Politik | Il progetto

L'economia trentina sfida Athesia

Confindustria, Federcooperative, Confesercenti, artigiani e albergatori decisi a finanziare un quotidiano per fare concorrenza all'Adige che fa parte dell'impero Ebner.
Palazzo Stella Confindustria Trento
Foto: Confindustria Trento

“Entro gennaio dovrebbe essere perfezionata la pratica notarile che darà vita ad una società editrice di un nuovo quotidiano trentino. Capofila è il presidente degli industriali, Fausto Manzana, ma vi dovrebbero far parte le categorie economiche della provincia di Trento”.

Lo scriveva qualche giorno fa, sul sito Trentino nuovo, Alberto Folgheraiter, dal 1979 al 2010 cronista alla redazione di Trento della Rai, poi capostruttura, nonché trentinista (?) tra i più colti (ha pubblicato 27 libri su storia, tradizioni ed etnografia del Trentino-Alto Adige). Una fonte più che autorevole, quindi, ed infatti la notizia viene confermata a vari livelli. Il gruppo "interforze" è quindi ad un passo dal fondare un nuovo quotidiano che cercherà di fare concorrenza all’Adige e al Corriere del Trentino (dorso del Corsera, edito dal gruppo Cairo Rcs Media). Nelle intenzioni il giornale dovrebbe uscire entro l’estate. Non c'è ancora un appuntamento dal notaio per cui la prudenza è d’obbligo. Il passo che manca è quello che fa la differenza. Del resto fare un quotidiano da zero senza essere degli editori è molto complicato. Farlo funzionare in modo che sia economicamente sostenibile è un’impresa che è riduttivo definire ardua. Ma i gruppi economici coinvolti questo lo sanno bene. Tra gli addetti ai lavori nel mondo dell'informazione se ne parla da tempo e le reazioni sono le più disparate. Se alcuni nutrono dubbi per il fatto che dietro al progetto non vi sia un “editore puro”, altri sono fiduciosi proprio perché, di fatto, a sostenerlo e a suddividersi il rischio di impresa, vi sarebbe praticamente l’intero “sistema economico trentino”. Altri ancora vedono in questa massiccia presenza di vari gruppi di interesse il vero tallone d’achille dell’iniziativa.

 

Ad ogni modo è inevitabile chiedersi quali siano le vere ragioni di quello che sta accadendo. Un sussulto di orgoglio trentino per rispondere all’attuale dominio sudtirolese dell’informazione? Un semplice moto di ribellione in nome del pluralismo e contro le condizioni capestro imposte da Athesia nel settore pubblicitario? (da più parti si narra di “commerciali” sguinzagliati nel mondo economico-istituzionale con il mandato di sbandierare il diritto a fissare prezzi folli per far fruttare la posizione di monopolio) O una reazione ai molteplici, e forse un po’ troppo decisi, tentativi di Michl Ebner di stoppare l’operazione? Probabilmente, la somma di tutti questi elementi. Sta di fatto che le prossime due-tre settimane saranno decisive. Il cantiere è aperto da molto tempo e le realtà coinvolte ora hanno “deciso di decidere”. Se ci sarà unanimità (o quasi), al più tardi nella prima metà di febbraio i presidenti delle varie associazioni andranno dal notaio per fondare la società. Altrimenti, semplicemente, il progetto sarà da considerarsi abortito prima di vedere la luce.

Ma unanimità fra chi? Come scrive Folgheraiter il capofila dell’operazione è Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento, presidente di Gpi, fra le aziende leader nel settore delle tecnologie dedicate alla Sanità, al sociale e alla pubblica amministrazione che conta più di 6.100 dipendenti. Un vero e proprio colosso internazionale, ormai. Oltre a Confindustria sono coinvolte la potente Federazione trentina delle cooperative, Confesercenti, le associazioni degli artigiani e l’Associazione albergatori. Attualmente manca l’adesione di Confcommercio, presieduta da Giovanni Bort, omologo di Michl Ebner alla Camera di commercio Trentino, nonché membro del cda di SIE, la società che fa capo ad Athesia e pubblica l’Adige. Resta da capire solo se Bort, uomo di potere old style, sia in grado di fare il bello e il cattivo tempo nella sua associazione. Da quanto si è potuto apprendere  diversi associati avrebbero a loro volta avuto un “moto d’orgoglio” e chiesto alla dirigenza di non restare esclusi da un’operazione poco, o per nulla, attrattiva dal punto di vista economico, ma molto importante, anche se può suonare retorico, dal punto di vista del legame fra il mondo economico e il proprio territorio. Quello dell’informazione è, infatti, un settore sempre più strategico e legato a doppio filo ad economia e politica. Ma lo è, forse, ancor di più in un territorio che non perde occasione di ricordare a se stesso quanto sia fiero della propria autonomia. Parrebbe quindi che il mondo economico trentino abbia deciso che in questo quadro non può continuare a lasciare campo libero ad un editore sudtirolese, abituato ad usare senza remore i propri mezzi di informazione per fare politica e per consolidare i parecchi altri interessi economici del gruppo.

 

La formula societaria scelta dai potenziali azionisti dovrebbe essere quella della holding, che darebbe vita ad un Ente terzo settore. Questo, poi, farebbe da editore avendo un socio unico (la holding). L’ETS  permette di avere tanti tipi di soci con diritti (e doveri) diversi: soci sovventori (quelli che ci mettono i soldi), soci promotori, soci istituzionali, soci ordinari … . Ed anche se oggi con l’editoria è quasi impensabile  “fare i soldi”, questo è un tipo di società che non consente di avere opportunità di business. Il piano prevede l’assunzione di 18-19 giornalisti più il direttore ed un “back office” snello. Difficile che con queste forze si riesca a stampare un giornale di 40 pagine che garantisca una qualità medio-alta e avere contemporaneamente una efficace presenza online, per cui non è escluso che la foliazione possa essere ridotta rispetto alle aspettative iniziali. Del resto oggi la tendenza dei nuovi progetti editoriali cartacei che si stanno ritagliando fette di mercato – si veda il Domani, oppure il Foglio – è puntare ai contenuti esclusivi di alto livello piuttosto che inseguire gli schemi dei megacontenitori traboccanti di notizie di ogni genere.

Quello che è certo è che per aprire un giornale cartaceo nel 2022 ci vuole molto coraggio. La sfida è gigantesca, l'avversario, un osso durissimo. Bisognerà vedere, come osservava sempre Folgheraiter, se la schiera di “editori” sarà abbastanza lungimirante da stare alcuni passi indietro, lasciando piena libertà al direttore e ai giornalisti nelle scelte.

Nelle redazioni dei quotidiani ci sono dinamiche diversificate a seconda dei casi. Se anche non arrivano ordini chiari dall’alto, avere un solo editore potente e ingombrante – ci sono parecchi esempi a livello nazionale - può indurre all’autocensura, al servilismo o al prestarsi a campagne contro lo sventurato di turno, ma, appunto, in un ambito quanto meno circoscritto. Se invece, avendo come editrici tutte le categorie economiche un redattore non si sentisse libero di scrivere un pezzo che mettesse in cattiva luce la tal azienda perché è associata a Confindustria, ed un altro si trattenesse dall’approfondire gli effetti negativi del turismo per non infastidire gli albergatori, il nascente giornale finirebbe per non scrivere più una notizia che sia una. E come si diceva una ventina di anni fa: i giornali stanno in piedi con le notizie, non con le opinioni o i dibattiti. Ma forse i tempi sono cambiati.

Bild
Profil für Benutzer Sebastian Felderer
Sebastian Felderer Do., 13.01.2022 - 07:23

È confortante, leggere questa notizia di Fabio Gobbato. È una decisa reazione sui tre articoli citati sotto "Weitere Artikel zum Thema ......" con "giornalisti in piazza", "Gianclaudio va alla guerra" e "Athesia é ovunque, anche dove non c'é". E io aggiungo: " ..... anche dove non dovrebbe essere". Ma leggere del sussulto di orgoglio trentino per un altoatesino é come sognare. Noi a Bolzano i sussulti siamo stati dissabituati a fare. Noi conosciamo piu il "coro" unisono, che canta l'inno del partito maggioritario. L'azione descritta é nettamente economica, lo deve essere per durare nel tempo. Ma per me vale di piu l'azione politica che c'é dietro, quella di Bressa e quella della resistenza contro un monopolio. Forse il Trentino ha visto, come vanno le cose con un impero, che non si limita a stampare giornali, ma poi col potere entra fino al centro della democrazia e fa danni maggiori al paese e alla libertá di ogni giorno, assai oltre la restrizione della libertá di stampa. Stai sveglio, caro Trentino.

Do., 13.01.2022 - 07:23 Permalink
Bild
Profil für Benutzer Hartmuth Staffler
Hartmuth Staffler Do., 13.01.2022 - 08:52

Die Reaktion der Trentiner kommt reichlich spät. Dem Herrn Felderer empfehle ich, sich mit den Regeln für die Akzentsetzung in der italienischen Sprache zu befassen, wenn er schon unbedingt diese Sprache verwenden will.

Do., 13.01.2022 - 08:52 Permalink
Bild
Profil für Benutzer Hartmuth Staffler
Hartmuth Staffler Fr., 14.01.2022 - 08:12

Antwort auf von Hartmuth Staffler

Nur zur Information: Es gibt in der italienischen Sprache den accento acuto (z.B. sé, perché), der eine geschlossene Aussprache des betreffenden Vokals kennzeichnet, und den accento grave (tè, è), der eine offene Aussprache kennzeichnet. Da ich sehr viel als Übersetzer tätig bin (Italienisch-Deutsch und Deutsch-Italienisch), ist mir die italienische Grammatik geläufig.

Fr., 14.01.2022 - 08:12 Permalink
Bild
Profil für Benutzer alfred frei
alfred frei Do., 13.01.2022 - 15:37

Synergie storiche fra le realtà editoriali di Trento e Bolzano possono portare a fare una domanda: "Compromessi storici imprenditoriali" interetnici in provincia di Bolzano e conseguenti "silenzi stampa" potrebbero essere una spiegazione o rientrare nella logica divisoria delle risorse in un territorio a statuto speciale ?

Do., 13.01.2022 - 15:37 Permalink
Bild
Profil für Benutzer Sebastian Felderer
Sebastian Felderer Sa., 15.01.2022 - 09:16

Weil sich "salto communitiy mangement" gemeldet hat und viel Spaß beim Diskutieren wünscht, stelle ich fest, dass Beleidigungen keine Diskussion sind. Aber ich bin es nun bereits gewohnt, dass auf salto.bz sich Leute heimisch fühlen, welche zu einer vernünftigen Diskussion gar nicht fähig sind. Ist ja klar, wer die S.F. als politische Heimat hat, als Gemeinderat kapituliert und sich als Übersetzer über Wasser hält, der kann sich nur an einen accento acuto oder grave klammern und dann noch behaupten, es ginge ihm um den Inhalt. Solche Leute sind wirklich "arm", im Geiste nämlich.

Sa., 15.01.2022 - 09:16 Permalink
Bild
Profil für Benutzer Liliana Turri
Liliana Turri Sa., 15.01.2022 - 17:29

Il signor Dominikus ha ragione. E inoltre un italiano non si sarebbe magari neanche accorto dei due accenti mancanti, perché succede! Io, di madrelingua italiana, sono meravigliata dalla competenza linguistica del signor Felderer e a molti italiani piacerebbe conversare con la stessa disinvoltura in tedesco, a voce e per iscritto. Ma a noi è riservata solo l'arida competenza grammaticale, sintattica e lessicale scolastica ,senza avere in genere la possibilità di metterla in pratica. Gli accenti acuti di norma non si scrivono in italiano, a meno che non siano tonici a fin di parola, come in "perché", che del resto con la penna viene scritto come grave. Solitamente scrivendo in internet o con il computer vengono automaticamente posti corretti alla fine di alcune parole. Un saluto a tutti anche al divertente signor correttore di accenti!

Sa., 15.01.2022 - 17:29 Permalink