Gesellschaft | Dipendenze

L’Alto Adige dei giocatori incalliti

Con la pandemia è aumentato il gioco d’azzardo: 40% in più di introiti. In provincia di Bolzano 10mila malati. Spendono 1.350 euro all’anno. Le contromisure.
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Foto: Unsplash

In tempi di crisi il gioco d’azzardo prolifera: il sogno di una vincita veloce è legato alla speranza di migliorare la propria situazione finanziaria e trovare un po’ di felicità e distrazione in un momento fortemente condizionato dalla pandemia. Ad affermarlo è Paolo Belletati, psicologo dell’associazione HANDS il quale sottolinea che sebbene l’isolamento abbia molto limitato le opportunità di gioco su rete fisica (il 90% dei giocatori tradizionali ha giocato meno o ha smesso di giocare durante il lockdown e non è passato alle offerte online) il volume del gioco d’azzardo nel 2020 è aumentato del 40% rispetto all’anno precedente. Il giro d’affari, in sostanza, è quasi raddoppiato. In particolare, i giocatori che già precedentemente utilizzavano piattaforme digitali hanno giocato di più e sborsato più soldi. La spesa in Alto Adige rimane alta: in media, gli altoatesini spendono 1.350 euro all’anno per il gioco d’azzardo di cui sono vittime diecimila persone in provincia.

Come riporta l’Istituto Superiore di Sanità il pensiero ossessivo del gioco “già costante della vita quotidiana, può intensificarsi in una situazione di costrizione fino a generare un disagio significativo nel vivere quotidiano. Questo momento allora può diventare occasione per prendere consapevolezza di avere un problema legato al gioco d’azzardo, ripensare a nuove modalità relazionali più funzionali, e per cercare un cambiamento ‘di salute’, personale e/o familiare”.

 

Le risposte

 

A livello locale le “cartucce” per combattere la dipendenza da gioco sono numerose. A cominciare dalla comunicazione. Il Forum Prevenzione, che collabora alla realizzazione delle iniziative di prevenzione della Rete Azione Dipendenza Gioco, punta sul nuovo opuscolo riguardo le probabilità, le illusioni e i rischi dell’azzardo, sul nuovo sito web con informazioni e video esplicativi, rivolti ai giocatori e ai loro parenti e sui Live-Talks su Facebook, spiega Giuditta Sereni, collaboratrice del Forum Prevenzione. L’obiettivo di questi video, così come quello dei Live-Talks, è quello creare un clima di fiducia e dare voce ai dubbi circa la consulenza e la cura, al fine di incoraggiare i destinatari a cercare un aiuto professionale. Visto il trend di utilizzare il digitale, il sito web www.azione-dipendenza-gioco.it, è stato ripensato graficamente e le informazioni adattate alle esigenze degli interessati. I diversi video spiegano inoltre quali servizi di consulenza e terapia sono disponibili in Alto Adige e in quale modo la dipendenza dal gioco possa essere accompagnata e curata. “L'obiettivo delle nuove misure e azioni della Rete - sottolinea Sereni - è quello di facilitare la ricerca di un aiuto professionale”.

Molti sono i servizi di consulenza e terapia in provincia. L’associazione Hands, i Servizi per le Dipendenze, la Consulenza Psicosociale della Caritas Silandro e la Consulenza Debitori della Caritas, offrono consulenza ai giocatori a rischio e ai parenti. Ci sono consulenze individuali e programmi di gruppo. “Una terapia residenziale come quella che offre il Centro Terapeutico di Bad Bachgart - riferisce il direttore della struttura Martin Fronthaler - è raccomandata quando la dipendenza dal gioco è già molto pronunciata, quando le persone colpite hanno perso il controllo sul gioco e non possono più interromperlo da sole. Molte delle persone colpite trovano più facile rinunciare al gioco d'azzardo in un ambiente protetto”. Fronthaler ricorda inoltre che il gioco d’azzardo patologico è spesso accompagnato da altri disturbi, come i disturbi affettivi, i disturbi di personalità o altre dipendenze, e dunque le offerte terapeutiche sono adattate al paziente. “Lo scambio di esperienze fra giocatori è particolarmente significativo per il processo terapeutico. Questo li aiuta a capire le loro difficoltà e ad avviare cambiamenti di comportamento”, così il direttore del Bad Bachgart.