Chronik | L'inchiesta

Caporalato tra Obama ed Harry Potter

Lavoratori pachistani schiavizzati, forniti da un'azienda trentina a “Grafica Veneta”, leader mondiale nella stampa di libri: undici gli arresti in Trentino e Veneto.
Grafica Veneta
Foto: Gazzettino

Costretti a lavorare in condizioni di schiavitù, senza pause pranzo o ferie, presi a bastonate, gettati in mezzo alla strada con le mani legate e imbavagliati. Una rete di caporalato è stata smantellata grazie a un'indagine coordinata dalla Procura di Padova che vede coinvolta la società “B.M. Services sas” con sede a Lavis (Trento), attiva nel campo del confezionamento e finissaggio di prodotti per l’editoria, e “Grafica Veneta”, importante azienda di Trebaseleghe (Padova) operante nella stampa di libri – tra questi, quelli di Harry Potter e Barack Obama.

Come riporta il Corriere del Veneto, per completare il confezionamento dei propri libri stampati, “Grafica Veneta” si avvaleva da anni dell'azienda di Lavis gestita da Arshad Mahmood Badar e dal figlio Asdullah, entrambi di origine pakistana con cittadinanza italiana. Le accuse sono pesanti: rapina, lesioni, sequestro di persona, estorsione e sfruttamento del lavoro. Alle loro dipendenze vi erano circa 35 lavoratori – tutti cittadini pachistani – costretti a vivere ammassati (e sorvegliati) in due case, prelevati alle 5 del mattino per essere portati all’interno di “Grafica Veneta”, dove lavoravano almeno dodici ore al giorno per applicare bollini e fascette ai bestseller.

 

Dal pestaggio all'indagine

 

Il gruppo di lavoratori era pagato 4,50 euro all’ora, con l'obbligo di ridare a fine mese parte del proprio stipendio, nonché costretti a pagare l'affitto per il posto letto occupato nelle due abitazioni. L’indagine partì nel maggio 2020 quando, lungo una strada statale a Piove di Sacco (Padova), fu trovato un cittadino pakistano con le mani legate dietro la schiena. Sul corpo aveva una serie di lesioni che derivavano dalle violente percosse subite. Ai carabinieri della zona arrivarono altre segnalazioni dallo stesso paese, di richieste d'aiuto di persone prese a botte, derubate dei propri documenti, private di ogni bene e infine abbandonate per strada. Tali “punizioni” avvennero a seguito del tentativo di ribellione di alcuni lavoratori, che si rivolsero a un sindacato di categoria.

Secondo la Procura di Padova, “Grafica Veneta” compartecipava a livello organizzativo, in quanto acquistava il servizio “con consapevolezza e soprattutto palese corresponsabilità”. Sono state emesse due ordinanze di custodia cautelare per l'ad della società padovana, Giorgio Bertan, e il responsabile della sicurezza, Giampaolo Pinton.