengono costretti a doppi, se non tripli lavori e ad essere sempre “presenti in Ufficio” (a differenza delle altre Amministrazioni che hanno potuto garantito la possibilità di smart-working) per garantire il regolare svolgimento dei processi e il regolare funzionamento degli uffici. In alcuni Uffici si registrerano carenze di organico che arriverebbero persino al 40-50% del personale amministrativo.

Ad oggi, gli Uffici Giudiziari di Trento e Bolzano lamentano una carenza di organico di almeno 100 unità di personale che deve essere colmata immediatamente pena il collasso del sistema giustizia - denuncia la FLP in una nota -. Nel contempo chiediamo che si assumano i numerosi precari in servizio che stanno contribuendo a mandare avanti gli Uffici giudiziari. Non basta - sottolinea - l’assunzione di qualche impiegato, fatta con il contagocce a seguito di richieste di mobilità da altre Amministrazioni. Senza formazione, senza affiancamento e senza uno specifico bagaglio professionale per il mondo della Giustizia, solitamente il neo assunto è pronto a ritornare da dove è venuto non appena si rende conto del luogo dove è capitato. Non basta - prosegue ancora la Federazione - un concorso per 25 unità di assistenti giudiziari, durato oltre due anni, sbandierato come la panacea di tutti i mali per risollevare le sorti degli Uffici, mentre negli ultimi mesi si è perso almeno il doppio del personale, per sopraggiunti limiti d’età o altro. Stigmatizziamo l’istituzione della famigerata Agenzia Regionale per la Giustizia, promossa dal consiglio regionale nel dicembre 2020 con l’intento di gestire gli Uffici Giudiziari e che finora non ha brillato per proposte e concretezza, anzi”.

Ci risulta un accumulo spaventoso di arretrato in tutti i processi lavorativi

Secondo la FLP sono necessari interventi strutturali necessari a riconsegnare ai tribunali di Trento, Bolzano e Rovereto i vertici delle classifiche nazionali ed europei, in materia di efficienza e durata media di definizione dei processi che, prima della delega sulla giustizia alla Regione Trentino Alto Adige. si attestavano tra i 18 ed i 24 mesi. 

Ci risulta un accumulo spaventoso di arretrato in tutti i processi lavorativi. Esso crea ansia e preoccupazione tra i dipendenti per le responsabilità personali che gravano su ognuno di loro. Accusiamo anche il grave ritardo per espletare il concorso di 79 funzionari da destinare all’Ufficio per il processo del distretto della Corte d’Appello di Trento”, conclude la FLP intenzionata a promuovere assemblee e dibattiti negli Uffici giudiziari delle tre città per proporre la proclamazione dello stato di agitazione e possibili azioni di rivendicazioni, fino a un vero e proprio sciopero dell’intero settore.