Politik | diritto allo studio

Pagare per studiare

In Austria, il programma di governo ÖVP-FPÖ prevede di reintrodurre la tassazione universitaria. Marita Gasteiger (ÖH): “Conseguenze anche per gli studenti sudtirolesi”.
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Foto: web

Mentre la querelle sul “doppio passaporto” sembra essersi sopita – pronta però a riaccendersi alle prime avvisaglie di Sommerloch – c'è un altro argomento sul quale Vienna non ha ancora scoperto le sue carte. Chi è iscritto a un'università austriaca, 400mila studenti di cui circa 7mila sudtirolesi, è infatti in attesa di conoscere le reali intenzioni dell'esecutivo blu-turchese sulla reintroduzione delle tasse universitarie, inserita nel programma di governo ÖVP-FPÖ accanto ad altri provvedimenti (come l'accesso a numero chiuso ai corsi di studio). Nel frattempo è partita la mobilitazione da parte della rappresentanza “istituzionale” studentesca della Österreichische HochschülerInnenschaft (ÖH), che ha lanciato la campagna "Gemeinsam gegen Studiengebühren" (“Insieme contro le tasse universitarie”) raccogliendo 50mila firme consegnate al ministero all'istruzione. A un mese dal lancio dell'iniziativa, però, non è arrivata ancora alcuna risposta.

“In Austria la situazione è diversa che in altri paesi” spiega Marita Gasteiger, sudtirolese e vicepresidente della ÖH, “più del 60% degli studenti lavora, in media 20 ore la settimana, non solo per guadagnare qualcosa ma per sostenersi”. “C'erano già le tasse universitarie, 363 euro a semestre. Ora vogliono reintrodurle portandole a 500 euro: nel 2001, con l'ultimo governo nero-blu, 45mila persone avevano smesso di studiare, il 20% degli studenti”. Oggi il sistema universitario è pressoché gratuito, analogamente a quello tedesco, con la differenza che chi va fuori corso più di un anno paga 363 euro a semestre – e la semi-gratuità vale solo per i cittadini UE e SEE (Spazio economico europeo): tutti gli altri pagano il doppio, circa 700 euro.

Lo studio Education at a Glance dell'OCSE sostiene che in Austria il titolo di studio si “tramanda” dai genitori ai figli, ovvero non c'è una mobilità tra le classi sociali, quell'ascensore sociale che sarebbe la missione del sistema formativo. Solo 20% dei giovani tra 19 e 25 anni ha un titolo universitario più alto rispetto a quello dei genitori. “Le tasse non sono giustificabili: sarebbero fatali per chi lavora, non è sostenuto dai genitori, ha un bambino, non è privilegiato” spiega Gasteiger. Secondo alcune indagini, un quarto degli studenti austriaci versa in stato di povertà.

Il piano del governo resta poco chiaro: il programma dice che il finanziamento privato degli atenei deve arrivare allo 0,5% del PIL. L'aumento della parte di finanziamento privato significherebbe per il governo tasse “moderate”, “ma 500 euro a semestre non è una cifra moderata” sottolinea Gasteiger, “e la conferenza dei rettori ha detto che le tasse non sono la soluzione: il governo ha già detto che la tassazione non verrà utilizzata per finanziare le università ma inserita nel bilancio dello stato. Inoltre ci sarà un grande aumento della burocrazia, senza ricevere più soldi”. La ÖH chiede garanzie al ministro dell'educazione Heinz Faßmann (ÖVP): “Sostiene non sia una priorità, al momento. Ma per gli studenti è un elemento d'insicurezza, non sapere se il prossimo semestre potranno ancora studiare, se dovranno lavorare per poter proseguire gli studi”. Favorevoli alla reintroduzione sarebbero soprattutto i popolari di Sebastian Kurz (“lo era già l'ex-ministro Töchterle”) mentre i liberali della FPÖ puntano a tassare gli stranieri.

Anche per i sudtirolesi che studiano in Austria potrebbero esserci conseguenze amare. Secondo Gasteiger, “chi in Sudtirolo ha diritto alla Studienbeihilfe, con il rimborso delle tasse universitarie, potrebbe vedere ridursi i fondi a disposizione qualora tutti gli studenti fossero tenuti a pagare 500 euro a semestre”. La Provincia Autonoma di Bolzano sarebbe costretta a un esborso troppo oneroso. Solo nell'anno accademico 2017/2018 l'Alto Adige ha messo a disposizione ben 1,27 milioni di euro.

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Manfred Klotz Fr., 01.06.2018 - 08:40

Oliver ich erlaube mir auf einen Denkfehler in deiner Argumentation hinzuweisen. Die ÖH spricht sich gegen das Vorhaben der Regierung aus, nicht gegen eine andere Regelung als die bisherige. Aber ihre Ablehnung kann sie eben nur gegen das Vorhaben der Regierung äußern, nicht gegen irgendetwas anderes, das nicht mal im Raum steht.
Also, wäre es nicht eher Aufgabe der Regierung einen sinnvollen Vorschlag zu bringen, wie den deinen beispielsweise? Bis das Gegenteil bewiesen ist, steht die Regierung in der Bringschuld, nicht die ÖH oder die Studenten direkt. Wozu wird eine Regierung denn gewählt, wenn nicht um sinnvolle Regelungen zu erdenken und umzusetzen?

Fr., 01.06.2018 - 08:40 Permalink