Wirtschaft | Legacoopbund

Sociale in crescita, edilizia in calo.

Le sfide dell'associazione di rappresentanza delle cooperative Legacoopbund.
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Foto: Legacoopbund

Stefano Ruele è direttore della Lega delle Cooperative Legacoopbund e segue, tra gli altri, il reparto abitazioni, quindi delle cooperative che costruiscono case o parcheggi interrati.

Com’è la situazione del settore abitativo in Legacoopbund e a Bolzano? Qual è la disponibilità di spazi e terreni e come proseguono i vostri progetti?
Abbiamo diverse situazioni in atto nei diversi comuni e a Bolzano in particolare. A Bolzano, precisamente a Druso Est,  saranno realizzati nella prossima estate 224 alloggi. Come Legacoopbund ne realizzeremo 47. Inoltre  un tema, sia pure futuro, sarà lo sviluppo dell’areale ferroviario che certamente cambierà tutto l’assetto della città di Bolzano. Sicuramente si apriranno opportunità per l’edilizia agevolata e noi contiamo di essere presenti. Anche l’operazione Benko, direttamente in prossimità dell’areale, ci vede favorevoli e interessati a seguirne gli sviluppi che potrebbero avere delle dirette ricadute anche sulle nostre cooperative.

La provincia di Bolzano e lo stato del movimento cooperativo, qual è la valutazione di Legacoopbund?
Buono. Ci sono iniziative forti che si stanno consolidando. Abbiamo ad esempio un notevole sviluppo delle cooperative sociali, che continuano ad aumentare. Vi sono al proposito in prospettiva alcune fusioni che come Legacoopbund appoggiamo, perché l’unione fa davvero la forza. Inoltre le cooperative sociali sono innovative ed entrano in quel segmento di servizi alle persone svantaggiate che ancor più oggi sono di grande attualità. Nell’edilizia il discorso cambia in quanto i comuni fanno sempre più fatica a reperire i terreni, senza dimenticare un’aumentata difficoltà di accesso al credito da parte dei cittadini.

Possiamo quindi parlare di settori in crescita e di settori in crisi?
Settori in crisi seria non ne vedo. Certo, potremmo immaginare che la stagione delle cooperative edilizie in quattro, cinque anni potrebbe declinare. Per questo motivo, anche di concerto con le altre centrali cooperative, si sta pensando ad altri tipi di soluzioni dell’abitare, come ad esempio il co-housing e il social-housing oppure il costruire sul costruito, utilizzando edifici esistenti. In ogni caso, come Legacoopbund, abbiamo progetti di costruzione di edifici nuovi fino al 2020.

Il movimento cooperativo a sud e a nord di Bolzano, per intenderci nel vicino Trentino e nel Nord Tirolo, come lo definirebbe? Vi sono contatti, forme di collaborazione?
Ovviamente ognuno si occupa del proprio territorio. Naturalmente contatti con la Lega nazionale ve ne sono, ma vorrei osservare che, in ogni caso, la nostra provincia è ancora una terra sostanzialmente preservata dalle crisi che certo, al di fuori di qui possiamo osservare.

La fase politica attuale nella nostra provincia presenta alcune rigidità – il tema della toponomastica, ad esempio – che ci fanno pensare ad una provincia sotto un certo aspetto difficile. Anche queste sono sfide. Come vive queste attualità la Legacoopbund?
Da vent’anni a questa parte Legacoopbund ha fatto anche la scelta precisa di stare a cavallo tra i tre gruppi etnici, lo si evince anche dal nome che abbiamo. Altre realtà lavorano adesso come noi e questo è un bene, perché avvertiamo che la separazione sta diventando sempre più netta. In ogni caso la nostra riposta è tenere attivi, anche a beneficio dell’occupazione, i nostri servizi in tutti i settori economici nell’ottica di una convivenza pacifica e produttiva.

Cooperazione e cittadini extracomunitari in provincia di Bolzano. Qual è il vostro dato in merito?
La consideriamo certamente un’opportunità. Abbiamo avuto ad esempio delle cooperative che si sono costituite essenzialmente tra cittadini extracomunitari che hanno avuto, va comunque detto, sia delle difficoltà di governance sia di posizionamento sul mercato. Riguardo alla situazione dei profughi il mondo della cooperazione si sta comunque sempre più organizzando per dare delle risposte, specie in relazione alle abitazioni, alla lingua, all’occupazione.

Se dovesse definire, come futura agenda di Legacoopbund, qual è il tema più complesso che siete chiamati ad affrontare da qui al prossimo futuro cosa potrebbe dirci? Dove sta, nel vostro settore, la difficoltà vera?
Non parlerei di difficoltà, ma parlerei di sfide. E qui posso senz’altro tornare al tema delle cooperative sociali, che rispondono a molti dei grandi quesiti e bisogni odierni di fasce di popolazione sempre più in aumento. Abbiamo cooperative ben strutturate che sono pronte ad affrontare queste sfide. In questo senso vedo certamente degli sviluppi positivi.

Restiamo sul sociale e concludiamo. Il tema, molto sentito anche nella nostra provincia, dell’assistenza a domicilio ovvero la disponibilità di servizi da parte di badanti. Come è attiva in questo settore la vostra Centrale?
Abbiamo ovviamente anche noi una cooperativa che segue questo settore, che è molto specifico. Ovviamente la cooperativa fa solo da tramite in quanto sono le famiglie i datori di lavoro. Fare da tramite significa dare la giusta soluzione tra le esigenze del singolo caso e l’effettiva disponibilità di chi poi andrà ad assistere. Inoltre, la cooperativa gestisce la parte delle eventuali sostituzioni, le retribuzioni e non ultimo il controllo che il servizio venga svolto come si deve. Infine, e credo sia una cosa molto utile, stiamo collaborando ad un albo provinciale delle badanti al quale possano iscriversi tutti coloro che abbiano svolto la necessaria formazione. L’iscrizione a questo albo permetterebbe di avere un quadro certamente più chiaro e trasparente di questa realtà che appare oggi piuttosto frammentata.

Max Carbone