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Pelztierhaltung? Nein danke

Stop agli allevamenti di animali da pelliccia, la senatrice Julia Unterberger (SVP) festeggia l'approvazione dell'emendamento: "Finisce una pratica cruenta e incivile".
Pellicce
Foto: Pambianco

“Grazie a un nostro emendamento alla Legge di Bilancio, dal primo gennaio 2022 l’Italia mette finalmente fine agli allevamenti per ricavarne pellicce. È una conquista di grande importanza nell’impegno per la tutela e il rispetto degli animali”. Così la senatrice della SVP Julia Unterberger, tra le promotrici dell’emendamento che vede come prima firmataria Loredana De Petris (LEU).  “Sono anni – spiega la senatrice – che tra la stragrande maggioranza dei consumatori è maturata una coscienza contro le pellicce vere. Finalmente le norme si adattano a questo sentire e mettono finalmente fine a una pratica cruenta e incivile, salvando fin da subito anche i 7mila cosiddetti visoni riproduttori ospitati nei 5 allevamenti in funzione in Italia".

 

 

 

Con l’emendamento, sottolinea Unterberger, verrà riconosciuto un indennizzo alle imprese del settore e un contributo per la riconversione in attività agricola diversa dall’allevamento degli animali per produrre pellicce. "Ma quello che più conta è che l’Italia finalmente si unisce all’elenco degli altri Paesi europei che già da tempo hanno preso la stessa decisione". Sulla base del principio che gli animali sono esseri senzienti e non merce, ricorda la esponente della Volkspartei, la Francia ha vietato la vendita di cuccioli nei negozi e si sta ponendo il problema dell'alimentazione forzata delle oche per il foie gras: "In Italia, invece, la norma che vieta la triturazione dei pulcini maschi, considerati uno scarto di produzione nell'industria delle uova, entrerà in vigore solo nel 2026. Eppure nel Paese sta crescendo una sempre più forte attenzione contro le sofferenze degli animali. Per questo spero che presto si facciano ulteriori passi in avanti", conclude Julia Unterberger.

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Silke Raffeiner Mi., 22.12.2021 - 23:20

Die Schließung bzw. Umwandlung der Pelztier-Zuchtfarmen ist höchst an der Zeit - immerhin "feierte" die Kampagne "Lieber nackt als im Pelz" von PETA 2020 ihr 30-jähriges (!) Bestehen. Frau Unterberger ist jedenfalls für ihren Einsatz zu danken.
An dieser Stelle möchte ich zudem darauf hinweisen, dass Echtpelz an Textilien, z.B. an Kapuzen, Mützen oder Krägen, vielfach noch immer nicht richtig gekennzeichnet ist. Wer garantiert pelzfreie Mode kaufen möchte, sollte sich auf der Plattform Fur Free Retailer (https://furfreeretailer.com/) informieren. Dort sind jene Modemarken gelistet, die sich schriftlich dazu bekennen, keinen Echtpelz mehr zu verkaufen.

Mi., 22.12.2021 - 23:20 Permalink