Gesellschaft | Identità

Se il Monumento alla Vittoria cambia veste

Lunga Notte dei Musei: per la prima volta la discussa opera architettonica è servita da palcoscenico per un evento musicale. Un altro passo verso il depotenziamento?

“Senza la musica per decorarlo, il tempo sarebbe solo una noiosa sequela di scadenze produttive e di date in cui pagare le bollette”, diceva il leggendario Frank Zappa. Non solo il tempo, va da sé, ma anche lo spazio beneficia del potere salvifico e dell’indulgenza delle note. Ne è un esempio tangibile il concerto ospitato in una cornice insolita, il “sagrato” del Monumento Alla Vittoria (le sale interne del percorso espositivo non sono dotate di un’acustica congeniale allo scopo) venerdì scorso, 27 novembre, nell’ambito della Lunga notte dei musei bolzanina che, con la sua 14esima edizione, chiude anche l’anno dedicato del Young & Museum, dedicato appunto ai giovani.

Ventimila sono stati gli ingressi complessivi negli otto musei aderenti, ovvero il Museo Civico di Bolzano, il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, Museion, il Museo Archeologico dell’Alto Adige, il Museo Mercantile, Castel Roncolo, il Percorso espositivo nel Monumento alla Vittoria e il nuovo Museo della Scuola di Rencio che hanno aperto, gratuitamente, le loro porte ai visitatori. Dalle 19 in poi in tutti i musei sono andati in scena, coordinati dal curatore e giovane musicista bolzanino Maximilian Oberrauch, una serie di concerti con l’esibizione di otto band che hanno suonato generi che spaziavano dal jazz all’elettronica, al rock. 


                        Foto: Facebook/Alice Righi 

La vera novità riguarda tuttavia un’opera architettonica in particolare: è la prima volta, infatti, che Il Monumento alla Vittoria si fa palcoscenico in una prospettiva performativa, un’occasione per spogliarsi delle sue narrazioni identitarie e alleggerire ancora, di fatto, il bagaglio di retaggi storici appesi al suo marmo imponente. “È stato chiesto al curatore di orientarsi su un reportorio musicale del jazz degli anni ’30, che era quella proibita dalle dittature - spiega Sabrina Michielli, dell’Ufficio Servizi Museali e storico-artistici di Bolzano -, un fattore che ha contribuito maggiormente al depotenziamento del Monumento, un lavoro che, del resto, continua ad essere portato avanti con il percorso museale. Certo - osserva Michielli - un anno e mezzo fa non sarebbe stato possibile pensare di organizzare in quello spazio eventi del genere, ma evidentemente l’operazione culturale di contestualizzazione di tutto ciò che il Monumento rappresenta sta funzionando”.

Elettrizzati dall’esperienza si dicono anche i musicisti del Backbeat's pulse, la band assemblata per l’occasione - e composta sia da artisti di lingua tedesca che di lingua italiana - che si sono esibiti venerdì nell’area in questione. “Siamo abituati a sentire marce militari o inni nazionali davanti al Monumento, suonare un genere internazionale come quello del jazz sottolinea ancora di più come l'opera sia diventata ormai il simbolo di un altro periodo storico e un patrimonio di tutti; per il nostro concerto poi è stata una scenografia affascinante e maestosa, Piazza Vittoria è spettacolare vista da lassù”, ha dichiarato Michael Loesch, noto pianista jazz e compositore, oltre che organizzatore da diversi anni del “Lana Meets Jazz” e, più di recente, dei famosi concerti del venerdì sera al Laurin, insieme alla sassofonista Helga Plankensteiner. “È una proposta che è piaciuta molto al pubblico - conclude Loesch - spero che eventi come questi possano ripetersi, è una zona che dovrebbe poter essere vissuta di più dai bolzanini”.