Politik | Le reazioni

“Il Pd è malato di maschilismo”

Mazzardis e Piccinotti sulla polemica nata intorno alla decisione di Renzi di creare un “Dipartimento mamme”. E sui social scatta l’ironia.
Renzi
Foto: upi

L’avanspettacolo della polemica targata Pd questa volta si concentra su semantica e luogocomunismo. La spinosa questione riguarda il cosiddetto “Dipartimento mamme”, uno dei 40, guidati da 20 uomini e 20 donne, che serviranno, assicura il segretario nazionale Matteo Renzi, a riorganizzare la struttura del partito in vista delle prossime elezioni politiche. Se da una parte c’è chi afferma che iniziare a chiamare i problemi con il loro nome è il primo passo per risolverli, dall’altra il diluvio di critiche ha riempito rapidamente il serbatoio dei social. Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia ed esponente del partito democratico, twitta: “Un dipartimento mamme manco nella Dc anni ’50 era sorto. Regressioni culturali”; la conduttrice radiofonica Loredana Lipperini parla di “passatismo puro”. Non mancano anche i commenti ironici: “#machedavero han fatto il #DipartimentoMamme? no, dico, e il Comitato suocere?”. E ancora: “Il #dipartimentomamme del @pdnetwork organizza corsi di: Cucina, Taglio e cucito, Guida Come far felice il marito, Obbedienza”. C’è anche chi “anticipa” il “Primo comunicato: del ‘dipartimento mamme’ del Pd: Gli iscritti che hanno pranzato alle 13 niente bagno fino alle 16, il gelato vedremo”.

 

Un certo sdegno per l’iniziativa Pd - che difende la sua scelta: “Bisogna intendere la maternità non solo come fatto privato, ma come di una scelta che incide anche sul pubblico: un partito e una politica che vogliano coniugare modernità e diritti non possono non riflettere sul tema della maternità” - all’interno dello stesso partito, si fa sentire anche a livello locale e “intergenerazionale” con le prese di posizione della pasionaria Nadia Mazzardis (ma non chiamatela veterofemminista) e della renziana della prima ora, la giovane Ilaria Piccinotti. La prima parla di “notizia agghiacciante” e ricorda: “Ci sono voluti tanti anni di ricerca e studio, a cui ho fra l'altro partecipato, per capire che la soluzione al tema della conciliazione è cominciare a parlare di condivisione e genitorialità, e lavorare culturalmente anche sulla responsabilità dei padri”. Dopo la battaglia sui diritti civili, fiore all’occhiello del governo Renzi, aggiunge Mazzardis, questo sembra quasi un contrordine e significa calpestare il lavoro fatto fino a questo momento. “Posso capire tuttavia la ‘buona fede’ nel voler riconoscere un problema che esiste e cioè la difficoltà dell’essere mamme nella società di oggi che continua peraltro ad abbinare le donne alla loro funzione riproduttiva, quando avere figli dovrebbe essere una libera scelta”, sostiene la vicesegretaria provinciale del Pd. 

A capo del famigerato dipartimento ci sarà la deputata Titti di Salvo, “mi stupisce che sia proprio lei a guidare la nuova struttura, conosco bene Titti, è una delle promotrici di Se non ora quando, e con lei abbiamo condiviso idee di tutt’altro stampo”, così Mazzardis che commenta anche il presunto squilibrio nell’assegnazione delle ‘deleghe. Agli uomini andranno ad esempio giustizia, sviluppo economico, sanità, infrastrutture alle donne invece, a parte i settori importanti come la scuola e il lavoro, sono affidati incarichi di 'poco peso'. “Il Pd è un partito malato di maschilismo, basta guardare alla nostra realtà locale, a Bolzano siamo riusciti a eleggere una sola donna, Monica Franch e per il resto quasi tutti gli amministratori sono di sesso maschile, se le donne in Italia non fanno politica è perché in una coppia che lavora fuori casa impiegano 40 minuti al giorno in più degli uomini in lavoro domestico. 40 X 7 fa 280 minuti settimanali, equivalenti a 2 assemblee provinciali Pd”. In sintonia Piccinotti: “Le parole sono sostanza”, afferma riprendendo quasi un vecchio refrain morettiano. “La nostra generazione è cresciuta con l’idea che la genitorialità appartenga sia alla madre che al padre, allora mi chiedo: che messaggio si diffonde in questo modo? Sarebbe stato più corretto, a mio avviso, chiamarlo dipartimento conciliazione famiglia-lavoro, perché così mi pare un arretramento dal punto di vista culturale anche se l’intenzione non sarà stata certamente questa. Ritengo - conclude - che il partito stia vivendo una fase confusa iniziata dal post-referendum, mi auguro che dopo l’estate quando ci si avvierà verso la campagna elettorale si chiariscano idee e messaggi che per il momento non sembrano guardare affatto al futuro”.

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alfred frei Di., 25.07.2017 - 16:11

fra i 40 dipartimenti ci saranno sicuramente le sezioni per
riscoprire la sinistra, cacciare i ladri e i corruttori, neutralizzare i posti self-service e gli uffici di collocamento, ristabilire la centralità del lavoro, riconsiderare i controlli sulle banche, dare un nuovo signifcato alla partecipazione nel partito e alla distribuzione delle poltrone, ristabilire i contatti con il volantariato e le organizzazioni dei servizi sociali, più tempo per più giustizia sociale e meno per i tempi dell'individualismo sfrenato, rivalutare il valore della cultura, dell'istruzione, dell'ambiente, della salute, della ricerca, riconsiderare i significati esistenziali dell'uomo con una nuova scala delle priorità ecc. ...... e ........last but nont least ..............
trovare per Renzi una nuova occupazione dove possa esprimere il meglio di se

Di., 25.07.2017 - 16:11 Permalink