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Un anno di Covid: cresciuta l’industria

Alto Adige, i dati da marzo 2020. Aumentano gli occupati anche nell’edilizia e nel sanitario. Il totale però è negativo: -6% di addetti, gennaio e febbraio 2021 a -10%.
Operaio, industria
Foto: Pixabay

Che impatto ha avuto la pandemia da coronavirus sull’economia e soprattutto sull’occupazione in Alto Adige? L’effetto depressivo è innegabile, dicono i dati dell’Osservatorio mercato del lavoro della Provincia di Bolzano, che certificano un calo del 6% degli occupati dall’inizio del marzo 2020 (una riduzione, secondo la Cna-Shv, mitigata dal blocco statale dei licenziamenti). L’emergere del virus nel febbraio 2020, la durezza del primo lockdown nazionale e internazionale sono storia nota, idem le successive chiusure a singhiozzo fino a quelle attualmente in corso (accentuate nei Comuni “super-rossi” causa varianti). Ma ci sono anche buone notizie. Il settore manifatturiero addirittura è cresciuto, con circa 250 dipendenti in più di un anno fa, e un trend simile si riscontra nell’edilizia e nel sociosanitario. Elementi che fanno ben sperare: il tessuto produttivo locale si è dimostrato “reattivo” alla crisi vista come cambiamento. “Alla stregua del resto d’Europa la nostra struttura economica e occupazionale sta cambiando. Dobbiamo affrontare questo sviluppo”, nota l’assessore Philipp Achammer.

 

Tempesta perfetta

 

Una prima stagione invernale dimezzata, quella 2019/2020, la successiva, 2020/2021, mai partita. Il turismo e la connessa ristorazione in Alto Adige hanno sicuramente affrontato per primi “le turbolenze non abituali sul mercato del lavoro altoatesino”, come le definisce l’Osservatorio lavoro della Provincia. Ma è tutta l’economia ad aver sofferto e a soffrire ancora. E “non possiamo fare a meno di nessuno dei nostri settori” afferma Achammer.

 

 

Numeri e segnali di reazione

 

“Nell’ultimo anno c’è da registrare un calo del 6% nel numero di occupati, con gennaio e febbraio di quest’anno che sono stati i mesi peggiori con un -10%”, riassume il direttore della Ripartizione lavoro Stefan Luther. “La maggior parte dei posti di lavoro sono stati persi nei ristoranti/bar e negli alberghi, nelle attività connesse e nei settori ad alta intensità di contatto. Tuttavia, e questo è di particolare importanza per il futuro, il mercato del lavoro altoatesino è stato molto reattivo negli ultimi mesi. I valori medi nascondono sviluppi notevolmente dinamici che danno certamente motivo di speranza” spiega Luther.

L’impatto su alberghi e ristorazione è impressionante. Ma ci sono anche segnali di reazione e speranza (Luther, Ripartizione lavoro)

 

 

Dove l’occupazione cresce

 

I dati aggiornati dell’Osservatorio del mercato del lavoro mostrano la stabilità del settore manifatturiero, il quale impiega attualmente circa 250 dipendenti in più rispetto a un anno fa. Uno sviluppo comparabile si sta verificando anche nell’edilizia, l’occupazione nell’agricoltura è anche solida, e c’è un leggero aumento nel settore socio-sanitario.

Notevole è l’aumento numerico dei contratti a tempo indeterminato e il dimezzamento della forza lavoro senza residenza in Alto Adige nelle prime settimane dell’anno in corso. “Naturalmente, la situazione nel settore alberghiero e della ristorazione, così come i settori di filiera che dipendono da esso, è impressionante” commenta Luther.

 

 

Dal punto di vista della politica del lavoro, secondo il dirigente, “il cambiamento può essere gestito se in Alto Adige vengono rafforzati gli strumenti collaudati come la consulenza, il sostegno alle aziende nel reclutamento, la mediazione e la formazione continua. È molto probabile che si possa assistere a spostamenti tra settori e un mutamento nella scelta dell’occupazione. Sono convinto - aggiunge il direttore della Ripartizione lavoro - che il turismo continuerà a svolgere un ruolo centrale in futuro e ad offrire posti di lavoro interessanti”.

Come nel resto d’Europa anche in Alto Adige la struttura produttiva sta cambiando. Dobbiamo affrontare questo sviluppo (Achammer)

 

Achammer: “Oltre la conservazione”

 

“Le cifre sottolineano quanto sia importante il mix equilibrato di settori per il nostro mercato del lavoro. Non possiamo fare a meno di nessuno dei nostri settori” sottolinea l’assessore provinciale al lavoro. “Tuttavia - aggiunge - la crisi attuale mostra in tutti i Paesi europei che la struttura economica e occupazionale sta cambiando. Dobbiamo affrontare questo sviluppo, non possiamo limitarci a conservare le strutture. Le misure future saranno orientate a questo scopo”.