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Eternals

Pregi e difetti del nuovo colossal della Marvel firmato Chloé Zhao, la regista di Nomadland. Quando il mondo indie incontra il blockbuster.
Eternals
Foto: Screenshot

Cascata di star hollywoodiane, effetti speciali spettacolari, tutine aderenti, enfatiche musiche da colossal. Gli ingredienti base degli inflazionatissimi film di supereroi ci sono tutti. Il vero elemento sorpresa di Eternals è la scelta sulla regia, affidata alla filmmaker Chloé Zhao, premio Oscar per Nomadland (miglior regia e miglior film) che le valse anche il Leone d’oro 2020.

Prima di storcere il naso per la mossa ultra-commerciale della regista cinese naturalizzata statunitense, o di riconoscere con alzata di spalle annessa che le pellicole indipendenti non pagano le bollette, ricordiamoci che Christopher Nolan ha firmato Batman, Michel Gondry The Green Hornet, Sam Raimi Spiderman, Ang Lee Hulk e Kenneth Branagh Thor, giusto per snocciolare qualche altisonante nome (sorpresa sorpresa, tutti rigorosamente maschili) del panorama cinematografico autoriale.

No country for old snobs.

Cos’è

Eternals è il nuovo cinecomic tratto dal fumetto omonimo, ideato da Jack Kirby e pubblicato per la prima volta nel 1976. È un film da 200 milioni di dollari di budget prodotto da Marvel/Disney e miccia per una nuova possibile saga acchiappa-amanti del genere dopo il gran finale segnato da Avengers: Endgame. La storia si svolge su differenti livelli temporali e spaziali, i personaggi sono un gruppo di esseri sovrumani e immortali - nati da esperimenti genetici perpetrati da alieni chiamati Celestiali - dotati di poteri quali il teletrasporto, la capacità di volare e di controllare la mente. Gli Eterni, che hanno segretamente vissuto sulla Terra per oltre 7mila anni senza poter interferire con le azioni spesso scellerate degli esseri umani (un dilemma centrale nel film), sono chiamati questa volta a proteggere l’umanità dai Devianti, i cattivoni creati anch’essi dai Celestiali, combattendo una battaglia per stabilire la supremazia di una delle due specie.

Marvel Studios’ Eternals | Final Trailer

 

Com’è

Sarebbe scontato dire che non è il solito film di supereroi, ma non è il solito film di supereroi (probabilmente un difetto per i fan hardcore dell’universo Marvel). C’è un’indubitabile freschezza che rinnova un po’ il genere, c’è l’occhio creativo nella caratterizzazione dei dieci protagonisti (non tutti riusciti però in termini di impatto emotivo) e nell’elogio della diversità, c’è la cifra introspettiva e meditativa di Zhao, l’impronta stilistica che in Nomadland sublimava nell’esplorazione suggestiva della natura rappresentata dai grandi spazi del Nord America e che qui si palesa nei setting di Londra, Hiroshima, del deserto del South Dakota o della Mesopotamia. C’è l’intento di mettere in scena personaggi che ci somiglino, che somiglino a una società multirazziale, multisfaccettata, che contempli i vari orientamenti sessuali - con il primo supereroe gay e la prima supereroina non udente - che non trascuri il women’s empowerment né la parità di genere: è il primo film Marvel con lo stesso numero di supereroi femminili e maschili, incarnati da interpreti come Gemma Chan, Angelina Jolie, Salma Hayek, Richard Madden.
Troppo politicamente corretto, dirà qualcuno.
Ci sono una scena di sesso che spezza il proverbiale casto romanticismo dei supereroi e un plus non marginale: le sequenze d’azione sono al servizio della storia e non è la storia a servire da intermezzo fra una scena di scazzottamenti/Shoryuken e l’altra.

C’è lo sforzo, insomma, di conciliare originalità, oltre che la propria distintiva poetica, con l’inevitabile esigenza di compiacere la Marvel/Disney. La buona notizia è che Zhao non viene inghiottita dai suddetti “ciclopi”. Ma si tratta pur sempre di un film di supereroi e l’equilibrio non sempre viene raggiunto.
Postilla: il film dura 2 ore e 37 minuti, un po’ di momenti di noia vanno messi in conto. Se siete fra quelli che “se devo annoiarmi con un film della MCU allora tanto vale sorbirsi Béla Tarr” allora Eternals non fa per voi. E manco Béla Tarr.

Voto: ***