Garage
Foto: upi
Gesellschaft | Finferli e nuvole

E adesso cosa si fa?

Dopo aver letto le notizie, fatto colazione, finito con le videoconferenze, sbrigato le faccende quotidiane, bisogna inventarsi qualcos'altro.

“E adesso che cazzo si fa?” Una frase così la si può solo pensare, perché siamo qui in casa tutti assieme. E adesso?, si dice allora, che cosa si fa? Sono le dodici di mattina e ormai tutto è fatto. Le notizie in internet, la colazione, i denti, la barba, le videoconferenze e i compiti a distanza. Il sugo alle olive è pronto e il cane già pisciato. Abbiamo anche rimosso la ragnatela storica tra la cappa e il tiretto.

La tavola è preparata con un'attenzione e una lentezza inaudita. Il pranzo, però, spazzolato troppo in fretta.

Alle due i ragazzi sono già allo sbando. Cliccano, uozappano. Dal salotto sento una voce: ok google, adesso mettimi su FSK “Ansia no”! Ok google, mettimi su “Highest in the room” di Travis Scott. Ok google, come si chiama il mio cane? Google incredibilmente risponde: mi hai detto che il tuo cane si chiama Naida.

La risposta è esatta.

Forse è il caso di bersi una birra. E invece no. Prevale un sentimento calvinista. Ci viene l'idea più malsana dell'anno: rimettere in ordine il garage. L'operazione, rimandata per mesi, adesso ci pare ineluttabile.

Il garage è un ricettacolo di polvere e caos. Iniziamo dal primo scaffale in basso. Da scatole ragnatelate a tutto tondo emergono foto antiche. Persone dimenticate e relazioni che oggi crediamo impossibili. Eppure quel sorriso in spiaggia ci ricorda tutta una storia. Un nome, una strada tra i cipressi, il sapore di spaghetti allo scoglio sul lungomare di Forio. Un pezzo di vita andato che non tornerà mai più. È il caso di continuare? No, non è il caso. Via la nostalgia, il rammarico e il rimorso.

Passiamo ai cd.

I cd sono tanti, quasi tutti taroccati. Comprati a San Pietroburgo e a Odessa. Un euro l'uno, più o meno. Alcuni fantastici, altri che mai e poi mai riascolteremmo ancora. Tra le mani impolverate ci capita una copertina assurda. “”Omertà, Onuri e Sangu. La musica della mafia”. Con pezzi, tra gli altri, che si chiamano “Nun c'è pirdunu”, “Li carciri”, “Tira la pinna”. Cos'è? Com'è finito lì? Non possiamo averlo comprato noi. Forse un regalo, uno scherzo....lo sotterriamo in fondo. Dopo un paio d'ore di lavoro che non si vede il risultato, torniamo in superficie. In mano teniamo “Sandinista” dei Clash e “La cura” di Battiato. Li ascoltiamo da cima a fondo.

Poi, attorno alle dieci di sera, la giornata finisce. Domani, lo sappiamo, sarà uguale. Altri se la passano molto peggio.