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Cave e miniere, il calo altoatesino

Estrazioni, Bolzano registra una riduzione del 10% dal 2017 al 2018. In Italia aumenta il prelievo di acque minerali, soprattutto al sud. Trento e il porfido.
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Foto: Asp

In aumento i prelievi di acque minerali, calo delle estrazioni da cave e miniere. Questa in estrema sintesi la fotografia dell’Italia fatta dall’Istat nell’ultimo rapporto sulle attività estrattive, riferito al 2018. La riduzione dei prelievi di risorse minerali, riporta l’istituto nazionale di statistica, è accentuata in sette regioni, in particolare supera il 10% in Campania, Sicilia, Sardegna e Provincia autonoma di Bolzano.

 

Meno pressione antropica

 

Sono 4.518, dice l’Istat i siti estrattivi autorizzati in Italia, 2.169 dei quali in produzione (-3% sul 2017). Le estrazioni nazionali di risorse minerali non energetiche, compresi i prelievi delle acque minerali naturali, ammontano a 183,3 milioni di tonnellate (-1,2%) e sono in prevalenza risorse minerali da cave (83,2%).

Nelle regioni del Nord si concentra il 48,5% dei prelievi (83,1 milioni di tonnellate; +4,9%), seguito da Sud e Isole (55,9 milioni di tonnellate; -13,6%). L’indicatore di pressione antropica Intensità di estrazione di risorse minerali non energetiche è in calo dell’1,4% a livello nazionale.

 

 

Diminuiscono le cave attive

 

Nel 2018 sono rilevati complessivamente 4.518 siti estrattivi autorizzati, dichiarati attivi o non attivi (vale a dire siti dichiarati sospesi o cessati nell’anno di riferimento), dalle istituzioni pubbliche locali, che rilasciano le autorizzazioni alla coltivazione. Di tali siti, 4.398 sono cave e 120 miniere. Rispetto al 2017 si registra una flessione del numero complessivo di siti estrattivi autorizzati (-4,4%).

Complessivamente i siti attivi produttivi sia cave sia miniere risultano 2.169 (-5,7% sul 2017); sono presenti in tutte le regioni, per lo più concentrati in Lombardia (289), Toscana (264), Piemonte (223). I siti estrattivi non attivi sono 844 (+3% rispetto al 2017) suddivisi in 818 cave e 26 miniere.

A livello di materiali, aumentano le estrazioni di sabbia e ghiaia. Fra le regioni con i più elevati prelievi di “porfido, basalto, tufo e altre rocce vulcaniche” figura la Provincia autonoma di Trento con 1,9 milioni di tonnellate (21% del totale nazionale dell’aggregato).

 

 

La flessione dell’Alto Adige 

 

Nel 2018 il 49,1% delle quantità di risorse minerali estratte da cave in Italia proviene dal Nord (quasi 75 milioni di tonnellate), in aumento del 4,8% rispetto al 2017. Emerge invece un calo del 12,2% al Sud e Isole e un aumento del 2,8% al Centro. Sono aree in cui si estraggono rispettivamente 44 e 33,5 milioni di tonnellate. In sette regioni si segnala un calo dei prelievi sul 2017 superiore alla media nazionale (-0,5%). In particolare supera il 10% in Campania, Sicilia e Sardegna e nella Provincia autonoma di Bolzano.

 

Il Sud sfrutta le acque minerali

 

Nel 2018, le estrazioni nazionali di acque minerali naturali utilizzate a fini di produzione aumentano dell’1,7% rispetto al 2017, salendo a circa 16,8 milioni di metri cubi. Le imprese autorizzate alla coltivazione che operano nei siti estrattivi sono 127 (il 39,4% al Nord e il 36,2% al Centro). Sono 159 i comuni nei quali si rileva la presenza di almeno un sito di acque minerali naturali, localizzati per lo più al Nord (42,8%) e al Centro (30,2%).