Politik | Countdown

“Come tifosi a una partita di calcio”

Antonio Gualtirolo, musicista, già direttore del distretto sociale di Laives, sulle ragioni del suo No al referendum del 4 dicembre.
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Foto: Facebook/Gualtirolo

“La campagna referendaria per la riforma costituzionale è stata una barbarie sia da una parte che dall’altra. Le ragioni del Sì e del No sono state spiegate in maniera poco chiara agli elettori, ed è sembrato di assistere quasi a una partita di calcio con le due tifoserie avverse. Io sono per il No, ma il mio non è un voto contro Renzi, perché non è affatto questo il mio intento. Il fatto è che ci troviamo di fronte a un bivio dove l’economia cerca sempre più di sostituirsi alla gestione della cosa pubblica, quando oggi si avrebbe bisogno di una maggiore presenza politica. Non credo, fra l’altro, che l’eventuale riduzione dei senatori costituisca un gran risparmio.

"Si è cercato il compromesso a scapito di una concordia e di una partecipazione più vasta"

Il problema è piuttosto quello del 'combinato disposto', se vince il sì, infatti, ci ritroveremo con una Camera sola che sarà eletta con una legge poco rappresentativa dei cittadini e che conferisce un potere molto grande al partito che vince le elezioni e questo è molto pericoloso per la democrazia. Con questo sistema le decisioni politiche sarebbero prese più rapidamente, ma dietro al discorso dell’efficienza c’è il fattore del controllo, sarà quindi più facile che vangano approvate alcune cose, anche discutibili. Certo, la riforma è frutto di un compromesso, ma è proprio questo compromesso che più di tutto si è cercato a scapito di una concordia, di una partecipazione più vasta, tanto è vero che il testo del referendum è inequivocabilmente prolisso e farraginoso. La riforma ha una base traballante e se dovesse passare non credo che si potrà continuare bene sulla strada che si vuole intraprendere”.  

 

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Massimo Mollica Mo., 28.11.2016 - 13:20

Se vince il NO invece dovremmo aspettare come minimo altri 10 anni dove nessuno governerà come si deve e abbonderà il qualunquismo.

Mo., 28.11.2016 - 13:20 Permalink