Il museo nella cripta
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Kultur | Avvenne domani

Una storia che ricomincia

Nella cripta del Monumento

Una buona notizia: riapre, dopo un lunghissimo periodo di chiusura per l’effetto combinato della pandemia e della statica traballante del manufatto piacentiniano, il percorso storico che illustra le vicende altoatesine nell’epoca delle dittature fascista e nazionalsocialista allestito nella cripta del Monumento alla Vittoria di Bolzano.

Da oggi, con tutte le cautele imposte dai tempi in cui viviamo, possono riprendere le visite ai vari ambienti, per i quali si è provveduto, in questo lungo periodo di chiusura, anche al rifacimento di alcune parti espositive. I noti guai che affliggono il rivestimento esterno dell’arco marmoreo impediscono, per ora, la visita all’area esterna.

Inaugurato nell’estate del 2014, il percorso rappresenta, in solido con la demistificazione del carattere originario del monumento, ottenuta con l’apposizione di un anello luminoso ad una delle colonne, il risultato principale di un lungo e tormentato processo di storicizzazione dei simboli che il fascismo ha lasciato nella città di Bolzano. Non ci si è limitati a dare un segno esteriore del processo di contestualizzazione storica, ma si è voluto mettere a disposizione del pubblico più vasto una traccia di memoria di quei decenni duri e drammatici. Un percorso contrassegnato dall’utilizzo intelligente delle più moderne tecniche di esposizione museale, capaci di rendere interessante, senza banalizzarlo, un tema difficile che però può attrarre l’attenzione anche del turista in visita a Bolzano per alcune ore e curioso di conoscere gli avvenimenti storici che hanno segnato questa terra.

Mi piace pensare che con questa riapertura si crei un legame stretto con un altro percorso, quello allestito in piazza Magnago in occasione dei cinquant’anni della seconda autonomia altoatesina. Sono due racconti che, sia pure in maniera diversa, vengono di intrecciarsi in un’unica narrazione storica e che possono essere illustrati soprattutto ai giovani per i quali è fondamentale la conoscenza della storia della terra in cui vivono.

Non è mai facile realizzare operazioni del genere in Alto Adige, in un contesto nel quale la storia è parsa per molto tempo come un magazzino dove i fatti e le memorie venivano accatastati alla rinfusa e nel quale chiunque pescava a piene mani, prelevando solo quel che gli serviva a sostenere posizioni estreme e contrapposte, dimenticando il resto. Solo in tempi più recenti una generazione di studiosi scevra da faziose parzialità ha cominciato a costruire un racconto che nasce dall’analisi dei fatti e dal confronto tra le diverse letture di essi. Da questi lavori prendono vita anche operazioni come quella del Monumento o quella del percorso sull’autonomia. Le critiche sono arrivate puntuali nell’uno e nell’altro caso, ma il valore aggiunto di queste iniziative supera di gran lunga gli aspetti controversi, le parzialità, le assenze vere e presunte.

Il percorso del Monumento riapre. Un’ottima occasione per chi non l’ha mai visto o per chi vuole rinfrescare una memoria che ha costante bisogno di essere rinnovata.