Politik | lo scenario

Prove d'intesa su Spagnolli al Senato

Lo spettro-Meloni fa paura alla Stella alpina. Vertici del Pd e dell'Svp al lavoro sulla candidatura dell'ex sindaco con "doppia desistenza". Incognita centro-sinistra.
Spagnolli, Luigi
Foto: Stadtgemeinde Bozen

Lo scenario è fluido, le incognite ancora parecchie, la congiuntura astrale ancora non sufficientemente indagata dagli aruspici della politica, ma in vista delle elezioni del 25 settembre lo scenario oggi appena-appena più probabile nella battaglia per l’unico collegio “giocabile” - e cioè quello senatoriale Bolzano-Bassa Atesina - prevede il ritorno sulla scena politica dell’ex sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli. L'Svp – come ai tempi di Francesco Palermo – non presenterebbe candidati in cambio  di una simbolica desistenza del centrosinistra negli altri due collegi senatoriali, che peraltro chiunque faticherebbe a togliere a Julia Unterberger e Meinhard Durnwalder.  Alla Camera, nel maxi collegio Bolzano-Merano-e dintorni disegnato per far vincere un candidato Svp, invece, dovrebbe andare in scena un tutti contro tutti, anche questo dall’esito abbastanza scontato. Se davvero così andranno le cose, sarà curioso vedere se a contendere il seggio senatoriale all'ex sindaco (o al professore universitario ed ex senatore Francesco Palermo, poco gradito, però, all’azionista di maggioranza della Stella Alpina, la casa editrice Athesia, che rappresenta l’universo ultra-catto-conservatore-agricolo-turistico-imprenditoriale) sarà un big come il sindaco di Laives, Christian Bianchi o come l’assessore provinciale Giuliano Vettorato. Ammesso che su "Gigi" si troverà la quadra, andrà cioè verificato se il centrodestra – peraltro flagellato a livello locale da circa 30 anni di faide personali devastanti -  si farà impaurire dalla ventilata desistenza Svp o meno. E, soprattutto, se le ataviche divergenze tra i vari attori potranno essere ricomposte.

Quello tratteggiato è, appunto, uno scenario verosimile che si basa su alcuni fatti e su alcune certezze.

  1. L’Svp teme Giorgia Meloni premier come una quantità di italiani ancora non definita e molto di più di quanto la maggioranza dei francesi temesse qualche mese fa un’ascesa di Marine Le Pen. Se il tutto si dovesse combinare con l’elezione in uno dei due rami del Parlamento (la più probabile nel listino proporzionale della Camera) di Alessandro Urzì, in via Brennero il 26 settembre sarebbe ricordato come il giorno dell’Apocalisse.
  2. Luigi Spagnolli, già sindaco di Bolzano appoggiato dalla Stella Alpina, è un italiano da sempre molto integrato nel mondo sudtirolese da ben prima di diventare direttore dell’Ufficio caccia e pesca. E’ amministrativamente preparato, parla un tedesco disinvolto ed è caratterialmente una persona socievole e che funziona dal punto di vista mediatico, cosa che oggi è forse decisiva.
  3. Tutti democratici che hanno osteggiato la ventilata elezione di Spagnolli a segretario del Pd favorendo il commissariamento il padovano Carlo Bettio, sono sereni e rilassati, perché la mossa di candidarlo alle Politiche non scombina i loro piani in vista delle elezioni provinciali del 2023.
  4. Spagnolli è un bolzanino doc e non è attaccabile in quanto “forestiero”.

Le incertezze sono legate al fatto che:

  1. Il fitto scambio di messaggi tra l’Obmann Svp Philipp Achammer e il commissario Pd Carlo Bettio e la sostanziale convergenza su questo scenario non significa che i partiti appoggeranno automaticamente la proposta. L’ala athesiana dell’Svp, i contadini e gli imprenditori che tre anni fa hanno obbligato il presidente Kompatscher ad accettare la Lega come partner di Giunta, vorrebbe forse attendere che si chiarisca se “Io sono Giorgia” punti a fare la premier o la super-ministra prima di abbandonare di fatto la Blockfreiheit. Gli incontri decisivi si terranno venerdì  e la possibile votazione nell'Ausschuss dovrebbe avvenire lunedì primo agosto o a massimo l'8.
  2. Il perimetro della coalizione di centrosinistra che lo potrebbe sostenere. Tra campi larghi e stretti potrebbe essere decisiva – oltre che la ventilata desistenza Svp – l’eventuale appoggio dei Verdi altoatesini (che in Comune a Bolzano hanno spesso lottato con lui) e l’ancor più incerto appoggio del Team K. Ancora molto dubbia, poi, l’indicazione che potranno dare le Liste civiche, divise da sempre tra anime di centrosinistra e di centrodestra.
  3. Se si pensa ai simboli multipli che per 20 anni hanno racchiuso le insegne di 3-4-5 forze politiche con l’immancabile Stella alpina, oggi, tenendo conto anche che ci sono tre settimane per definire il tutto, sembra difficile che si possa trovare una soluzione così velocemente.
  4. Il prossimo anno si vota per le Provinciali. Oggi l’Svp governa con la Lega, che però nel 2023 difficilmente potrà confermare il risultato del 2018 “drogato” dal fattore Salvini. Tutti oggi lavorano premettendo che le Politiche non sono le Provinciali ma una mossa come l’appoggio con desistenza a Spagnolli avrebbe un significato politico non irrilevante (anche se da non sopravvalutare). Per questo una parte consistente dell’Svp potrebbe spingere per evitare di coinvolgere i Verdi, visti da 40 anni come fumo negli occhi, e pure il Team K. Anche la parte centrista del Pd (che a Bolzano è maggioritaria) vede come problematico un coinvolgimento dei Verdi non tanto per ragioni di visione politica quanto perché pensano che la Volkpartei non li vorrà mai in Giunta preferendo loro le Civiche (se saranno capaci di unirsi).

Nel pomeriggio l'Svp ha diffuso una nota che rafforza questo scenario in cui afferma di voler lottare "per una forte rappresentanza del Sudtirolo a Roma". Per questo motivo, si legge nel comunicato, "invitiamo tutte le forze pro-autonomia della nostra provincia alla collaborazione trasversale, soprattutto ora, che il clima per la nostra minoranza si farà più ostile con l'avanzata dei populisti nazionalisti", afferma il segretario amministrativo Stefan Premstaller. "La crisi di governo a Roma e l'isolamento politico del presidente Draghi è irresponsabile, soprattutto nella situazione attuale, e un perfetto esempio di cosa succede quando la politica fallisce", prosegue Premstaller. "Proprio per questo motivo - sintetizza l'ANSA - dovrebbe essere nell'interesse di tutti i partiti pro-autonomia impegnarsi per una forte rappresentanza a Roma. La Svp cercherà perciò il colloquio con tutte le forze politiche che credono nell'autonomia. Dobbiamo puntare su quello che unisce e non su quello che divide", conclude il segretario amministrativo della Svp.

Insomma, quello di Spagnolli candidato al senato nel capoluogo e nella Bassa è uno scenario possibile che sta velocemente virando verso il probabile. E se la decisione avverrà in modo rapido, inevitabilmente influenzerà anche le scelte del centrodestra. Il responso si avrà la prossima settimana

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Massimo Mollica Mi., 27.07.2022 - 21:45

E poi uno si chiede perché dovrebbe spendere soldi per Netflix quando si leggono storie così avvincenti. Ci sono tutti i componenti classici di una tipica sop opera (come si diceva una volta). Scopro cose interessanti, tipo che parrebbe esistere ancora un "PD", e che pone per giunta veti verso alcuni. Vedo una SVP che è chiamata a sfide pazzesche (ora e in futuro). E poi tanti altri attori.
Certo, manca di fondo la politica, quella fatta di idee, quella che fa sognare, per la quale battersi perché propone una visione di futuro. Ma non posso pretendere tanto.
Faccio il tifo per l' autonomia, che sia democratica, progressista e pure ecologica. E faccio il tifo per Gigi, che è una brava persona.
P.s. per la redazione: perché non create una serie apposita che narri queste avvincenti vicende legate alle elezioni? Potrebbe esserci la season 1 (settembre) e la season 2 (prossimo anno) e i vari attori o gruppi che entrano in scena.

Mi., 27.07.2022 - 21:45 Permalink
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Karl Trojer Do., 28.07.2022 - 10:31

Ich denke, dass Luigi Spagnolli der geeigneteste Senats-Kandidat für den Wahlkreis Bozen-Unterland wäre.

Do., 28.07.2022 - 10:31 Permalink
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Domenica Sputo Do., 28.07.2022 - 10:36

Nel 2018 Franch dichiarava: “Il Pd è diventato un luogo preposto alla gestione del potere, un pezzo per volta ha smesso di essere il luogo della discussione politica e della pianificazione e della ricerca del bene comune” (https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/21/pd-in-alto-adige-dem-spacca…)
Le attuali “prove di intesa” per candidare l’ex sindaco di Bolzano a palazzo Madama confermano quanto sopra, anche nel 2022.
Ieri infatti, alla c.d. gestione del potere, serviva piazzare Boschi alla Camera nell’unico collegio in cui candidando un cavallo sarebbe stato eletto un cavallo.
Oggi al Senato serve un madrelingua italiana affabile, che non viva come una priorità il tema di un III statuto di autonomia (per carità!). Un nome di Bolzano città solo per cercare di tamponare, all’apparenza, quanto avvenuto nel 2018, ciò che la base comunque non dimentica: “Il Pd sottomesso alla Svp, ha asfaltato la comunità di lingua italiana in Alto Adige” (Cit.).
Per riconquistare la fiducia della comunità italiana non basterà affatto rispolverare l’ex sindaco.
Proporre un rappresentante delle istanze della comunità da contrapporre alla destra pare ormai un’impresa impossibile per il centrosinistra in questo territorio.

Do., 28.07.2022 - 10:36 Permalink