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“La voce è il nostro strumento”

Quanto ci si deve allenare? Possono cantare tutti? Cosa succede una volta spente le luci? Il dietro le quinte del soprano altoatesino Martina Bortolotti von Haderburg.
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Foto: Xiomara Bender

Martina Bortolotti von Haderburg è un soprano altoatesino di fama mondiale con alle spalle importanti studi di canto in scuole di prestigio, dalla Scala di Milano all’aula di Vito Maria Brunetti, ex direttore del Conservatorio “Monteverdi” e considerato uno dei docenti migliori di canto lirico in Europa. Ha vinto concorsi, cantato nei teatri di mezzo mondo, mentre oggi si racconta a salto.bz.

 

salto.bz: Bortolotti, la città di Salorno ricorre nella sua vita e, da qualche anno, persino nel suo nome d’arte. Come mai?

Sì, mi chiamo Martina Bortolotti von Haderburg e la Haderburg si trova a Salorno, Bassa Atesina. Un arricchimento del mio nome d’arte nato durante questa pandemia. Va considerato un segno di mia nuova rinascita dopo i lunghi lockdown e per superare il dolore di amici perduti per il Covid. Ma è anche un cognome italiano e tedesco, dunque bilingue. A sancire che sono un’artista che conosce bene entrambe le lingue e parla entrambe le lingue dalla nascita. 

Quando nasce la sua passione per il canto?

“Sono sempre stata attratta fin da piccola dai travestimenti (esempio: al Carnevale di Bolzano), dalla danza dalla musica. E anche nei giochi mi piaceva sviluppare queste passioni. Da più grande ho anche cucito da sola costumi e mantelli. E nei cortili invitavamo i parenti a seguire i nostri teatrini. Questa è stata la mia infanzia-adolescenza a Bolzano.

E l’ idea di cantare davanti a un pubblico?

Sicuramente quando frequentavo la MusikSchule. Ognuno studiava uno strumento ma era obbligatorio far parte anche del coro. La maestra mi ha scelto una volta per una parte da solista e poi mi ha preparato per andare al Conservatorio. Allora neanche sapevo che cosa fossela lirica, di cui non avevo un'idea approfondita.

Sostenere economicamente gli studi di canto non è semplice. Il suo collega Saimir Pirgu, grande tenore albanese, poi bolzanino di adozione, ora cittadino d’Europa, ha raccontato di aver lavato i piatti per mantenersi agli studi. E anche lei ha dovuto impegnarsi particolarmente...

Esatto, non ho certo problemi a dire che ho fatto la cassiera, la babysitter e diversi lavori analoghi nei primi anni di studio. 

 

Come definirebbe il canto lirico?

Una tecnica che permette di ampliare molto il volume della voce senza… danneggiarla. E anche l’estensione, l’agilità. Esercizi ed esercizi, come si fa per il balletto o la ginnastica artistica, ad esempio.

Il suo debutto nella lirica come è avvenuto invece?

Quando sono entrata nel Coro della Scala, a Milano. E poi ho sentito le opere da vicino. Mi sono iscritta al Conservatorio milanese, poi all’Accademia scaligera. Ed è iniziato tutto.

Prima la Lirica e poi l’Operetta?

Io non faccio distinzioni. La tecnica lirica serve per i Lieder, per l’operetta e per le opere. Differenze non ce ne sono. Penso persino a certi musical.

Che cosa occorre invece?

Bisogna saper cantare senza microfono e su una grande distanza tra noi e il pubblico, accompagnati dagli strumenti più disparati e riuscendo a farsi ascoltare senza problemi. Si possono raggiungere note acute, fare colorature (vocalizzi su singole sillabe e altri virtuosismi, ndr).

È vero che bisogna allenarsi tutti i giorni?

Certo. Dobbiamo fare esercizi, costantemente, alternando allenamento e riposo. Poi, se si ha l’occasione di cantare in opere nuove per il mio repertorio, anche lo studio di brani nuovi diventa ovviamente fondamentale. Melodie nuove, testi nuovi. E prove di regia se si tratta di opere, al di là della conoscenza della parte vocale che si da per acquisita. 

Quando si riposa una cantante lirica?

Di solito il lunedì, quando non c’è spettacolo e di solito nemmano prove in teatro.

La sua vacanza più lunga? 

Più di una settimana, mai successo. Salvo durante il lockdown, naturalmente. E poi, non essendo sposata e non avendo figli, posso comunque organizzarmi. 

 

Si può cantare dai 3 ai 90 anni? Oppure è solo uno stereotipo?

Si può cantare fino a quando si riesce a stare in piedi. Anche seduti, volendo. In teoria, se si è in forma in generale e si continua ad allenarsi, con una buona tecnica può davvero cantare molto ma molto a lungo.

Si può venire scritturati lo stesso?

Magari non a novant'anni per la parte di una ragazzina, ma a volte si esagera con cantanti troppo giovai per esigenze sceniche mettendo a repentaglio la voce non ancora matura.

Negli ultimi anni si ha l’impressione che nel mondo dell’opera l’aspetto fisico sia diventato un qualcosa di fondamentale. È davvero così?

Una volta cantava la voce e basta. Ora l’attenzione esagerata per l’immagine è presente, eccome. Ma non solo nei teatri e nelle sale da concerto.

 

Se dovessimo paragonare la lirica a uno sport, quale sarebbe?

A me fa pensare molto al balletto e anche alla ginnastica artistica. Anche qui sono presenti agilità, tenuta e forza. Il ritmo e la musicalità, anche. Poi ancora, tutto questo è a corpo libero. Uno strumentista ha il suo violino, il suo pianoforte. Il nostro, di strumento, è la voce. Noi “siamo” il nostro strumento. 

Cambiando argomento, come si è concluso per lei il 2021?

In bellezza, nonostante tutto. Con concerti di Natale e di Musica Sacra tra cui quello diretto dal Maestro Azzolini col Coro Polifonico Castelbarco e orchestra replicato a Brescia e Avio e trasmesso in Streaming, interpretando Mozart e Haydn. 

E questo 2022, verso il quale tutti coltiviamo aspettative?

Il 2022 incomincia purtroppo con ulteriori cancellazioni da gennaio ad aprile (praticamente cancellati quasi tutti gli impegni nel 2020 e fino a maggio 2021), come il concerto di Capodanno col Maestro Kuhn a Lucca cancellato, e il concerto di Capodanno a Heidelberg, cancellata anche la registrazione di „Indigo“ per la Naxos, sempre causa covid e anche lo spettacolo in Piazza San Marco a Venezia per l‘apertura del Carnevale, dove dovevo cantare. 

Qualche buona notizia sui suoi concerti prossimi?

“Resistono” i concerti a Magdeburg in gennaio sempre con il Maestro Günther Sanin per gli Altmark Festspiele diretti dal Maestro Seehafer. Nell’ensemble anche Sara Airoldi, primo violoncello dell’Arena di Verona. Ad aprile cancellato e spostato di un anno il Requiem di Mozart in forma scenica nella versione di Henri Dutron, per il Theaterloft Bad Mainberg.

 

“Edith Cavell” sarà finalmente ripreso e andrà in scena?

Si tratta di un grande e importante progetto, che è già stato rinviato di due anni causa Covid e che finalmente verrà ripreso, nel quale interpreterò il ruolo principale di Edith, l’infermiera eroina venerata in tutto il mondo anglosassone e alla quale sono stati dedicati film, libri e che ha dato il nome ad edifici, strade e persino montagne intere, per esempio in Canada. L’ Opera verrà eseguita per la prima volta in tempi moderni diretta dal Maestro Dario Salvi a Malta al Pjazza Teatru Rjal, ristrutturato da Renzo Piano, con la Malta Philharmonic Orchestra e Coro. 

Ci dia ancora una buona notizia per gli appassionati e anche followers sulla Rete che la seguono nei concerti e non solo.

Sono stata nominata membro d’ onore del nuovo Teatro “Theaterloft”  Bad Mainberg in Germania e anche responsabile dell’ area Opera e Operetta. Inoltre sono stata invitata come Guest Star ad interpretare i ruoli principali nelle opere Francesca di Foix  e di Rita entrambe di Donizetti al Festival Estivo di Lemgo sempre per il Theaterloft. Inoltre è uscito il calendario Allaluna Opera 2022, che  viene venduto anche in tutto il mondo online:  in tutti i continenti totalizzo 27.000 Fans. Il primo Fan Club in forma organizzata parte da Salorno con Inge Stefani. Sempre sui Social c’è un altro Fan Club attivo già da qualche anno “Musikliebhaber” di Sebastian Felderer, che ha organizzato il meraviglioso concerto a Curon quest’estate . Mentre un altro concerto dalla location spettacolare sulla Haderburg quest’estate è stato organizzato dal Fan Club di Salorno in collaborazione col Comune.

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Profil für Benutzer Sebastian Felderer
Sebastian Felderer So., 30.01.2022 - 08:32

Martina Bortolotti von Haderburg ist eine Künstlerin von besonderem Format. Auf der Bühne professionell, exzellent, mit ihrer eindrucksvollen Stimme, stark und gleichzeitig gefühlvoll. Eine Sopranistin, welche die Stimmbildung bis zur Perfektion beherrscht, aber vor allem mit dem Herzen singt. Dies springt auf das Publikum über und lässt eine herrliche Stimmung aufkommen bei ihren Konzerten. Martina Bortolotti von Haderburg bewältigt ein Repertoire, das sie international bestehen lässt und bis nach Übersee bekannt werden lies. Wer sie als Person zu schätzen gelernt hat, der weiß, dass sie trotz Ruhm und Ehre mit beiden Füßen auf dem Boden steht, äußerst freundlich und liebenswert ihren Fans begegnet und ihr Publikum liebt. Martina arbeitet hart und unermüdlich. Musik bedeutet ihr alles und der internationale Erfolg belohnt sie zu Recht, wenn auch die Zeiten während der Pandemie alles andere als leicht für sie waren. Martina Bortolotti von Haderburg, eine begnadete Künstlerin, eine erhabene, liebenswerte Frau.

So., 30.01.2022 - 08:32 Permalink