Umwelt | Sostenibilitá

Grazie alla ricerca cambiare è possibile

Nasce AIAQUA, il secondo spin-off dell’Unibz: “Miriamo ad ottimizzare gli impianti idrici, avendo un sistema più sostenibile. Impegniamoci tutti a ridurre gli sprechi.”
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Ravazzolo, Zanfei, Menapace
Foto: unibz

Che l’acqua sia un bene prezioso dovrebbe essere chiaro già da bambini quando, nei primi anni di scuola, viene insegnato a chiudere il rubinetto del lavandino mentre ci si spazzola i denti oppure, ancora, a chiamare l’idraulico quando si nota una perdita dei rubinetti di casa. Eppure, siamo sicuri che, a livello locale e nazionale, vi sia una reale volontà di risparmio dell’acqua? Siamo certi che il nostro comportamento responsabile influisca in maniera evidente a ridurre gli sprechi delle risorse idriche?

Stando ai dati ISTAT il 42% della quantità di acqua che viene erogata non arriva ai rubinetti, ma viene persa a causa del malfunzionamento – dovuto, ad esempio, dalla poca efficienza o dalle cattive condizioni strutturali delle tubature – della rete idrica nazionale. In Alto Adige, la media, si aggira intorno al 26%. Dove, allora, bisogna agire per cambiare le cose?

 

Il progetto

 

È in queste circostanze che prende vita il progetto AIAQUA, start-up che si pone come obiettivo principale la messa a punto di metodi per migliorare l’efficienza del sistema idrico considerando, non solo la distribuzione, ma anche l’impiego di energia utilizzata per la diffusione dell’acqua stessa. “Il nostro spin-off universitario – spiega il professor Maurizio Righetti, della Facoltà di Scienze e Tecnologie – affronta l’argomento della sostenibilità senza trascurare la correlazione di questo con l’ambiente, lo sviluppo tecnologico, l’energia e la salute delle persone. I risultati delle ricerche condotte negli anni devono essere il punto di partenza per ottimizzare – ovvero raggiungere un fine prestabilito, in modo efficiente e razionale – i diversi impianti idrici in pressione, quindi quelli degli acquedotti, del teleriscaldamento o gli impianti idroelettrici.”

Il progetto è rivolto ai gestori – pubblici e privati – che hanno interesse a ridurre i consumi energetici e idrici, mettendo fine, di fatto, agli sprechi.

 

Concretamente, come si può evitare di sprecare quello che potremmo considerare il bene primario e più prezioso dell’umanità?

“Per rendere più efficiente il sistema idrico – continua Righetti – si può agire attraverso diverse modalità. Il fattore che, ad esempio, determina la quantità di acqua fornita dalle tubature, è sicuramente la pressione presente in queste ultime. Per evitare gli sprechi, quindi, bisognerebbe ridurre la pressione nelle tubature ai livelli ottimali gestendo questa, anche a seconda del territorio, in maniera differente da caso a caso. Un altro metodo, che proponiamo, consiste nell’inserimento di sensori di lettura della pressione all’interno della struttura idrica; così facendo si può indirizzare meglio il processo di individuazione dell’eventuale tubatura rotta.” Ad essere di fondamentale importanza è pure l’utilizzo di energie rinnovabili per il pompaggio dell’acqua e la capacità di prevederne il consumo.

 

 

Un cambiamento necessario

 

A incidere sulla scarsità dell'acqua sono sicuramente i cambiamenti climatici. In che modo? Attraverso lo scioglimento dei ghiacciai che determinerà presto – secondo i membri di AIAQUA, e non solo – delle vere e proprie crisi idriche. “È necessario attrezzarsi ed investire in sistemi idrici più resilienti. Contemporaneamente al cambiamento del clima – sottolinea il professor Francesco Ravazzolo, della Facoltà di Economia – bisogna stimolare un cambiamento nelle abitudini delle persone. Dev’essere chiaro a tutti che l'acqua non si può sprecare.”

 

Se non lo capiamo noi ora, lo capirà presto il nostro portafoglio…

 

“Il costo delle bollette dell’acqua è aumentato negli ultimi anni, ad essere preso in considerazione – evidenzia Ravazzolo – non è solo il costo a metro cubo ma anche il canone di depurazione dell’acqua. Bisogna riutilizzare, non buttare e sprecare.”

Ed ecco, allora, che la domanda sorge spontanea: quanto verrà a costare l’acqua in futuro?

“Ad incidere nel prezzo, non è solo il costo in sé, quanto l’energia investita per rendere disponibile quella determinata quantità d’acqua. Il discorso non è semplice, ma è chiaro che per capire un processo, è necessario avere un quadro totale di ciò che accade. Ecco perché con AIAQUA – dice Ravazzolo - uniamo gli aspetti informatici, ambientali, economici e ingegneristici.”

 

Acqua a Km zero

 

“Il trasporto dell’acqua incide sul prezzo e diventa un ulteriore spreco di risorse laddove lo stesso bene è già presente, allora il messaggio che vorremmo passasse è evidente a tutti: ognuno deve bere l’acqua del proprio rubinetto. Un trasporto tra regioni è insostenibile e ingiustificato” conclude Righetti. Sulla stessa linea anche il collega Ravazzolo: “Spesso le persone vedono come qualcosa di negativo il fatto che le autorità - in caso di contaminazione - comunichino immediatamente che non si deve bere dai rubinetti di casa; in realtà questo è sintomo di controlli frequenti, di natura sanitaria, che vengono effettuati, e quindi è un qualcosa di estremamente positivo.”

Intanto, fortunatamente, la fiducia degli italiani verso l’acqua del proprio rubinetto aumenta. Scrive “il Post”: nel 2002 solo il 59,9% delle famiglie diceva di bere tranquillamente l’acqua da rubinetto, mentre nel 2020 la percentuale è aumentata fino al 71,6%. A livello locale, invece, sfiora il 99%.

 

Autore: Andrea Dalla Serra