Politik | Il caso

“Una rappresaglia dei 5 stelle”

Accelerata del M5s su abolizione Ordine giornalisti e la categoria insorge. Keller: “Solita politica di annunci, ma riforma va fatta”. Cerone: “Minaccia inaccettabile”.
Mauro Keller
Foto: Privat

“L’Ordine dei giornalisti non serve: aboliamolo”, “il provvedimento è già sul tavolo del governo”. Il roboante annuncio arriva dal Movimento 5 stelle che condanna l’apertura dell’istruttoria da parte dell’Ordine della Lombardia contro Rocco Casalino dopo la diffusione (per inciso non illecita) dell’audio in cui il portavoce del premier Giuseppe Conte minaccia ritorsioni nei confronti dei tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze se non si troveranno i soldi per il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia dei pentastellati in campagna elettorale.

 

Critica e autocritica

 

Dato il tempismo che l’accompagna l’accelerata del M5s (l’intenzione di abolire l’Ordine dei giornalisti era già stata palesata qualche mese fa dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Vito Crimi, e a onor del vero, anche da Matteo Renzi quando era Primo ministro) viene bollata dalle opposizioni come una “rappresaglia in piena regola” e di chiara rappresaglia parla anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige Mauro Keller. “Al di là del noto astio dei 5 stelle nei confronti della stampa - osserva Keller - non si capisce perché si voglia abolire l’Ordine, è la solita politica fatta di annunci ma ragioni concrete non ne vedo, e trovo scorretto, tanto più da parte di un Movimento che ha sempre fatto della garanzia della democrazia allargata e dell’ascolto dei cittadini il proprio credo, che non si cerchi un confronto con i diretti interessati, ovvero i giornalisti e gli esponenti dell’Ordine”.

Al di là del noto astio dei 5 stelle nei confronti della stampa non si capisce perché si voglia abolire l’Ordine, è la solita politica fatta di annunci ma ragioni concrete non ne vedo, e trovo scorretto, tanto più da parte di un Movimento che ha sempre fatto della garanzia della democrazia allargata e dell’ascolto dei cittadini il proprio credo, che non si cerchi un confronto con i diretti interessati, ovvero i giornalisti e gli esponenti dell’Ordine (Mauro Keller)

Ma la critica è trasversale: “Devo dire che non mi appassiona quel genere di giornalismo che ruba le battute fuori onda, ecco, a questo l’Ordine dovrebbe prestare più attenzione”, ammette il giornalista sostenendo che una riforma dell’ente sia necessaria e che nel merito sarebbe stato opportuno agire con maggiore rapidità. “Il rischio di presentare questa riforma in ritardo è quello di offrire l’occasione a chi governa di cancellare infine l’Ordine che certamente avrebbe dovuto muoversi prima per rendersi autorevole, credibile e intoccabile, ma che resta un organo importantissimo con il compito di vigilare sull'operato dei colleghi a maggior ragione oggi che la velocità con cui siamo chiamati a lavorare ci induce a commettere molti errori. Errori tutt’altro che banali dal momento che, se operiamo in modo poco corretto, corriamo seriamente il pericolo di rovinare le persone”. L’accesso alla professione, in particolare, secondo Keller, va ridiscusso contemplando un’alta formazione di tipo universitario, come già accade per entrare in quasi tutti gli ordini professionali.

 

Nessuna reverenza

 

Strategica e vitale considera la riforma dell’Ordine - e tanto più urgente nel momento in cui il governo ne minaccia l’abolizione - Rocco Cerone, segretario regionale del sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, il quale pone l’accento anche su tutte quelle persone che svolgono attività giornalistica e che non sono iscritte all’Ordine, figure che occorre far entrare nel perimetro della professione, posto che molte situazioni siano già state normate (con il cosiddetto contratto AerAntiCorallo, ad esempio, che ha permesso l’accesso di 1.500 persone alla professione e altrettante si conta di far entrare con il contratto Uspi che potrà essere applicato anche a chi lavora presso le testate online).

 

Il dovere del giornalista è dare sempre e comunque tutte le notizie senza alcun timore reverenziale nei confronti del potere di turno, saranno poi i lettori a esprimere un giudizio. Oppure no. (Rocco Cerone)

Nel contempo “continueremo a reagire sia livello nazionale che locale alle provocazioni che arrivano dal mondo politico. Il giornalismo è sempre messo sotto pressione, finanche minacciato, da parte del potere, qualunque esso sia, ora è la volta dei 5 stelle”, afferma Cerone rievocando l’appello, lanciato dal Boston Globe e accolto da 350 testate americane, a difendere la libertà di stampa dai costanti attacchi del presidente Donald Trump. “Il dovere del giornalista - conclude Cerone - è dare sempre e comunque tutte le notizie senza alcun timore reverenziale nei confronti del potere di turno, saranno poi i lettori a esprimere un giudizio. Oppure no”.