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Foto: csseo
Kultur | Avvenne domani

Kriegsmaler

Al fronte con tavolozza e pennelli. Rivive in una mostra l'epopea dei soldati-artisti sul fronte del Tirolo nella Prima Guerra Mondiale.

Un'occasione perduta, per l'Alto Adige, quella del centenario della Grande Guerra. Settimane e mesi sono trascorsi senza che venisse colta l'occasione per raccontare, in specie al modo le giovani generazioni, quello che il primo conflitto mondiale rappresentò per le genti del vecchio Tirolo. Le iniziative sono state poche, sporadiche, non legate assolutamente tra di loro. Non c'è da dubitare che, tra un anno, la data fatidica del 4 novembre servirà da pretesto al consueto azzuffarsi dei nazionalisti e dei "patrioti" di ambedue le fazioni etniche, ma questo purtroppo avverrà senza che si sia compiuto il necessario approfondimento su ciò che era avvenuto prima, sulla realtà politica, ma anche sociale ed economica, sulla quale quel traumatico avvenimento andò a innestarsi.

Piccola ma felice eccezione, in questo desolante panorama, l'occasione colta dal Comune di Bolzano che ha accettato di ospitare, a partire dal prossimo autunno, nelle sale del Museo Civico un'interessante mostra che per ora ha aperto i battenti nella suggestiva cornice di Castel Ivano, vicino a Borgo Valsugana. La rassegna, intitolata "L’altra guerra. Artisti e scrittori in Tirolo nella Prima guerra mondiale"è organizzata da Fernando Orlandi e Massimo Libardi, della Biblioteca Archivio del CSSEO, il  Centro studi sulla storia dell'Europa orientale, con la collaborazione di Carl Kraus.

L'idea della mostra nasce dall'attenzione che gli organizzatori hanno posto, da alcuni anni, su un fenomeno culturale e artistico molto particolare, che segnò, sul fronte del Tirolo, il periodo della guerra. Tutto nasce dalla rilettura critica di uno tra i molti giornali di trincea che si pubblicarono in quel periodo, la Soldaten-Zeitung, diretta nientemeno che dal grande scrittore austriaco Robert Musil; l’opera di un disegnatore dalla mano felice, il fassano Francesco Ferdinando Rizzi, che della Soldaten-Zeitung fu illustratore; e le mostre dei Kriegsmaler, il corpo austro-ungarico dei pittori di guerra, alle dipendenze del Quartiere della stampa di guerra, che aveva reclutato ben 283 artisti. E anche artisti di grande fama: tra i Kriegsmaler ci furono infatti Oskar Kokoschka, Anton Kolig, Oskar Laske e Karl Ludwig Prinz. Altri artisti ancora parteciparono a queste attività e alle esposizioni: tra di loro pittori come Albin Egger-Lienz, il padre del modernismo tirolese, Julius von Kaan-Albest, Thomas Riß, e ancora personalità di fama come Arthur Nikodem, Egon Schiele e Hans Josef Weber-Tyrol. A corroborare con questa complessa e articolata operazione di propaganda fu arruolato, tra l'altro, quel che di meglio poteva offrire all'epoca la letteratura austriaca: vanno ricordati, tra gli altri, i nomi di Franz Blei, Franz Theodor Csokor, Paris Gütersloh, Hugo von Hofmannsthal, Egon Erwin Kisch, Robert Musil, Leo Perutz, Rainer Maria Rilke, Franz Werfel e Stefan Zweig. Quel che si voleva era di illustrare a chi era rimasto a casa la vita di privazioni e di sacrifici dei soldati in arme e di creare i presupposti per un'unità di popolo attorno all'avventura bellica. Per questo, in quegli anni, furono allestite, con le opere dei Kriegsmaler alcune grandi mostre, che si tennero, la maggior parte in Austria-Ungheria, alcune nell’alleata Germania (Berlino, Dresda, Düsseldorf, Lipsia, Monaco di Baviera, Stoccarda), ma anche altre in paesi non belligeranti: a Basilea, Berna e Zurigo, in Svizzera; e poi a Amsterdam e Kristiania, in Norvegia. E due mostre si tennero anche nelle Sale Civiche di Bolzano, nei primi mesi del 1917, la prima organizzata dal Quartier generale della stampa di guerra e subito dopo quella degli artisti dei Kaiserjäger, visitata anche dall’Imperatore Carlo I e dalla consorte Zita il 22 aprile di quell'anno.

La mostra di Castel Ivano conduce, attraverso l'esposizione di opere artistiche di documenti, ad esplorare una realtà molto particolare, diversa da quella a noi usuale, del grande eccidio di massa che il primo conflitto mondiale indubbiamente fu. Pochi tra gli artisti che operarono su tutti i fronti, scelsero di raffigurare nelle loro opere scene di guerra vera e propria e quelli che lo fecero che hanno probabilmente lasciato le opere di minore interesse. La maggior parte cercò di prendere spunto dalla situazione eccezionale in cui si trovavano per raccontare ancora una volta, nei loro quadri, la condizione umana e il rapporto con la natura. 

Quella dei Kriegsmaler austro-ungarici resta una storia tanto originale quanto non ancora pienamente documentata e ricostruita. La mostra “L’altra guerra. Artisti e scrittori in Tirolo nella Prima guerra mondiale” fornisce un contributo alla ricostruzione di questa straordinaria vicenda.