Politik | Il "riassuntone"

Le domande aperte del caso SAD

Come poteva sapere la cordata che Alfreider sarebbe stato vittima di uno scandalo con due mesi di anticipo? Chi ha organizzato il complotto per "sparare" all'assessore?
Freunde im Edelweiß
Foto: Othmar Seehauser

Chi è la fonte confidenziale, copertissima dalla Procura, che nell’estate 2018 presenta l’esposto contro l’assessore Daniel Alfreider per la faccenda, poi sgonfiatasi, delle baite irregolari in val Badia? Come fa l’avvocato-senatore Meinhard Durnwalder a garantire allo zio Luis nell’ottobre 2018, ad urne ancora calde, che la testa di Alfreider  - in quanto uomo vicino al presidente Arno Kompatscher - sarebbe presto rotolata, se per la prima volta il mondo saprà dello scandalo "Hütten" il 13 dicembre 2018? Sono due delle domande cruciali che viene da porsi dopo la lettura di Freunde im Edelweiss di Christoph Franceschini e Artur Oberhofer, rispettivamente redattore e già Chefredakteur di Salto.bz e Chefredakteur della Tageszeitung. Quesiti, che, vista la gran voglia dell’Svp di allontanarsi a tutta velocità dal baratro in cui stava per lanciarsi, molto probabilmente non avranno mai una risposta. Stamani (3 aprile) Achammer e Kompatscher  hanno preso parte, sfoderando sorrisi distesi, alla 71ma assemblea generale del Theaterverband (STV) ed hanno condiviso lo stesso post sui social. Non accadeva da chissà quanto. La pace, forse, potrebbe anche reggere.

 

 

E’ dunque per evitare che un ampio numero di persone si ponesse queste domande che i vertici della Stella alpina - con in prima fila lo stesso Luis Durnwalder assitito dal fuoco di copertura del Dolomiten - hanno fatto di tutto per stoppare la pubblicazione del libro e, poi, per fare in modo che si sorvolasse sui suoi contenuti. L’obiettivo era semplicemente quello di tenere tutto nascosto appellandosi alla privacy, come se complottare contro colleghi di partito per far aggiudicare un servizio ad una società, sia una specie di diritto sacrosanto.

Dopo aver letto il libro, quindi, non si può che cadere dalla sedia se si ripensa alla raffica di tentativi di derubricare le intercettazioni come “Blöde Rede”. “Il Landeshauptmann è uno stupido” (Gatterer) o “è il peggiore di sempre” (Widmann) sono, indubbiamente “cavolate” che si dicono liberamente al telefono, come quando si inveisce contro il capo ufficio o il collega assenteista con cui poi si va spesso a bere il caffé. Se fosse stato questo il punto, l’assessore Thomas Widmann sarebbe già stato “sfiduciato” da Kompatscher a fine dicembre, quando ne scrisse il settimanale Ff. La gran parte dei dialoghi pubblicati, invece, dipinge un quadro complessivo piuttosto inquietante rispetto al modo disinvolto di concepire il rapporto tra politica e affari di alcuni dei protagonisti.  Per questo vale la pena di tentare di sintetizzare le parti più rilevanti della vicenda anche in lingua italiana. In questo “Bignami” si cercherà di riassumere soprattutto le conversazioni che hanno una indubbia valenza politica, lasciando da parte anche capitoli importanti che rivelano, ad esempio, come i vertici di Sad abbiano cercato di “comprarsi” il consenso di alcuni media con mega-campagne pubblicitarie o altri intrighi riguardanti, ad esempio, la gara per l’aeroporto (questi meriterebbero un riassunto a parte).   

Una pubblicazione sofferta

Prima di cominciare con la sintesi occorre qualche ulteriore premessa: i vertici Svp, per dire, sanno che i giornalisti Franceschini e Oberhofer sono in possesso delle intercettazioni del caso Sad dalla tarda primavera del 2021. L’Obmann Philipp Achammer già nell’estate dello scorso anno “consiglia” infatti a Heinz Peter Hager di convincere Kompatscher – con cui il plenipotenziario del tycoon austriaco René Benko è in ottimi rapporti – a muoversi per stoppare la stesura del libro. Per l’esattezza Hager parla di un vero ricatto con minaccia di diffusione della lista delle “Spenden” (fra cui vi sono quelle dello stesso Hager), ma Achammer smentisce seccamente.

Nel mese di dicembre 2021 si diffonde ad una cerchia più ampia la voce che il libro in cui verranno sintetizzate 5.000 pagine di trascrizioni è già in fase avanzata. Le pressioni per evitare di “far saltare tutto” diventano sempre più forti. Oltre al malloppone in possesso dei due cronisti circolano anche parti di una informativa della questura di 150 pagine con i riassunti scritti dagli agenti per la Procura. Ed è proprio su questo documento che si basano i primi importanti articoli pubblicati dal settimanale Ff a fine dicembre. In questa fase esce la frase dell’assessore Thomas Widmann che definisce Kompatscher il peggior presidente della storia ed emerge anche il ruolo attivo di Luis Durnwalder per cercare di determinare la composizione della Giunta. Si inizia a capire la portata dello scandalo e quindi entra in azione la contraerea. L’Alt-Landeshauptmann invia contemporaneamente al Dolomiten e al Garante l’esposto per richiedere di fermare la pubblicazione del libro, esposto che arriverà anche a Salto.bz a fine febbraio. Per ricordare a tutti, intanto, cosa c’è in ballo, un paio di volte alla settimana il giornale diretto da Toni Ebner mette alla gogna il nemico giurato Karl Zeller in quanto ritenuto la fonte dei due cronisti. In uno degli articoli il giornale dei sudtirolesi ad un certo punto pubblica una mail che dovrebbe smascherare Zeller, ma il nome del mittente viene  cancellato male con il pennarello. Facendo uno zoom con il PC si scopre facilmente che il mittente è Meinhard Durnwalder. Per questo su salto.bz ci concediamo il titolo ironico in stile via del Vigneto: Der Dolomiten-Informant.

 

Venerdì 18 marzo il volume Freunde im Edelweiss viene presentato dai due autori al Filmclub. Il Dolomiten da giorni si divide tra articoli in cui insiste sulla non “pubblicabilità” delle intercettazioni e manganellate sulle ginocchia al duo Kompatscher-Hager per la questione donazioni. Il giovedì successivo il settimanale Ff, rivendicando la primogenitura sulla nascita dello scandalo, minimizza la portata delle novità del libro e si butta sulle donazioni al partito, fornendo, va detto, importanti novità (che saranno oggetto del riassuntone di domani).

L’avvio dell’inchiesta

I contenuti del libro, finalmente. Si parte con una curiosità. L’inchiesta per cui la Procura dispone le intercettazioni prende avvio il 9 luglio 2018 dopo che l’amministratore delegato di Sad, Ingemar Gatterer, presenta un esposto contro gli uffici della Provincia per turbativa d’asta e abuso d’ufficio relativamente alla gara miliardaria per il trasporto pubblico. Il più classico dei boomerang, insomma. Senza quell’esposto non vi sarebbe stata alcuna inchiesta e alcun telefono sotto controllo. Le intercettazioni, poi, vengono effettuate tutte tra il primo ottobre 2018 e marzo-aprile 2019. L’altra cosa molto curiosa è che, avendo da un lato egli stesso presentato l’esposto e avendo anche numerose altre fonti a tutti i livelli, Ingemar Gatterer e i suoi interlocutori parlano al telefono sapendo di essere intercettati. E lo affermano più volte.

Oltre all’ad pusterese, viene messo sotto controllo anche il telefono del direttore di SAD, Mariano Vettori, per decenni avvocato amministrativista di Pietro Tosolini, il noto costruttore che a propria volta era stato il principale azionista della società di trasporto prima che subentrasse Gatterer.  

La voce di Luis Durnwalder, per 25 anni presidente della Provincia Autonoma, e quella di Thomas Widmann, sono presenti nelle trascrizioni solo per le loro numerose telefonate con Gatterer e Vettori. Entrambi sono molto amici del ricco imprenditore di Falzes, ma il primo, che ha governato per 25 anni la Provincia e conosce ogni più segreto anfratto dell’amministrazione, è anche consulente pagato da SAD.

 

Le intercettazioni

Il primo dialogo che viene messo in rilievo da Franceschini e Oberhofer avviene tra Widmann e Gatterer.

Il contesto è questo: le elezioni del 23 ottobre 2018 portano l’Svp ad un calo dei consensi sia del partito sia del presidente Arno Kompatscher. Tre giorni dopo il voto Gatterer chiama “Tommy” per congratularsi e dirgli che si augura diventi assessore alla mobilità in modo che, assieme, possano “mettere da parte velocemente i problemi per portare avanti una buona politica dei trasporti per il Sudtirolo”. Widmann si dice convinto che ce la faranno. Gatterer ad un certo punto afferma che di questa cosa è meglio parlare di persona perché sa di essere intercettato. L’assessore in pectore replica di essere sicuro al 100 per cento che c’è un modo per continuare ad affidare il servizio a Sad con soluzioni a regola di legge e sostiene che nelle due settimane successive si chiarirà a chi Kompatscher assegnerà la competenza alla mobilità. Gatterer preannuncia che, se andrà ad Alfreider, come poi è stato, continuerà imperterrito la sua guerra con la Provincia.

Nella celebre intercettazione del 26 novembre 2018 Widmann in apertura afferma che non c’è mai stato un presidente così debole e che ha fatto così tanti danni all’Alto Adige come Kompatscher. Gatterer replica di avere detto a Michl Ebner, capo di Athesia, di voler essere il primo a inserire la frase “il peggior Landeshauptmann di tutti i tempi” nel Jahresüberblick e si dice convinto che le 13.000 preferenze in meno ottenute dal Landeshauptmann siano di persone che di fatto danno ragione a lui. Sul miglioramento dei dati economici in Alto Adige, Widmann sostiene che Kompatscher non ha alcun merito, che se non ci fosse stato lui alla guida della Provincia per 5 anni le cose sarebbero andate bene comunque. Tra gli errori imputati al presidente ci sono l’aeroporto, IDM, il bando e, e, e, … , insomma, una catastrofe”.

 

Breve parentesi. Dopo la pubblicazione del dialogo su Ff, Achammer a gennaio bolla come debolezza “umana” il fatto di lasciarsi andare a giudizi pesanti su terze persone in colloqui privati. E, senza alcuna ironia, ha ragione: rispetto alle altre cose che emergeranno queste sono effettivamente “cavolate”.

Il complotto contro Alfreider

Per vedere entrare in scena l’ex Landeshauptmann occorre un passo indietro, al 24 ottobre, il giorno dopo il voto. Durnwalder e Gatterer commentano l’esito della tornata elettorale. Il secondo si rammarica dell’esclusione dal consiglio di Andreas Pöder, “suo“ uomo nell’opposizione e Luis Durnwalder gli dà ragione. Ad un certo punto Gatterer si lamenta per il buon risultato ottenuto da Alfreider. “Lì stanno andando avanti un paio di cose … “ abbozza Durnwalder e Gatterer replica che bisogna attaccare in modo massiccio.

Durnwalder replica che ormai era un po’ tardi e che sarebbe stato meglio sparare (metaforicamente) ad Alfreider prima delle elezioni.

Altra parentesi. Andando con il pensiero a come e quando è emerso lo “scandalo” dei rimborsi chilometrici che ha costretto tre mesi fa Jasmin Ladurner a dimettersi da consigliera per fare posto a Paula Bacher, lascia sbalorditi quello che l’Alt-Landeshauptmann dice subito dopo: Durnwalder racconta a Gatterer di aver chiesto al nipote avvocato Meinhard, divenuto senatore, cosa fosse andato storto con Paula Bacher, prima dei non eletti, per cui lui si era speso molto in campagna elettorale. Meinhard gli risponde di stare tranquillo perché di lì a poco probabilmente Alfreider sarà costretto a lasciare. Lo zio Luis riferisce a Gatterer di aver chiesto spiegazioni e che Meini gli avrebbe risposto: c’è ancora qualche cartuccia da sparare. Al che Durni racconta di aver replicato che ormai era un po’ tardi e che sarebbe stato meglio sparare (metaforicamente) ad Alfreider prima delle elezioni.

Questo, come scritto in apertura, è forse il punto dell’intera vicenda che solleva i maggiori, inquietanti interrogativi. Ricapitolando: alla fine di ottobre 2018 “Meini” è al corrente che a breve scoppierà uno scandalo che investirà Alfreider. Ma è solo durante le trattative per la formazione della Giunta, il 13 dicembre, che il settimanale Ff esce con la storia di copertina sulle “Hütten” (per la quale l’assessore sarà indagato e poi assolto). Per mesi, quindi, qualcuno ha tramato nell’ombra per far dimettere Alfreider e far entrare in consiglio Paula Bacher in modo da evitare che ci fossero ostacoli per SAD e la delega chiave alla mobilità andasse a una persona fidata.

Il 23 ottobre Durnwalder chiama Gatterer e gli dice di aver sentito Thomas Widmann, il quale gli ha comunicato che farà di tutto per diventare assessore alla mobilità, cosa che “porterebbe alla risoluzione di tutti i problemi in 30 minuti”. L’ex presidente della giunta precisa che Widmann è “sotto il suo controllo” (anche queste sono frasi già pubblicate su FF). Alla fine della telefonata Durnwalder afferma che prenderà contatti con la Lega e che pensa ai Freiheitlichen come sostituti di Pöder. L’ex presidente racconta di aver perfino istruito i “blu” in una riunione consigliando loro di essere più aggressivi con la Provincia “se non vogliono sparire”. Due giorni dopo le elezioni, dunque, il gruppo “Gatterer-Durnwalder” ha già deciso che deve essere il Carroccio il partner di governo e non i Verdi e il PD. Gatterer in varie telefonate dice ripetutamente di odiare il PD e i comunisti e si lascia andare perfino a frasi dal sapore neonazista (c’è da augurarsi che lo faccia per irretire le forze dell’ordine che lo stanno ascoltando).

Il 12 dicembre 2018 il patron di SAD chiama prima Vettori e poi Durnwalder per festeggiare l’uscita su FF, il giorno successivo, del pezzo sulle baite di Alfreider. “Questa è una buona cosa”, commenta Durnwalder. Se aprono un’inchiesta sarebbe super, ribatte Gatterer. “Così lui esce ed entra la Bacher”, replica “Luis”. “Ma non dovrebbe però dimettersi, almeno non fino al rinvio a giudizio”, obietta Gatterer. “Sì, ma uno (cioè Kompatscher) dovrebbe essere prudente prima di dargli competenze importanti” ribatte Durnwalder. Poi l’Alt-Landeshauptmann chiude la conversazione dicendo che seguirà bene gli sviluppi, perché la vicenda gli sta molto a cuore.

Il 21 dicembre Thomas Widmann, parlando con Gatterer, racconta che si sta ancora battendo per diventare assessore alla mobilità e che le sue chance sono migliorate perché Daniel Alfreider forse non ce la farà (a superare lo scandalo-baite).

Ma secondo le voci che circolano, Kompatscher continua a voler affidare la mobilità ad Alfreider. A questo punto si arriva al capitolo forse più agghiacciante del libro. A ridosso di Capodanno con grande nonchalance i vertici di Sad pianificano di andare a “mettere paura ai genitori di Alfreider”, per convincerli che lo scandalo Hütten è troppo grande e per fare in modo che convincano il figlio a dimettersi. Negli ultimi giorni del 2019 il direttore di Sad Mariano Vettori preannuncia la visita in val Badia anche a Giuliano Vettorato. Il colloquio con i genitori dell'ex deputato badiota avviene il 7 gennaio. Il 25 gennaio Daniel Alfreider giura come assessore alla mobilità. Il 27 aprile, a 63 anni, Riccardo Alfreider, padre di Daniel, cade da un balcone dell’hotel di famiglia e perde la vita. Il 21 novembre 2021 l’assessore alla mobilità viene assolto da ogni accusa. "Sono felice e sollevato che questa vicenda, che per me e la mia famiglia è stata molto dolorosa, sia finalmente conclusa”, commenta parlando con il Tgr Rai.

Il complotto “italiano”

Degli interventi della cordata SAD per influenzare le scelte della Lega e portare Giuliano Vettorato all’assessorato alla mobilità e, poi, alla vicepresidenza, su salto.bz abbiamo già scritto in due differenti articoli che qui a tratti riprendiamo, aggiungendo però altri dettagli.

 

Va inizialmente ricordato che alle elezioni del 2018 Massimo Bessone è nettamente il più votato del Carroccio: 4.398 preferenze. Secondo, Giuliano Vettorato, con 3.001. E’ la prima volta che il partito salviniano ha i numeri per aspirare a governare e gli eletti hanno zero esperienza. Detto con rispetto, i membri della Lega in questa vicenda appaiono come i classici vasi di coccio che vengono frantumati da quelli di ferro ancor prima di aprire bocca, come del resto in precedenza è sempre accaduto anche agli uomini PD anche se con esperienza ventennale. Inevitabile che il gioco sia condotto da altri e che leggendo queste righe tutti e quattro gli eletti sembrino perennemente in balia del lato oscuro della forza, con Darth Vader che talvolta si esprime con accento sudtirolese ed altre con l’inflessione lombarda.

 

Ormai è chiaro che pure in questa parte della storia tutto ruota intorno all’assessorato alla mobilità, che, se non va a Widmann, deve finire agli "italiani", in quanto a loro volta “manovrabili”. Mariano Vettori, che è da parecchi anni vicino al Carroccio, prova prima a testare suo nipote Carlo (terzo eletto del Carroccio, passato nel frattempo a Forza Italia, che però lo stesso zio sembra non stimare molto). Trova poi una sponda in Giuliano Vettorato, che è il solo degli eletti vicino a Filippo Maturi, il deputato che vanta legami solidi con “Milano”.

Il 16 novembre 2018, scrivono Franceschini e Oberhofer, avviene il primo incontro tra Mariano Vettori, Filippo Maturi e Giuliano Vettorato. E’ presente anche Daniele Amadei, socio di Maturi, e “uomo di collegamento” tra SAD e Lega. Qualche ora dopo l’incontro Vettori svela ad Amadei di aver ricevuto una telefonata dal nipote Carlo che gli chiedeva che cosa volesse SAD visto che erano al tavolo con la SVP. Apriti cielo. Bessone, Mattei e Vettori vengono dipinti come “traditori” che credono di avere l’appoggio di Milano ma non lo hanno. Via Bellerio sta con Maturi, dice Amadei. Si preannunciano tuoni e fulmini.

Per raggiungere lo scopo anche in questo caso "vale tutto". Bessone finisce sui giornali italiani per un post su Facebook dal tono xenofobo. Opportunamente informato il Dolomiten deciderà però di non riprendere la notizia perché “è interesse della famiglia Ebner portare la Lega in Giunta”, spiega espressamente Martin Alber, uomo di fiducia di Gatterer. Cioè: meglio non parlare dello scivolone di Bessone, altrimenti nel mondo di lingua tedesca potrebbe ingrandirsi il fronte pro Pd-Verdi.

Il 26 novembre Amadei rivela a Vettori che, dopo l’intervento di Maturi, Bessone è stato avvisato da Calderoli che potrà scordarsi la vicepresidenza. Vettori informa Gatterer che nel pomeriggio vedrà Vettorato per istruirlo su tutto quello che c’è da sapere del sistema dei trasporti e di SAD. Secondo i due tutto sta andando nella direzione giusta, e cioè verso l’assegnazione della delega alla mobilità a Vettorato. “Lo preparerò in modo da farlo diventare un grande assessore alla mobilità”, afferma Vettori. Gli bastano un paio di sessioni di 2 ore l'una.

 

In un altro incontro di cui Vettori riferisce a Gatterer, Vettorato gli avrebbe preannunciato che la trattativa con la Stella alpina sarebbe stata presa in mano dal Commissario nazionale, Roberto Calderoli, chiamato direttamente in causa anche dall’amico Luis Durnwalder. In questa fase clou della formazione della Giunta l’Alt-Landeshauptmann è iper-attivo. Vede anche Bessone per spiegargli che i leghisti devono chiedere la mobilità, una delega che permetterebbe al Carroccio di arrivare fino al più piccolo paesino dell’Alto Adige, come se a guidare gli autobus fino a Proves fossero Bessone e Vettorato. L’importante, chiude l’Alt-Landeshauptmann, è che la delega non vada ad Alfreider. “Altrimenti siamo finiti”.

A questo punto accade un incidente diplomatico che raffredda i rapporti già gelidi tra  Kompatcher e Calderoli. Il Landeshautpmann informa Vienna che una proposta di riforma elettorale che ridurrebbe i senatori altoatesini a due è stata presentata in modo unilaterale dallo stesso esponente leghista. Calderoli interpreta la mossa come un affronto personale e per due settimane non risponde alle telefonate di Kompatscher. Ad un certo punto per mostrare “chi comanda” viene a Bolzano e vede Achammer senza che sia presente Kompatscher. “Il mio interlocutore è l’Obmann”, rimarca Calderoli al Corriere dell’Alto Adige.

Mariano Vettori vede ormai lo striscione del “traguardo” e si immagina Vettorato già seduto ai comandi della mobilità altoatesina. E' talmente sicuro e poco scaramantico che contatta perfino Gianfranco Jellici, capo ripartizione della Provincia nel settore mobilità ai tempi in cui l’assessore era Thomas Widmann e gli propone di diventare capo dipartimento di Vettorato. Questi, scrivono Franceschini e Oberhofer, si mostra entusiasta all’idea.

 

Stando alle intercettazioni, il 6 gennaio Vettorato chiama Vettori, e lo rassicura sul fatto che “l’unica competenza che abbiamo chiesto è quella alla mobilità”. Il 10 gennaio i quattro consiglieri eletti della Lega vanno a Roma per vedere l’allora ministro dell’interno e “capitano” del partito, Matteo Salvini, il quale decide che in giunta andranno Vettorato e Bessone, mentre Rita Mattei sarà vicepresidente del consiglio. L’11 gennaio Vettorato e Vettori devono vedersi e decidono di farlo al Bar Defranceschi di Laives in modo da “stare imboscati”.

Il 14 gennaio 2019 Kompatscher assegna finalmente le deleghe. Con il senno di ora i protagonisti della vicenda riterranno forse una fortuna che la mobilità venga data a Daniel Alfreider. Nella circostanza il Landeshauptmann “punisce” anche Achammer per il flirt con Calderoli (anche se i primi forti dissidi tra i due, in realtà, risalgono all’anno precedente, quando l’Obmann appoggia in solitaria la richiesta delle destre tedesche sulla doppia cittadinanza italo-austriaca) ed assegna la vicepresidenza tedesca a Schuler (poi tolta per lo scandalo dei 600 euro), ma accetta l’indicazione di Calderoli promuovendo vicepresidente “italiano” Giuliano Vettorato.

Questo, in sintesi, è quanto. Come si è visto i punti da chiarire all’interno della Stella alpina e della Lega sarebbero ancora parecchi. Il “bene” dei due partiti imporrà probabilmente che questa gigantesca montagna di guano venga digerita in silenzio senza fare altre storie. Nelle prossime settimane si vedrà se tutti saranno disposti a farsene una ragione.

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Profil für Benutzer Josef Fulterer
Josef Fulterer So., 03.04.2022 - 21:57

Endlich auf der richtigen Fährte, um das lächerliche Geschrei um die abgehörten Telefone einiger aufgeblasenen Größen zu überwenden und zum tatsächlichen SAD-Skandal durch zu dringen.

So., 03.04.2022 - 21:57 Permalink