Umwelt | Lo studio

Quasi mille lupi nelle Alpi

Diffusa finalmente la sintesi del monitoraggio nazionale. In Alto Adige pochissimi i dati disponibili rispetto al Trentino. Dieci i branchi che si muovono tra le province
lupo.jpg
Foto: ISPRA

Quanti sono i lupi nelle regioni alpine? Dopo anni di lavoro, l'Ispra - l'istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale - ha finalmente reso noti i dati del monitoraggio relativo agli anni 2020/2021. Il numero stimato è di circa 950 esemplari, mentre sono quasi 2400 quelli distribuiti lungo il resto della penisola. Complessivamente in Italia si stima dunque la presenza di circa 3.300 lupi.

Secondo il rapporto sono dunque 102 i branchi e 22 le coppie presenti nelle regioni alpine (intera superficie – zone collinari e di pianura incluse- di Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Province Autonome di Trento e Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia), per un totale di 124 unità riproduttive. La maggior parte di esse si concentra nella porzione occidentale dell’arco alpino, dove sono presenti 91 branchi/coppie. Nell’area centro orientale sono invece 33, quasi la metà delle quali ha territori transregionali: per esempio 10 branchi sono a cavallo delle Province Autonome di Trento e Bolzano e la regione Veneto. Secondo quanto emerso dal rapporto “Il lupo in Alto Adige 2020”, "nascosto" sulle pagine della Provincia di Bolzano a luglio 2021 senza, cioè, darne comunicazione al "grande pubblico" (si rimanda a quanto scritto nel settembre 2021) la situazione di generale ed aperta ostilità nei confronti della presenza del lupo nel territorio altoatesino non ha finora consentito un monitoraggio accurato del fenomeno. Nel 2020 i tecnici provinciali hanno genotipizzato 17 esemplari di lupo ma le notizie sui branchi, ampiamente disponibili in Trentino (dove sono stati definiti gli spostamenti di 17 branchi e un centinaio di esemplari) in Alto Adige non lo sono. Non vi sono dubbi che il numero di esemplari che si muove nella provincia di Bolzano sia sensibilmente più alto rispetto ai 17 animali genotipizzati, ma i calcoli si devono fare a spanne. Saranno tra i 25-30 in movimento tra le Province di Bolzano e Trento. Il report è disponibile a questo LINK .

La disparità di dati tra le Province di Bolzano e Trento è impressionante. Guardando i dati sembra si tratti di due territori distanti centinaia di chilometri.

La scarsa disponibilità di dati è unicamente legata alla delicatezza politica del tema in Alto Adige. Le campagne stampa sostenute dal Bauernbund sui mezzi Athesia di lingua tedesca rendono l'argomento quasi non affontabile pubblicamente. E anche chi ha cariche pubbliche non si fa problemi a invitare il mondo degli allevatori a farsi giustizia da solo. In realtà c'è poca collaborazione da parte di allevatori e cacciatori cosicché i branchi  - come scritto l'anno scorso - sembrano dileguarsi appena varcato il confine con la Provincia di Bolzano.

Tornando al neopubblicato rapporto Ispra se si calcola l’estensione delle aree di presenza del lupo (41.600 km2 nelle regioni alpine e 108.500 km2 nelle regioni peninsulari), si può affermare che la specie occupa la quasi totalità degli ambienti idonei nell’Italia peninsulare". Ovunque la popolazione di lupo è cresciuta, sulle alpi si è registrato l’aumento più significativo.

L’attività di monitoraggio, tra il 2020 e 2021, ha coinvolto una vasta rete di esperti nella raccolta dei segni di presenza del lupo da Nord a Sud. Nelle regioni alpine - si legge nella nota stampa dell'Ispra - il monitoraggio è stato coordinato dal Centro referenza grandi carnivori del Piemonte e dall’Università di Torino (DBIOS) nell’ambito del progetto Life WolfAlps EU. Lo studio ha richiesto l’integrazione di tecniche di indagine di campo e genetiche, analizzando i risultati con i più recenti modelli statistici prodotti dalla comunità scientifica. Trattandosi di stime, per ciascuno dei numeri relativi alla presenza va considerata una forchetta di errore: tra gli 822 e i 1099 per le regioni alpine, tra 2020 e 2645 per le aree peninsulari. Il monitoraggio è stato condotto suddividendo in celle di 10x10 km il territorio nazionale e realizzando due analisi distinte per le Regioni/Province Autonome della zona Alpi e le Regioni dell’Italia peninsulare. La presenza del lupo è stata documentata da 6520 avvistamenti fotografici con fototrappola, 491 carcasse di ungulato predate, 1310 tracce, 171 lupi morti, oltre che da 16.000 escrementi rinvenuti sul terreno. Sono state condotte 1500 analisi genetiche che hanno permesso di identificare la specie. 

Il monitoraggio ha impegnato una rete di oltre 3000 persone, tra operatori volontari formati e personale dei Parchi nazionali e regionali, Regioni e Provincie autonome, università, musei, 5 associazioni nazionali (Aigae, Cai, Legambiente, Lipu, Wwf Italia), 37 associazioni locali, 504 reparti dei Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari (CUFAA) dell’Arma dei Carabinieri. La rete di operatori è stata coordinata nella regione alpina dal progetto Life WolfAlps EU e nella regione dell’Italia peninsulare da 20 tecnici incaricati da Federparchi Europarc Italia (la Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali). Disponibili sul sito Ispra materiali video relativi alla campagna di monitoraggio.