Politik | Chi si ricorderà del 10 febbraio?

Chi si ricorderà del 10 febbraio?

Chi si ricorderà del 10 febbraio?
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Giustamente ricordiamo le cose per il loro nome.

Dopo giustamente la dovuta retorica, la commozione e l'esaltazione del giorno della memoria del 27 gennaio per le barbarie perpetrate dal nazismo, con l'appoggio del fascismo in Italia, il 10 febbraio Giorno del Ricordo, invece dobbiamo rimuoverlo. Ricordare che è stato commesso un duplice crimine di guerra, genocidio ed esodo forzato a danno del popolo italiano non fa bene alla memoria, soprattutto in un territorio dove per parte della popolazione la parola “italiano” spesso e volentieri è sinonimo di fascista. Ricordare e avere memoria di una tragedia immane in un territorio dove persino i libri di testo scolastici degli istituti di lingua tedesca al massimo alla parola foiba si trova la sola traduzione è semplicemente impossibile ricordare.

Ricordare cosa?

Le decine di migliaia di donne, uomini e bambini di tutte le categorie sociali, preti, insegnanti, casalinghe, operai, ecc. infoibati dai partigiani titini e comunisti, semplicemente per il fatto di essere italiani.

Invece l'attentato di Vergarolla con la morte di 80 italiani e il conseguente terrore, perpetrato dai servizi segreti jugoslavi, fu il punto di svolta dell'esodo di circa 350.000 fiumani, dalmati e istriani. Se si pensa che in Alto Adige alla fine della seconda guerra mondiale sono rientrati migliaia di optanti mentre in Jugoslavia la minoranza autoctona italiana veniva uccisa, esclusa e caldamente invitata all'esodo volontario si possono trarne molte considerazione; e ancora mentre qui nel 1992 veniva consegnata la quietanza liberatoria in quelle terre al termine di una sanguinosa spartizione iniziava un ulteriore processo di croatizzazione e slovenizzazione, con la rimozione di tutte le tracce di italianità.

Insomma qui parlare di autonomia, bilinguismo, proporzionale sembra una cosa banalmente assodata così invece non lo è stato in altri territori. In Italia è stato possibile in altri stati no. Allora credo che chiunque in questa terra consideri ancora la parola italiano come sinonimo di fascismo o fascista, è meglio che si faccia un giro per la democratica Europa per vedere come sono trattate e come sono state trattate le minoranze in altri paesi. Qui adesso si è aperto il dibattito per una Autonomia 2.0 o del terzo millennio, chiamatela come volete, ma l'impressione che si ha è che gli altoatesini di lingua italiana che cercano di rivendicare qualsiasi diritto su questa terra vengano aprioristicamente tacciati di fascismo.

È un tabù dire che una maggioranza, quella di lingua tedesca, si governa in quanto maggioranza e si tutela in quanto minoranza; si attribuisce tutti i privilegi del più forte e tutti i diritti del più debole; non si può pensare e soprattutto dire che questa autonomia è un sistema sofisticato di sostanziale discriminazione; non si può fare nessuna critica bisogna supinamente accettare tutto, poi magari tra 50 anni indire una giornata del non ricordo.

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Marco Pagot Fr., 29.01.2016 - 13:45

Molte imprecisioni nella prima parte dell'articolo, del resto le foibe sono uno dei "motivetti" costanti del vittimismo italiano.
In questo articolo http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=20327 puoi trovare tante domande&risposte, ma soprattutto fonti storiche. Non si negano le foibe, ma decontestualizzarle e ingigantirle non serve a niente e a nessuno. Oltre a non essere corretto.
Quando la premessa sarà più corretta potremmo anche parlare, volendo, della situazione nostrana, di come e perché sia stata gestita in questo modo, come siamo arrivati a questo punto e quali sono le prospettive. Ma sinceramente se ti preoccupi dell'accusa della destra radicale tedesca, per la quale ogni tentativo di "toccare" la preponderanza tedesca (sbagliata perché guarda ancora a orticelli separati etno-linguisticamente) è revanscismo tedesco, gli stai dando troppo peso: avranno anche avuto il 20/25% di voti alle ultime provinciali, frutto anche di altri discorsi oltre a quello autonomista/austronostalgico, ma rimangono pur sempre un gran numero di neo-nazisti che sbandierano un antifascismo strumentale.

Fr., 29.01.2016 - 13:45 Permalink