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I mancati benefici del Jobs Act

I contratti a tempo determinato aumentano rispetto al tempo indeterminato. Perini (IPL): “La misura di Renzi non ha portato in Alto Adige a un’occupazione più stabile”.
Jobs act
Foto: upi

In Provincia di Bolzano il Jobs Act non ha portato i benefici annunciati e cioè un’occupazione più stabile”. È questa la conclusione a cui è giunto Stefan Perini, direttore di Afi-Ipl, analizzando l’indagine stagionale dell’Istituto. Dall’autunno 2017 ad oggi i contratti a tempo determinato sono aumentati da 66.863 a 71.676, ovvero di 4.813 unità (+7,2%), mentre si registrano solo 2.024 contratti a tempo indeterminato (+1,4%). I contratti a tempo determinato crescono quindi del fattore cinque rispetto a quelli a tempo indeterminato. L’incremento è addirittura a due cifre nei servizi privati, nell’edilizia e nel commercio.

In dettaglio, per quel che riguarda i diversi settori lavorativi, l’agricoltura vive un momento positivo: c’è più fiducia e i contratti a tempo indeterminato sono cresciuti a ritmo più sostenuto (+8,2%) rispetto a quelli a tempo determinato (+3,1%). I lavoratori dipendenti del settore manifatturiero non percepiscono difficoltà a cercare un nuovo posto di lavoro: infatti, coloro che lo hanno fatto negli ultimi 12 mesi sono più della media degli altri settori, ovvero ogni quinto. Meno fiducia rispetto al passato manifestano invece i lavoratori dell’edilizia, ma restano positive le loro previsioni sull’andamento futuro della disoccupazione. Grazie al boom di cantieri edili meno lavoratori dipendenti cercano ora attivamente un nuovo posto di lavoro rispetto a 12 mesi fa. Anche le difficoltà a trovare un nuovo impiego vengono percepite meno drammatiche.

Stabile invece il clima di fiducia nel commercio, diverse invece le preoccupazioni per lo stipendio, che non basta. Questo indicatore ha perso 5 punti base negli ultimi 12 mesi e si colloca ora a -4, quindi nella zona negativa. Un lavoratore su cinque ha cercato attivamente lavoro negli ultimi 12 mesi, ma la ricerca continua ad essere percepita come difficile. Piena fiducia si registra fra gli impiegati nel settore alberghiero e della ristorazione, sebbene resti comunque la difficoltà di arrivare a fine mese con il proprio stipendio.

Nel settore pubblico l’elevata sicurezza del proprio posto di lavoro si riflette nella quota inferiore alla media di lavoratori dipendenti che hanno cercato un nuovo posto di lavoro (10%). La mancante dinamica salariale si ripercuote sul clima di fiducia. Questo non toglie che venga prospettato, per i prossimi 12 mesi, un miglioramento delle capacità di accantonare qualche risparmio. Particolarmente positiva la stima della disoccupazione attesa in Alto Adige. In quanto ai servizi privati si assiste a un aumento dell’occupazione dipendente pari al +3,1% negli ultimi 12 mesi. Questo aumento è da ricondurre però quasi unicamente ai contratti a tempo determinato (+14,1% tempo determinato contro +0,2% tempo indeterminato). Ma nonostante l’impennata occupazionale il periodo dell’ottimismo è finito.

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Massimo Mollica Mo., 26.11.2018 - 15:29

Dai dati presentati dalla Provincia qualche giorno fa risulta che l'occupazione in Alto Adige non è mai stata così alta. Comunque, detto questo, sia il sig. Perini che la redazione di Salto possono stare tranquilli perché Renzi non c'è più e al suo posto c'è il mitico governo del cambiamento! Il Jobs Act verrà smantellato (e in parte hanno inziato con il decreto dignità) e finalmente verrà abolita la povertà!

Mo., 26.11.2018 - 15:29 Permalink
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Martin B. Mo., 26.11.2018 - 18:26

Das decreto dignità ist eine vermurkste Abänderung des Jobs Act (von max. 36 auf 12 + in Ausnahmefällen weitere 12 Monate). In kritischen Branchen werden befristete Verträge weiterhin zulegen, auch wenn 12 Monate wenig sind. Viel besser wäre m.M. den Jobs Act steuerlich einer für Arbeitnehmer besseren Situation entgegenzusteuern, z.B. im 1. Anstellungsjahr 150% der üblichen Arbeitssteuern, ab dem 2. Anstellungsjahr 125% oder wie laut Experten am besten austariert, das es für langfristig vorhandene Stellen unrentabel und nicht nur lästig ist, ständig Arbeitnehmer zu wechseln. Ansonsten sollte eigentlich die Probezeit ausreichen, um festzustellen, ob eine Zusammenarbeit langfristig Sinn macht.

Mo., 26.11.2018 - 18:26 Permalink