Politik | Scuola e contratto

Scuola in provincia di Bolzano

Scuola in provincia di Bolzano: a quando un trattamento economico adeguato per le/i docenti delle scuole a carattere statale? Bisognerà aspettare settembre?
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Foto: (c) shutterstock

La nostra Provincia si è sempre vantata di avere un governo vicino alle persone, innovativo, efficace ed efficiente. Con assessori/e attenti alle questioni sociali, la scuola ha vissuto momenti importanti, anche se non privi di conflitti. L’equiparazione economica fra docenti della scuola professionale e docenti della scuola a carattere statale e il sistema di istruzione e formazione inteso come investimento erano le direttrici da seguire. Col passare degli anni però l’atteggiamento dell’amministrazione provinciale è molto cambiato e non ci sono buone notizie per i/le docenti.

Nella provincia con l’inflazione più alta d’Italia, i/le docenti della scuola a carattere statale guadagnano meno rispetto alle colleghe e ai colleghi della formazione professionale provinciale. E ancora non hanno percepito l’aumento del contratto nazionale chiuso nel 2022.

Già per il triennio 2019-2021 la Provincia non ha stanziato le somme necessarie per gli aumenti contrattuali del personale docente per la scuola a carattere statale e per il recupero dell’inflazione (5,1%), aumentando così il divario fra lo stipendio dei docenti statali e quelli provinciali.

Nonostante le manovre di contrattazione tardiva, la forbice fra provinciali e statali si allarga. Nel 2023 manca ancora lo stanziamento delle somme dovute per gli anni 2019-2021, 2022, e 2023-2025. Solo per la scuola a carattere statale si tratta di circa 120 milioni, di cui 58 milioni da inserire nella manovra aggiuntiva di luglio 2023. A marzo 2023 il Presidente della Provincia ha messo sul piatto tutta la sua autorevolezza, promettendo recuperi, acconti e una tantum. Una piccola parte è stata appena pagata, ma la fetta più consistente non è ancora giunta nelle tasche del personale docente.
Forse settembre 2023 sarà il momento giusto per mantenere questa ennesima promessa?

Intanto il caro prezzi è sempre più insostenibile, l’inflazione è all’8,1%, con gravi ripercussioni sulle condizioni di vita delle persone. Ritengo che le/i docenti meritino un trattamento economico adeguato che deve essere loro garantito al più presto, prima che scendano in piazza a manifestare la loro stanchezza e indignazione a causa della scarsa considerazione di cui gode il loro lavoro: non si accontenteranno a lungo di raccogliere firme, né di ricevere vuote promesse. 

Il nuovo consiglio provinciale dopo le elezioni di ottobre si troverà a gestire un forte malcontento e condizioni di grave disagio nelle scuole. Saprà la nuova Giunta provinciale essere davvero vicina, innovativa, efficace ed efficiente? È ora di investire seriamente nel miglioramento delle condizioni di vita di lavoratori e lavoratrici della nostra scuola.