Gesellschaft | salute mentale

Psicologia scolastica a due velocità

Da vent’anni nelle scuole italiane del Sudtirolo è presente lo sportello psicologico. “La scuola tedesca chiede un servizio analogo”, ricorda l’Ordine degli psicologi.
Scuola
Foto: web

“Nelle scuole vi è un duplice problema: quello d’un aumento del disagio psicologico degli adolescenti, anche a seguito della pandemia da Covid, e quello dell’aumento degli episodi di bullismo, anche contro i professori. Va introdotta la figura dello psicologo a scuola”. È quanto sostiene il ministro all’istruzione Giuseppe Valditara dopo il caso in Lombardia di uno studente 16enne delle superiori che ha accoltellato una sua insegnante. Secondo il ministro “occorre pensare ad un supporto psicologico strutturato sul territorio che sia al servizio delle scuole quando ne hanno necessità. Ne sta discutendo il Parlamento, ci sono diverse proposte di legge provenienti da tutti i gruppi. Serve trovare una sintesi”.

 

Parliamone (in italiano)

 

In realtà, ricorda l’Ordine delle psicologhe e degli psicologi di Bolzano in un comunicato, la scuola italiana da 20 anni fruisce della figura della/o psicologa/o scolastico. E la domanda, in Italia, è in crescita: dall’indagine nazionale “Chiedimi come sto” condotta nel 2022 dalla Rete degli studenti ed elaborata da IRES (Istituto Ricerche Economiche e Sociali) su un campione di 30.000 giovani emerge che il 91% degli intervistati ritiene utile la presenza dello psicologo scolastico e ritiene che il servizio dovrebbe essere ampliato. In Sudtirolo, in collaborazione con l’Intendenza scolastica italiana, l’Ordine sostiene il Progetto “...Parliamone”: uno sportello di ascolto che prevede la presenza di uno psicologo scolastico in ogni scuola italiana della Provincia per fornire strumenti per affrontare in tempo reale il disagio dell’età evolutiva e la complessità del contesto socioculturale della scuola, con strumenti specifici.

 

La domanda nella scuola tedesca

 

Il problema risiederebbe invece nelle scuole di lingua tedesca, dove “sempre più giovani e sempre più insegnanti esprimono il bisogno di avere lo/a psicologo/a a scuola”. Anche in Alto Adige si manifestano varie forme di disagio giovanile: “Abuso di alcol o sostanze, video dipendenza, disturbi alimentari, autolesionismo. In generale, si rileva una crescita dei disturbi di tipo ansioso, depressivo, di ritiro sociale, ma anche episodi di bullismo, di violenza e di illegalità diffusa, rapine ed aggressioni fisiche”.

La seconda causa di morte fra i giovani in Alto Adige è il suicidio, “soprattutto nei gruppi linguistici ladino e tedesco”, mentre la prima causa di morte sono gli incidenti stradali, “spesso causati da abuso di alcol, quindi un’ulteriore manifestazione di disagio”. “Non è, a nostro avviso, compito di docenti o di pedagogisti sociali farsi carico di criticità legate a questioni che afferiscono alla salute mentale, di pertinenza delle professioni sanitarie, come è quella della/o psicologo/a” sottolinea l’Ordine delle psicologhe degli psicologi, la presenza delle psicologhe e degli psicologi scolastici non rappresenta un ulteriore aggravio per la scuola, ma anzi, è un sostegno e un aiuto costante e concorre a fornire un’offerta formativa ancor più completa e realmente rispondente ai bisogni delle nostre figlie e dei nostri figli”.

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Simonetta Lucchi Di., 30.05.2023 - 11:45

Soprattutto nelle scuole ladine e tedesche lo psicologo è indispensabile- come in tutte-, ma occorre una sensibilizzazione dei docenti e possibilmente che lavorasse in team insieme a loro. Difficilissimo che questo avvenga con il problema dei molti supplenti e sostituzione frequente degli insegnanti. Sinceramente mi sembra che il problema del disagio fra i giovani non sia solo di oggi - cambiano solo le forme in cui si esterna- e che anche i docenti avrebbero bisogno di un supporto per sé stessi.

Di., 30.05.2023 - 11:45 Permalink