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L’elettrico che piace ma non conquista

In Italia circolano 40 milioni di auto ma solo 53 mila sono quelle alimentate a batteria. Primo della classe il Trentino Alto Adige con i suoi 12.421 mezzi immatricolati.
Auto elettrica
Foto: upi

In Italia se ne sente parlare sempre più spesso, anche perchè diventate un po’ il simbolo della fantomatica transizione ecologica, ma parlare di decollo è ancora utopia. Secondo i dati forniti da Aci (Automobile Club d’Italia) riferiti al parco autovetture nazionale del 2020, su circa 40 milioni di vetture circolanti sul territorio italiano solo 53 mila sono quelle elettriche, di cui la metà immatricolate in due singole regioni: il Trentino Alto Adige, primo in classifica con ben 12.421 mezzi e la Lombardia con i suoi 10.356. Seguono, non a caso, le altre regioni più ricche tra cui Lazio con 5.789 auto elettriche, Toscana (5.165), Veneto (4.166) ed Emilia Romagna (3.522). Chiudono la classifica, non a caso, le regioni più povere con Molise (56), Basilicata (127) e Calabria (317). 
Assieme a metano e GPL le alimentazioni che scartano (o limitano nel caso di auto ibride) l’utilizzo di benzina e gasolio nel 2020 annaspano a quota 10,7% del totale, contro il 9,8% dell’anno prima.
“Per passare progressivamente a tecnologie sempre meno dannose per l’ambiente, (compreso il settore dell’automotive), bisogna tenere in considerazione le realtà socio-economiche del nostro Paese, ma soprattutto, essere consapevoli che i tempi non saranno brevi - ha dichiarato Gerardo Capozza, Segretario Generale dell’Aci -. In Italia, affinché la mobilità elettrica possa diventare più concreta e diffusa, c’è la necessità che sussistano determinate condizioni che non facili da attuare: aumentare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e non inquinanti; fare in modo che le auto elettriche abbiano equivalenti prestazioni rispetto a quelle a motore tradizionale, autonomia e prezzi in primis; una efficiente e capillare rete di stazioni di ricarica e una sempre maggiore diffusa cultura dell’eco-sostenibile”. 
A causa soprattutto del prezzo di acquisto e della ridotta praticità si stima che le auto elettriche nel 2030 non arriveranno a costituire più del 20% del totale. E mentre nella penisola sono ancora 12 milioni i veicoli altamente inquinanti che continuano a circolare, va considerato allo stesso tempo che quelli elettrici sono ben lontani dal potersi definire sostenibili: non solo non è facile né tantomeno economico smaltirne le batterie usate ma gran parte dell’energia elettrica che abbiamo a disposizione deriva tuttora da fonti fossili, ovvero da centrali a carbone o a gas. 
 

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Gianguido Piani Di., 31.08.2021 - 10:47

Chi genera energia solare, eolica, idroelettrica la vende localmente come rinnovabile (leggi della fisica). Dopodiche' vende i certificati di generazione ad altri che distribuiscono energia, diciamo, a carbone (leggi del commercio) e che in questo modo la possono etichettare come "rinnovabile certificata" (leggi del marketing).
FCA e altri produttori di auto non possono dimostrare il contenimento delle emissioni previsto dalle norme europee per cui comprano certificati di "emissioni zero" da Tesla. A rigore di logica e di correttezza Tesla dovrebbe dichiarare che le sue auto, ad esempio, per il 20% vanno a benzina e che il pieno lo fanno altri. Ma suona meglio "elettrico=emissioni zero". Per l'appunto, marketing.

Di., 31.08.2021 - 10:47 Permalink