Umwelt | Il flagello

Così muore il bosco

L'impressionante progressione del bostrico nei boschi della Val Badia. La Provincia dà contributi per il controllo e la scortecciatura degli alberi
bostrico comparazione
Foto: fb

Lo stesso maso immortalato con il cellulare da un’auto in corsa, a due mesi di distanza, sul versante ovest della val Badia, nei pressi di San Martino. Il confronto tra il primo scatto non proprio in HD pubblicato su salto.bz il 19 luglio, e quello sulla destra (ancora più sgranato), comparso ieri (29 settembre) nel gruppo Unser Bruneck - La nostra Brunico, mostra l’incredibile voracità del bostrico e la funesta velocità con cui si sta diffondendo. Gli alberi di colore marrone hanno coperto diverse delle poche zone ancora verdi. La parte alta del fianco sinistro del monticciolo appena sopra il maso è ormai interamente di diverso colore. Si tratta sicuramente di parecchie decine di sempreverdi divorati dal coleottero nel giro di 9 settimane. E le altre foto pubblicate nella pagina sono ancora più inquietanti.

Una delle cause per questa diffusione impressionante del parassita è stata la grave siccità di questa estate che ha creato stress aggiuntivo agli abeti rossi. Gli alberi “sofferenti”rilasciano infatti nell’aria sostanze che vengono captate dal bostrico. Lungo appena cinque millimetri l’insetto si insinua sotto la corteccia degli alberi, dove scava gallerie che interrompono il flusso della linfa degli alberi già particolarmente deboli. L’insetto attacca piante a terra come quelle abbattute dalla tempesta Vaia, fino a quando il contenuto d’acqua sotto corteccia è sufficientemente alto, o anche piante in piedi, indebolite o stressate, decretandone la morte molto velocemente. Gli alberi perdono il colore verde e diventano lentamente marroni

Secondo quanto riferito dall’ufficio foreste, dopo i 2 milioni di metri cubi di alberi schiantati dalle raffiche di Vaia, altri 2 milioni di metri cubi sono stati schiantati dalla neve negli ultimi due inverni. L’anno scorso il bostrico aveva avuto una espansione contenuta, quest’anno, con la siccità e gli ulteriori schianti dovuti alla neve, è esploso. “Si teme che durerà almeno tre o quattro anni. Secondo i dati che avevamo in primavera il coleottero aveva colpito circa il 10% della massa di alberi abbattuti dalla combinazione Vaia+neve, quindi circa 400.000 cubi o 1.000 ettari", aveva spiegato Marco Pietrogiovanna dell’ufficio foreste. Il problema, dunque, è che dopo essersi nutrito delle piante crollate, il bostrico è attratto da quelle sane ma 'stressate'. “Per la mancanza d’acqua, la stagione ha preso una brutta piega. Anche le piante che qualche mese fa erano in salute  vengono attaccate. Se si osserva un pendio oltre ai nuclei di colore marrone, dove gli attacchi sono già finiti, le piante morte e il coleottero è volato via, ce ne sono altri che stanno iniziando a virare dal verde al marrone. In quelle zone l’attacco dei coleotteri è in corso”. E non si può fare nulla? “La cosa più efficace per limitare i danni, è sgomberare sempre le piante danneggiate o le piante attaccate di fresco. Sarebbero alberi da tagliare e scortecciare”, aveva detto Pietrogiovanna.

 

Per questo, nella seduta di martedì, su proposta dell’assessore Arnold Schuler, la Giunta ha approvato un'integrazione alle linee guida adottate a febbraio per la concessione di contributi per misure di contrasto ai parassiti e le malattie delle piante forestali.
I cosiddetti “alberi esca” sono già stati cofinanziati: una misura che ha mostrato effetti positivi soprattutto durante la primavera. Inoltre sono già stati erogati contributi per il taglio, il controllo e la scortecciatura degli alberi. L’esecutivo ha determinato la misura dei contributi, fissando per ogni albero scortecciato un costo standard pari a 40 euro. "Si tratta di una misura alternativa agli incentivi per il legname danneggiato su cui i proprietari forestali possono contare", evidenzia Günther Unterthiner, direttore del Dipartimento forestale provinciale. I proprietari di boschi che notano un'infestazione in aree remote possono scortecciare gli alberi e privare così il coleottero della corteccia del suo nutrimento. "Questi alberi rimangono nella foresta - a differenza del legno danneggiato, per il quale ci sono incentivi più alti, da 9 a 15 euro al metro cubo. Ma gli alberi devono comunque essere rimossi", spiega Unterthiner.