Chronik | Covid

Buoni spesa, boom di richieste a Gries

Per le domande accolte è invece primo Oltrisarco, poi Don Bosco. Il punto sui servizi emergenziali a Bolzano: in totale 2.618 richieste, 1.700 approvate.
Bolzano dall'alto
Foto: Comune Bolzano

I dati sui servizi per l’emergenza Covid messi in campo dal Comune di Bolzano recano alcune sorprese. Gries-San Quirino, il rione “con il più alto reddito pro capite del capoluogo”, come riconosce l’assessore alle politiche sociali Juri Andriollo, è quello da cui è giunto il maggior numero di richieste di buoni spesa (di importo da 150 a 550 euro) finanziati dallo Stato. Il discorso cambia per le domande accolte, in cui è primo Oltrisarco, seguito da Don Bosco. Ma basta per far dire allo stesso Andriollo che i numeri forniti dalla giunta “hanno dimostrato un certo cambiamento del tessuto sociale cittadino, almeno rispetto o come lo conoscevamo fino a qualche mese fa”. Una crepa dunque per un certo racconto stereotipato delle differenze tra i quartieri cittadini e allo stesso tempo il segno di come l’impatto della crisi sia stato trasversale.

 

Il punto sull’emergenza

 

In totale, fa il punto l’amministrazione, sono state 2.618 le domande per i buoni spesa, di cui 1.700 accolte, a beneficio di 1.545 nuclei familiari. A fare da tramite con i cittadini sono stati i distretti sociali gestiti dall’Assb-Azienda per i servizi sociali di Bolzano, i cui operatori hanno avuto un gran daffare nelle settimane clou per dare spiegazioni al telefono ai cittadini e accogliere le richieste via mail.

Come detto, il quartiere con il maggior numero di richieste è stato Gries-S.Quirino con 580 richieste di cui 318 accolte, poi Don Bosco con 552 domande di cui 362 accolte, mentre Oltrisarco arriva terzo per le domande (533) ma scalza tutti arrivando primo per quelle approvate, ben 375. Seguono Centro-Piani-Rencio con 438 domande (336 accolte) e Europa-Novacella 430 (299). Ancora, sono state 85 le richieste riferite al servizio d’integrazione sociale (Sis) di cui 80 approvate.

 

La verifica dei requisiti

 

Ma come si spiega il boom di domanda dalla parte “bene” della città? Secondo Liliana Di Fede, direttrice di Assb, molti cittadini hanno fatto richiesta appena saputo dei buoni spesa, senza probabilmente approfondire troppo i requisiti alla fine previsti. Al momento dell’esame, gli operatori hanno verificato i dati forniti su autocertificazione in base ai limiti di reddito imposti (dai 500 euro netti mensili per un nucleo di una persona in su) e di disponibilità del proprio conto bancario (5.000 euro al massimo). Risultato, l’esame ha portato una scrematura e i due quartieri con un numero maggiore di aventi diritto tra coloro che avevano fatto richiesta sono risultati Oltrisarco e Don Bosco.

 

 

Il valore complessivo dei buoni spesa per generi alimentari è stato di 568.900 euro. In dettaglio sono stati distribuiti 534 buoni da 150 euro, 320 da 250 euro, 322 da 350 euro, 306 da 450 euro e 288 da 550 euro.

 

Cassa integrazione in ritardo e perdita del lavoro

 

Interessanti, nota l’amministrazione, le percentuali relative agli utenti conosciuti dai servizi. Si va da Oltrisarco (89%), Don Bosco (83%) a Gries (55%). Le motivazioni che hanno spinto le persone a richiedere i buoni spesa hanno fatto riferimento prevalentemente al mancato incasso della cassa integrazione (soprattutto a Gries, Europa, Oltrisarco e Don Bosco), la cassa integrazione insufficiente, la sospensione dell’attività o del contratto di lavoro (soprattutto in centro), il mancato rinnovo del contratto di lavoro, il licenziamento, la disoccupazione. Si vede quindi il pesante impatto del lockdown, con la chiusura di fabbriche, esercizi commerciali e locali, sul reddito dei residenti di Bolzano.

Le movitazioni alla base delle richieste dei buoni spesa? Dal mancato incasso della cassa integrazione, alla chiusura dell’attività, fino al licenziamento

 

“Nuove povertà per la crisi”

 

L’assessore Andriollo (Pd) guarda alla “fotografia complessa” emersa dai numeri. “L’incidenza del virus sulla capacità reddituale delle persone non solo è stata trasversale, ma ha interessato una parte della nostra comunità che mai fino ad ora o quasi aveva avuto o manifestato problemi di natura economica, se non forse saltuari. Ci sono nuove forme di povertà che auspichiamo possano risolversi con la ripresa delle attività economiche. Molti servizi però andranno ripensati sulla base delle mutate condizioni ed esigenze”.

Ci sono nuove forme di povertà che speriamo si risolvano con la ripresa delle attività economiche. Molti servizi però andranno ripensati in base alle nuove esigenze (Juri Andriollo)

Su questo tema, mentre il progetto dei buoni spesa è stato dichiarato concluso, la stessa Assb specifica che restano attivi tutti i servizi del welfare provinciale e comunale, a partire dall’assistenza economico-sociale e dagli interventi varati nel pacchetto #AltoAdigesiriparte.