Kultur | Salto Summer Serie

Vicende venostiane

Prima​ ​delle​ ​mele​ ​​c’erano ​la​ ​povertà e​ ​la​ ​migrazione ​​dei giovani​ ​in​ ​Svevia. ​​La ricchezza della Val Venosta arrivò tardi.
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Foto: provincia.bz.it

Fino a pochi decenni fa la Val Venosta era caratterizzata dalla povertà: I masi erano piccoli, i terreni coltivabili rendevano poco. In molti casi la povertà delle famiglie contadine era tale da costringere i genitori a mandare i loro figli all’estero, in Svevia, in cerca di lavoro. I cosiddetti ​Schwabenkinder​, i bambini svevi partivano ogni anno a marzo, percorrendo un cammino lungo e pericoloso. All’arrivo in Svevia si radunavano al mercato, dove venivano “acquistati” dai contadini svevi. Fino ad ottobre lavoravano nei campi, nelle stalle o in casa: gli orari lavorativi erano durissimi, le condizioni di vita pessime. ​​Ma​ ​la​ ​paga​ ​assicurava​ ​la​ ​sopravvivenza​ ​delle​ ​loro​ ​famiglie​ ​rimaste​ ​in​ ​Val​ ​Venosta. 

“Quanto​ ​costa​ ​il ​ ​ragazzino?”

Casi isolati di emigrazione verso la Svevia continuano ad essere documentati fino agli anni ’70. Più di mezzo secolo dopo il Museo​ ​Venosta​ ​a​ Sluderno​ ​ha​ ​creato​ ​una​ ​mostra​ ​dedicata​ ​a​ loro. ​  

In una seconda mostra il museo presenta un altro episodio della storia della Val Venosta, una delle massime conquiste degli uomini di questa valle, che ha migliorato notevolmente la vita in Val Venosta e​ ​che​ ​ha​ ​reso​ ​possibile​ ​la​ ​ricchezza​ ​dei​ ​giorni​ ​di​ ​oggi: ​ ​l’invenzione​ ​dei​ ​canali​ ​irrigui, ​i​ Waale​. 

“L’acqua​ ​è​ ​cultura.”

La Val Venosta è arida, le precipitazioni sono scarse e non basterebbero per l’irrigazione agricola. La valle però possiede grandi riserve di acqua in forma di ghiacciai. Attraverso il duro lavoro, con mezzi ristretti e tecniche semplici i venostani hanno costruito canali d’acqua che portavano l’acqua dai ghiacciai in ogni parte della valle. L’esposizione WasserWosser​ (acqua per irrigare) racconta la storia dei​ ​Waale, ​​dall’antico​ ​sistema​ ​di​ ​canalizzazione​ ​fino​ ​alle​ ​soluzioni​ ​moderne.

Alcuni scavi effettuati nell’Ötztal hanno appurato l’esistenza di irrigazioni artificiali sin dall’età del bronzo. Infatti proprio dietro il museo a Sluderno si trova il sito archeologico Ganglegg​ ​, dove le prime tracce dell’uomo risalgono all’età del rame. Nel periodo dei Reti l’insediamento sul Ganglegg è arrivato alla sua massima espansione e per alcuni secoli era addirittura la​ capitale dell’alta Val Venosta! Ritrovamenti come punte di freccia, una spada celtica, una chiave romana a testa di un leone e​ ​tanti​ ​altri​ ​tesori​ ​esposti​ ​al​ Museo​ ​Venosta​​ ​mostrano​ ​l’importanza​ ​dell’insediamento​ ​sul​ ​Ganglegg. 

Uno dei ritrovamenti più affascinanti e straordinari sono delle ossa di animali con delle incisioni di caratteri alfabetici. Sappiamo che si tratta dell’alfabeto nord-etrusco che deriva da quello etrusco e compare nel territorio retico attorno al 500 a.C. Il significato delle parole incise però rimarrà per sempre​ ​un​ ​segreto.

Il sito Ganglegg, la storia dei bambini svevi e i Waale sono tre episodi determinanti della storia della Val Venosta che vengono visualizzati dal ​Museo Venosta tramite un percorso moderno ed interattivo. Il museo è anche il punto di partenza per un’escursione che si snoda lungo i canali irrigui antichi fino al​ ​parco​ ​archeologico​ ​Ganglegg. 

www.vintschgermuseum.com
(Salto in collaborazione con: Ripartizione Musei della Provincia autonoma di Bolzano)