Senato
Foto: w
Politik | Avvenne domani

Il Senato dimezzato

Quel collegio previsto dal Pacchetto. La circoscrizione regionale è stata divisa secondo lo schema tradizionale dei sei collegi uninominali.

Nella prima puntata di questa breve rassegna di contributi dedicati al sistema elettorale con cui anche gli abitanti della provincia di Bolzano, come tutti gli altri italiani, andranno a votare per le politiche del 25 settembre, abbiamo parlato della nuova configurazione dei collegi uninominali previsti per la Camera dei deputati. Due collegi solamente in Alto Adige, uno per la parte settentrionale e uno per la parte meridionale della provincia. Ai due deputati così eletti andranno ad aggiungersene altri tre, scelti tra coloro che avranno ottenuto il maggior numero dei voti nei cosiddetti “listini” del proporzionale. Liste bloccate, va ricordato, senza la possibilità di esprimere preferenze.

Al Senato

Analoga, ma con qualche importante variante, la situazione per quel che riguarda il Senato. Qui la circoscrizione regionale è stata divisa secondo lo schema tradizionale dei sei collegi uninominali, tre in Alto Adige e tre nel Trentino. In provincia di Bolzano la suddivisione geografica dei tre collegi rimarrà dunque quella di sempre. Avremo un collegio per la parte nord orientale della provincia (Bressanone), uno per la parte nord-occidentale (Merano) e un terzo collegio per la parte meridionale. Un piccolo excursus storico per ricordare come questo terzo collegio fu disegnato e introdotto appositamente nell’ultima fase di attuazione del Pacchetto, in quella che è probabilmente l’unica misura dichiaratamente studiata in favore del gruppo italiano. Era prevista dal numero 111 delle 137 misure del Pacchetto e venne tradotta in una legge, il cui iter parlamentare fu costellato di polemiche che definire aspre è poco, varata dal Parlamento nel dicembre del 1991 e quindi pochi mesi prima che la vicenda si chiudesse sul piano internazionale. Con quella legge venne abolito il quarto collegio senatoriale del Trentino, quello di Mezzolombardo, e venne creato per l’appunto quello comprendente il capoluogo Bolzano, Laives e la cosiddetta Bassa Atesina. Se l’obiettivo dell’operazione era quello di garantire una rappresentanza senatoriale al gruppo italiano dell’Alto Adige esso fu raggiunto molto parzialmente. Nei trent’anni da allora trascorsi, tra gli eletti di lingua italiana in quel collegio vanno ricordati la senatrice Adriana Pasquali del centrodestra e il senatore Francesco Palermo eletto sulla base di una vasta alleanza tra centro-sinistra, verdi e SVP. Per il resto l’elezione, sempre sulla base di un accordo politico tra SVP e centro-sinistra, andò a esponenti della Südtiroler Volkspartei.

Alle ultime elezioni la SVP conquistò more solito i seggi nei collegi di Merano e Bressanone mentre in quello meridionale la desistenza della Südtiroler Volkspartei a favore del candidato dell’alleanza di centro-sinistra, l’uscente Gianclaudio Bressa, gli assicurò un’agevole vittoria, come del resto avvenne anche alla Camera per la candidata Maria Elena Boschi.

Questa la storia delle puntate precedenti. Quest’anno però, sempre a causa del taglio del numero dei parlamentari, allo schema elettorale in vigore dall’inizio degli anni 90 viene apportata un’importante novità. In regione i senatori erano sempre stati eletti in numero di sette: tre nei collegi altoatesini, tre in quelli trentini ed uno in base a un calcolo proporzionale su base regionale. Quest’ultimo seggio è venuto a cadere e quindi d’ora in poi il Trentino-Alto Adige manderà a Roma solamente sei senatori eletti in loco, che vanno ad aggiungersi alla pattuglia dei sette deputati eletti alla Camera. Nulla vieta evidentemente che candidati altoatesini possano affermarsi, come del resto è avvenuto abbastanza spesso in passato, in altri collegi nazionali in ciascuno dei due rami del Parlamento. Valgano per tutti gli esempi della forzista Biancofiore, che in alcuni casi ha conquistato il seggio altrove o, più recentemente, del leghista Filippo Maturi, mentre fa storia a sé il caso dell’altoatesina Tiziana Piccolo, subentrata del tutto a sorpresa ad una collega di partito che aveva rinunciato al seggio a Montecitorio e recentemente uscita dalla Lega per approdare ad altra formazione politica.

Questo dunque il perimetro entro il quale si svolgeranno le grandi manovre per queste politiche di mezza estate. I partiti e quelle aggregazioni che ne hanno preso il posto hanno ben poco tempo per definire strategie, alleanze e candidature. Entro Ferragosto i giochi dovranno essere già fatti. Il doppio sistema maggioritario/proporzionale impone che ci si muova su due binari ben distinti con la campagna elettorale delle singole forze politiche e quella puntata su possibili coalizioni per conquistare il successo nei collegi uninominali.

Sono percorsi molto differenti e non di rado in rotta di collisione tra di loro.

Il caso tipico è proprio quello del collegio senatoriale Bolzano – Bassa Atesina di cui abbiamo narrato la genesi più sopra e sul quale, non a caso, si concentra l’attenzione degli osservatori in questa prima fase della campagna elettorale.  Mentre infatti negli altri due collegi senatoriali e in quelli per la Camera il peso elettorale della SVP (salvo clamorose sorprese) è tale da definire di pura bandiera la partecipazione dei candidati di altre forze politiche, nel terzo collegio altoatesino l’equilibrio delle forze è diverso. Qui la serie storica dei risultati insegna che il centrodestra italiano può vincere senza troppe difficoltà se SVP e centro-sinistra si presentano divisi. Tutto è affidato quindi a scelte politiche sulle quali influiranno anche gli scenari a livello provinciale, con la tenuta della maggioranza SVP Lega, che potrebbe risentire degli effetti di un’alleanza organica tra il partito di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia.

C’è infine un ultimo interrogativo che avrà il suo peso nel definire i risultati elettorali: occorrerà capire se la tendenza all’astensionismo sempre più marcata nel corso del tempo proseguirà o se in qualche modo l’offerta politica che verrà presentata, a Bolzano come altrove, nelle prossime settimane potrà convincere qualche lettore in più a mettere la scheda nell’urna.

Bild
Profil für Benutzer Josef Fulterer
Josef Fulterer Mo., 01.08.2022 - 05:39

Die Wahl des Parlaments und besonders des Senates, ist ein unwürdiges anti-demokratisches Schauspiel und eine üble Zumutung für die Wähler.
Kein Wunder wenn sich zunehmend mehr Bürger weigern, die von den Parteien ausgeschnapsten Kandidaten, mit ihrer Stimme auch noch zu bestätigen.
Die Folge ist der üble Stimmenhandel, bei dem auch die SVP-Mandatare munter mitspielen und sogar der gekaufte Parteiwechsel, die in Italien zunehmend die Regierungstätigkeit lähmen.

Mo., 01.08.2022 - 05:39 Permalink