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Borlottee, sì i fagioli

Come ogni fine del mese, ecco il servizio di Artstore a sostegno delle realtà artistiche emergenti. Oggi è la volta di un collettivo, scopriamolo insieme!
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Foto: Borlottee

Nel pieno spirito collaborativo di BAW siamo rimasti particolarmente colpiti da una serie di collettivi: esperienze che nascono in Alto Adige, ma anche nei territori contigui, forse una nuova e positiva tendenza. Partiamo dai Borlottee, poliedrico, giovanissimo ed esplosivo gruppo di artist*, graphic designer, dj e multi-talenti trasversali che abbiamo avuto il piacere di ospitare nell’ultima edizione.

Il collettivo tramite un approccio nato dal design, crea opere multimediali e mix media che indagano temi sociali usando l’ironia e la sovversione.

 

Il progetto “Carico” presentato per questa rubrica ha l’obiettivo di generare una riflessione sulla tensione sempre più evidente tra persone appartenenti a generazioni diverse negli ambiti sociali, lavorativi e politici.        

 

Nina Stricker (Artstore): Nomen est omen. Ma perché proprio Borlottee? Chi siete e chi c’è dietro questo titolo che ispira subito simpatia ed empatia. Da dove parte il vostro viaggio, quali tappe avete per ora percorso e soprattutto quale è la vostra meta ideale?

Borlottee Gang: Il nostro collettivo è nato nel 2020 come risposta alla noia del lockdown. Abbiamo unito diversi artisti e artiste organizzando una sfida che ci spronava a creare un'opera in 40 minuti, ogni giorno. Il nome Borlottee è nato proprio durante uno di quegli incontri: ci rappresenta perché è un termine amichevole, che da un senso di molteplicità ma è allo stesso tempo specifico.
Nel 2021 siamo passati dal mondo virtuale a quello reale, esponendo 200 dei più di 500 artwork realizzati durante la pandemia. Possiamo dire che è stata una vera e propria rampa di lancio, che ci ha poi permesso di collaborare con diverse realtà della zona tra cui Ledro Land Art, Smarmellata e la Galleria Contempo di Pergine.


Oltre ai progetti artistici, organizziamo anche dj set con live visual che attingono dal mondo del web e dei meme.
 

Per noi Borlottee è avventura inaspettata, nata inizialmente come una specie di terapia di gruppo, un modo per scatenare l’estro creativo di ognuno di noi e potenziarlo attraverso dinamiche condivise. Non ci saremmo mai immaginati che questo progetto ci avrebbe portato così tanti risultati e siamo infinitamente grati a tutte le persone che hanno deciso di supportarci lungo il nostro percorso. Ora vogliamo continuare a sperimentare, buttandoci a capofitto in nuovi lavori che ci possano far scoprire cose nuove e divertirci, con la curiosità e l’entusiasmo propri di un vero fagiolo.

 

Nell’ultima BAW, ma forse più in generale nella scena artistica contemporanea ho visto emergere di recente e specialmente fra le nuove generazioni uno spirito più collaborativo, un ritorno dei collettivi che in passato offrivano agli artisti uno spazio di condivisione e confronto...

Siamo molto favorevoli alle dinamiche di condivisione e pensiamo che portino dei benefici enormi. Sul territorio abbiamo fatto parte della vita associativa e molto spesso collaboriamo tra noi in situazioni lavorative. Le diverse esperienze, ossessioni e visioni di ognuno, se orchestrate bene, generano una ricchezza probabilmente inarrivabile al singolo. Siamo molto fortunati ad andare d’accordo e a riuscire a confrontarci in modo costruttivo.

 

“Carico” come molti dei vostri progetti ha un approccio fortemente inclusivo, ma anche sovversivo rispetto a sistemi preesistenti e usa proprio il “gioco” come campo d’indagine di dinamiche sociali di incontro, ma anche di scontro intergenerazionale. Che futuro sognate?

Da bravi graphic designer, la comunicazione per noi è sempre al primo posto. Un mondo dove non è possibile il confronto è un mondo incline al conflitto. Sogniamo un futuro dove le persone, indipendentemente dall’età o dalla classe sociale, possano dialogare alla pari, arricchendosi dell’esperienza altrui.
 

 

Voi che con altri progetti lavorate contro lo stereotipo da cartolina di una narrazione esclusivamente turistica dei territori – nel vostro caso l’Alto Garda e Ledro – quali problematiche il vostro territorio d’azione ha in comune con l’Alto Adige e quale potenziale di sviluppo alternativo? 

L’Alto Garda, come l’Alto Adige, vanta di una comunicazione turistica di altissimo livello, che però soffoca ogni altro tipo di narrazione del territorio. Questo porta senza dubbio dei benefici economici, ma spinge sempre di più a un over-turismo che sta invadendo gli spazi e il modo di vivere di chi in questi posti ci abita tutto l’anno. Con i nostri progetti vogliamo togliere la patina incantata dai paesaggi montani per raccontare la normalità di questi luoghi. Ci piace attingere dai social e confrontare quello che le persone postano con la realtà, scoprendo paradossi e vicissitudini surreali.

Ci piacerebbe svelare i segreti dell’Alto Adige, ma non avendolo mai vissuto in prima persona ci risulta difficile. Qualcuno ha voglia di offrirci una residenza artistica?

 

Dettagli opera
 

artist*: Borlottee

titolo: Carico

anno di produzione: 2022

mazzo di carte: 41 bellissime carte 50x94mm

edizione limitata: no, ne stamperemo finché l’umanità ne avrà bisogno o quando saremo stufi

confezione: Cartoncino 52x94x25mm


Prezzo: 35€