Politik | Volti nuovi?

Rossini, non Gioachino

Parla Emanuela Rossini, volto nuovo del PATT, la stella alpina trentina. Seconda dopo Schullian nel listino proporzionale: "Ho sempre sentito un impegno politico".
Emanuela Rossini
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La Volkspartei si allea in chiave regionale per le elezioni nazionali con il PATT, l'omonima stella alpina del Trentino, come ha già ben riportato Stefano Voltolini per i lettori di Salto. I partiti centristi della regione stanno finendo di oliare gli ingranaggi per le elezioni del 4 marzo e - alla stregua dei partiti nazionali - hanno scelto anche volti che provengono dalla "società civile" (ancora non si sa bene cosa intendano i partiti) e tra questi c'è Emanuela Rossini, candidata in un seggio dato per sicuro nel listino proporzionale, seconda candidata dietro Manfred Schullian, candidato dell'SVP.

La Rossini è nata a Pinzolo, nelle valli, ma vive tra Trento e Milano, per via degli impegni universitari come collaboratrice ed esperta di mediazione linguistica, senza contare gli impegni locali con il centro culturale Santa Chiara di Trento e la Trento School of Management.

salto.bz: Cosa ha provato quando è stata proposta come candidata in un seggio cosidetto "sicuro", soddisfazione o stupore?

Emanuela Rossini: Sento un doppio impegno e un grande onore, che di giorno in giorno diventa anche responsabilità nel sapere che su di me viene posta molta fiducia per un ruolo così importante. Poi, io credo nel voto quale momento in cui si stabilisce un patto di fiducia con le comunità ed è a questo patto che io vorrò poi rispondere.

Lei sente di venire da quella che oggi chiamano "società civile" o da un impegno politico più profondo?

Ho sempre sentito un impegno politico, in senso alto, in tutto ciò che ho fatto: dalla mia attività in università, per 20 anni, insegnando inglese presso la Facoltà di Scienze Politiche, al mio lavoro come consulente o membro in CDA di istituzioni pubbliche nel campo delle politiche culturali e dell’innovazione sociale, ho sempre lavorato cercando di rispondere ai cambiamenti e alle necessità che vedevo intorno a me. Il mio lavoro è sempre stato il mio modo di fare politica, trasmettere i miei valori e la passione che ho per il mio territorio e il mio paese.

Mi sono avvicinata poi alla politica e al PATT in questi ultimi anni perché mi sono sentita di farlo. Ciò che ha contribuito è stata anche la mia partecipazione alla Consulta per la riscrittura del nostro Statuto di Autonomia. Mi sono resa conto di quanta strada, come Trentino e AltoAdige-Südtirol abbiamo fatto insieme e di quanto c’è ancora da fare per mantenere la nostra autonomia una casa comune. Ho sentito una certa responsabilità, per età e anche come persona impegnata nella formazione e nella cultura. Questa prospettiva mi ha motivato ad entrare più attivamente in politica.

Lei ha detto di essere vicina ai valori del PATT, ovvero? Quali sono e come intende portarli a Roma, in parlamento?

Il PATT è un partito molto territoriale, che pone come condizione di fare politica l’ascolto delle istanze delle comunità e del territorio. Oltre a ciò, in questa ultima legislatura è stato dato un forte impulso dal nostro Presidente Ugo Rossi alla alleanza con Bolzano, costruendo insieme una prospettiva comune di lavoro all’interno di organismi transfrontalieri come l’Euregio e l’Eusalp, un idea di futuro per il Trentino e una dimensione di apertura europea in cui io credo fermamente.

Tutto ciò si traduce in un attività come deputata, se sarò eletta il 4 marzo, in sinergia con la delegazione SVP sulla questione della nostra Autonomia, per essere più incisi insieme nel difenderla ma anche valorizzarla ulteriormente. Il lavoro parlamentare sarà poi di portare in parlamento le istanze del nostro territorio, far comprendere cosa significhi vivere in una regione alpina di montagna, cosa significhi portare servizi in montagna rispetto alla pianura, mantenere servizi commerciali e sanitari su un territorio che, per sua conformazione, vede anche paesi decentrati in cui è difficile fare economia di scala; penso poi a come dare impulso e portare innovazione e lavoro qualificato sul territorio così che i nostri giovani possano immaginare il proprio futuro in Trentino.

Tutto ciò a me sta cuore e so che comporterà un lavoro culturale e tecnico insieme, oltre che tenere un forte dialogo tra Trento e Roma.

 

Lei viene descritta come candidata che è anche espressione del territorio. Come giudica la questione dei paracadutati, i quali espressione del territorio non sono? Stasera c'è la Boschi a Bolzano per ufficializzare la candidatura, crede sia un danno per il territorio stesso?

Ci sono candidati territoriali ma ci sono anche candidati che lavorano per lo stato, su questioni nazionali diciamo. Penso al senatore Tonini per noi in Trentino per esempio. Abbiamo bisogno di costruire alleanze a Roma.

Sulla questione del doppio passaporto, data l'alleanza SVP-PATT, la ritiene una scelta saggia o solo una mera provocazione politica? La Boldrini pochi giorni fa, a Bolzano, ha detto che vorrebbe un passaporto europeo...

L’appartenenza all’Unione Europea è più di un passaporto europeo. Ci offre servizi e supporti in tutti paesi membri (quello sanitario, riconoscimento dei titoli di studio, la protezione consolare) Noi siamo già cittadini europei.

Poi, rispetto al doppio passaporto onestamente non ho seguito il dibattito che è avvenuto qui in Alto Adige per parlarne. Posso dire che in tempi di campagna elettorale questioni così sensibili, perché toccano le identità culturali profonde delle persone, rischiano di non venire affrontate con la dovuta lucidità e misura.

C'è sintonia con la SVP? Lei e Schullian vi siete sentiti, dato che correte nello stesso listino?

C’è una sintonia d’intenti e una prospettiva di lavoro che ci aspetta, così come con gli altri candidati che in questi giorni ho incontrato. Ho sentito un bel clima incontrandoli e una voglia di coordinarsi tra di noi, integrando anche le nostre competenze. Con Schullian ho trascorso tutta la giornata di ieri.