Una miglior democrazia diretta nel Trentino?

Fra poco anche il Trentino avrà una nuova legge sulla democrazia diretta. Domani, primo luglio, in un’audizione del Consiglio provinciale di Trento, alcuni costituzionalisti di spicco ne illustreranno i contorni.
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 “Più democrazia” in una lettera aperta a tutti i consiglieri ricorda i punti qualificanti della loro proposta che, in una certa misura ricalca quella dei loro omonimi sudtirolesi, ma con qualche specificità. Soprattutto si insiste che venga introdotto sia il referendum propositivo (o iniziativa popolare come chiamata in tutto il mondo) sia il referendum confermativo (o semplicemente referendum). Attualmente nel Trentino un’iniziativa popolare, se non discussa dal Consiglio regionale, decade dopo due anni. Non si passa alla votazione referendaria se la proposta popolare viene accolta da parte del Consiglio “nella sua sostanza”. Il referendum confermativo sulle leggi provinciali e sugli atti della Giunta non esiste.

Per far funzionare questi due strumenti principali ci sono tre caratteristiche indispensabili, afferma il Comitato promotore: il numero delle firme, il quorum e i temi su cui si possono esercitare i referendum. A differenza della proposta di legge presentata al Consiglio provinciale di Bolzano, che prevede un quorum del 15%, “Più democrazia nel Trentino” vuole eliminarlo del tutto. Anche la Commissione di Venezia, organo consultivo del Consiglio d’Europa, ha qualificato il quorum come dannoso per la democrazia.

Sul numero delle firme i promotori sono contrari ad aumentarli e propongono una soluzione tesa a stimolare la partecipazione dei cittadini. Mettono in guardia dal seguire l’esempio della SVP che con la folle richiesta di 27.000 firme nella sua legge del giugno 2013 ha fatto attivare dai cittadini e dai partiti di opposizione un referendum confermativo senza quorum, che è stato prontamente accettato dagli elettori il 9 febbraio scorso con più del 65% di SI.

Gli attivisti di Più democrazia chiedono una soglia di 8.000 firme. Nel caso di un referendum confermativo queste 8.000 firme andrebbero raccolte entro 90 giorni per una legge provinciale e entro 45 giorni per gli atti amministrativi. Un limite massimo di 11.000 potrebbe ancora essere accettato a patto che pure i tempi per la raccolta fossero più lunghi.

Anche sui temi, per i quali dovrà essere esercitabile il referendum propositivo e confermativo, i promotori della legge s’ispirano al modello svizzero, cioè di consentirlo per tutti gli atti legislativi che rientrano nelle facoltà di un consigliere. Si includono anche le leggi tributarie, perché “anche la Consulta nella sua sentenza del 2004 ha sottolineato come gli strumenti referendari previsti per le autonomie locali non abbiano la necessità di prevedere le esclusioni inserite negli strumenti previsti dalla Costituzione.” Domani in un dibattito pubblico a Trento (inizio ore 20.30) si terrà un tavolo di confronto sulla democrazia diretta con Marika Damaggio, Leonello Zaquini, Robert Louvin e Antonio Floridia. Più dettagli su questa battaglia democratica per più democrazia diretta nel Trentino si trovano sul sito di Più democrazia in Trentino.