Politik | Conti in tasca

Merano, 700 anni di polemiche

Il sindaco Paul Rösch e il suo vice Andrea Rossi ancora nell'occhio del ciclone per i costi del Giubileo della città del Passirio. Balzarini e Casolari all'attacco.
Merano
Foto: Suedtirolfoto.com/Othmar Seehauser

Vediamo. Quanto è costato ristrutturare la casetta del tennis a Merano, dove si è festeggiato di recente il Giubileo dei 700 anni della città? Euro 68.343, secondo i dati ufficiali del Comune? Oppure – attenzione – 1011.920,14 euro, ovvero oltre un milione?

La domanda, legittima quanto allarmata, ha attraversato la lunga serata del 26 febbraio a Merano, organizzata dalla Lista Civica di Giorgio Balzarini e Andrea Casolari (in consiglio comunale all’opposizione dopo essere stati in maggioranza e in giunta con il penultimo sindaco Januth). 

Una domanda correlata ad una considerazione soprattutto di buon senso: la casetta del tennis rimessa a nuovo è l’unica opera permanente realizzata per il Giubileo. Il resto, dov’è?

Ieri sera, Rossi ha ripetuto che le iniziative per i 700 anni hanno costruito un nuovo e intenso legame dei meranesi con la propria storia. Una importante consapevolezza. E meno male che non ha aggiunto, come giorni prima, che “comunque Merano è tra le prime dieci città selezionate per essere la Capitale della cultura 2020”. Le parole del vicesindaco uscente (che qualcuno vorrebbe addirittura ri-candidare) hanno registrato interesse, sbadigli e irritazione nella serata di ieri. 

 

 

Una serata lunga, corollario e non solo di una polemica politica che investe da mesi il sindaco Paul Rösch e il suo vice Andrea Rossi. Sullo sfondo, la lunga festa (festa?) organizzata per i 700 anni di Merano. 

La giunta ha sempre sostenuto di aver speso circa 100mila euro in meno rispetto al budget di mezzo milione. Rösch, Verde, ex direttore del Touriseum e Rossi, maturità liceale, anni di supplenze nelle scuole venostane e meranesi, poi collaboratore di Upad e Verde anche lui sono gli stessi che poi, lo scorso anno, hanno visto bocciare la candidatura meranese di Capitale della cultura 2020. Dopo una serie di viaggi a Roma, meta la sede del Mibact dove la commissione ministeriale ha ascoltato in prevalenza proprio Rossi, componente di una delegazione chissà perché di oltre dieci componenti. Tutti in treno, tutti a Roma allegramente.

Per la verità che per Merano non fosse la volta giusta (e ormai, si andrà agli anni Tremila…) il sindaco Rösch lo aveva subodorato (e anche confidato a qualcuno) durante gli incontri romani sulla Capitale della cultura, incarico poi affidato a Parma e all’unanimità. 

Ma intanto cresceva in città anche e soprattutto il disagio per le iniziative cultural-sportive messe in piedi per i 700 anni di Merano. Fatte salve alcune collaborazioni giornalistiche di peso (e sottopagate) una messe di incarichi, incarichini e incarichetti assemblati in fretta, “come ringraziamento dopo i risultati elettorali comunali e in modo poco competente”.

Di qui, la protesta della Civica di Bolzano. Anche se anche le altre forze politiche cittadine, lontano dai microfoni, scuotono la testa da mesi e mesi.

A questo link troverete il dossier della Lista Civica di Balzarini e Casolari, elaborato dall’intero gruppo consiliare (insieme con i due leader, anche Walter Taranto, Emanuela Albieri e Adriano Toccolini.

Ma alcuni passaggi li anticipiamo. Precisando che tutte le spese esaminate dal dossier sono correlate a documenti ufficiali del Comune.

Come i 6.588 euro solo di spese postali per inviti ai festeggiamenti al teatro Puccini, più 39.939 euro per i rinfreschi e 37.954, 34 di spese varie.

O come i 47,338, 80 di un convegno sul Medioevo a Merano che ha fatto allargare le braccia a tanti e preoccupato alcune realtà accademiche per il livello organizzativo e non solo.

 

 

Ben 15.763 sono stati spesi inoltre per una assunzione straordinaria, mentre la festa dello sport, inscritta giustamente nel giubileo dei 700 anni, ha pesato sulle casse pubbliche meranesi per 96.117 euro (nel dettaglio 199 euro per…le pentole) e ben 119, 435 euro di contributi straordinari alle associazioni.

Nel dossier le lettrici e i lettori troveranno di tutto e di più. Con una chiosa finale degli autori dello studio: “Che cosa abbiamo festeggiato?”. Un documento manoscritto del 1317 ha offerto l’idea di partenza.

Poi, di altre idee neanche l’ombra. Anzi, no: altre idee si sono registrate. Ma di piccolo cabotaggio, culturalmente modeste e soprattutto costosissime.

Leggeremo con piacere una replica, argomentata, a tutto questo.