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“Un campo largo con SVP e civismo”

Parla Carlo Bettio, appena nominato da Enrico Letta commissario del PD altoatesino. “Dalla SVP segnali incoraggianti. Lega balbettante sulle intercettazioni SAD”.
carlo bettio
Foto: PD Ponte San Nicolò

salto.bz: Dottor Bettio, da commissario ad acta a commissario “politico” del PD dell’Alto Adige. Come spiega questo rinnovato incarico, che sancisce un commissariamento vero e proprio (e prolungato) del partito altoatesino?

Carlo Bettio: Alla luce dell’attività che ho svolto come commissario ad acta per il congresso, il segretario ha ritenuto di procedere con una formula più robusta, onde assicurare una guida più coerente con quello che è l’impegno politico nazionale, ovvero la costruzione di un campo largo. Si tratta di superare alcune tensioni e divisioni che si erano manifestate in questi mesi, con l’impasse nello svolgimento del congresso. È emerso in modo chiaro che gli aspetti programmatici e formali celavano alcune criticità di natura politica. Di qui il commissariamento, così com’è accaduto ad esempio in Valle d’Aosta, a Venezia, a Caserta.

Per quanto durerà questo commissariamento?

La durata dipende dalla risposta del territorio. Ma accanto alle criticità, ho trovato delle situazioni molto positive, sul lato della preparazione politica, delle risorse in campo, del patrimonio di esperienze e capacità. Ci sono condizioni non così malvagie; oltre alle ombre vedo anche molte luci. Il mio approccio è fiducioso sull’esito.

Avrà un doppio compito da svolgere: proseguire nella “ristrutturazione” organizzativa del partito locale, e affrontare i prossimi appuntamenti elettorali, politiche e provinciali.

C’è da accompagnare un’armonizzazione ad esempio nelle iscrizioni al partito, un aspetto sul quale ero intervenuto in Alto Adige. Basti pensare che, a livello nazionale, le modalità sono cambiate rispetto al passato: l’iscrizione online cresce sino al 70% degli iscritti, a fianco delle tessere tradizionali cartacee che si attestano sul 30%. Per quanto riguarda questa nuova fase per me, dopo un approccio più prudente, di ascolto e di osservazione, si passa a una fase più politica. Avrò incontri di natura politica con altre forze e altri esponenti politici, con le figure istituzionali, gli amministratori locali del Partito Democratico, i responsabili dei circoli che non si sono ricostituiti.

 

 

Lei ha accennato all’impegno a livello nazionale per un “campo largo”. Come si può tradurre questo “campo” in chiave sudtirolese?

Va tenuta presente la specificità del territorio, non sono formule immediatamente trasferibili da Roma con un copia-incolla. Vanno adattate. C’è da verificare se i segnali, queste spinte che vengono  dall’interno della SVP, già manifestate negli ultimi mesi, siano figlie di una valutazione politica, se anche sulla base della fallimentare esperienza con la Lega ci sia la voglia di cambiare strada, di prospettare un cambio di campo in vista delle provinciali 2023.

Lei è molto ottimista.

I segnali arrivati sono tutti in questo senso. Io li registro positivamente, poi vanno sostanziati con un cambio di passo. Abbiamo visto una Lega balbettante e silente nel caso delle intercettazioni, quando sull’immigrazione la troviamo molto determinata. C’è da costruire un campo largo che parta dalla società: la ricchezza culturale e sociale dell’Alto Adige non la scopro io, non si tratta di inventare nulla di nuovo ma di fare bene le cose, riconnettersi con la società, di riattivare un dialogo sulla base anche di altri esempi di “campi larghi”. Il risultato ottenuto a Padova, per esempio, è importante.

A Padova c’è un rapporto fruttuoso tra il Partito Democratico e “Coalizione civica”, lista ecologista e di sinistra. In Sudtirolo ci sono i Verdi e il Team K, dialogherete con loro?

Personalmente incontrerò e parlerò con tutte le forze assieme ai nostri referenti locali. Darò vita a un coordinamento politico che mi affiancherà. E con questo organismo incontreremo le realtà di cui lei parlava. Apriremo un rapporto anche col civismo, che non ha un solo orientamento: c’è un civismo di sinistra, ma anche uno “autentico” di collocazione più centrista, non opportunista e che non strizza l’occhio alla destra. Ovviamente la condizione è un rapporto di reciproco rispetto.

Alle ultime provinciali il PD era coalizzato con le Civiche. Nel frattempo, ad esempio a Merano, le civiche hanno scelto però altre vie.

Si tratta di rispettare il campo, appunto. Non può esserci un gioco dei due forni, civici di un certo tipo a livello provinciale e di un altro a livello comunale. I cittadini sono stanchi di scelte opportunistiche, chiedono una prospettiva di contenuto e di merito. Io mi propongo di ridurre al minimo la conflittualità, che spesso nascono dagli organigrammi, ma cercherò di costruire rapporti con altre forze incentrate su basi programmatiche, con un rapporto di reciproco rispetto e ascolto. Nel mio caso sarà un approccio umile, di disponibilità di ascolto, ma arriverà un momento in cui si assumono le decisioni. Abbiamo diversi mesi davanti, sia per le politiche che per le provinciali.

Lavorerà, come anticipava, a un’alleanza con la SVP?

Il rapporto con la SVP è strategico. È un tema che ci impegna in maniera responsabile, per le amministrazioni e le alleanze passate, perciò va riaperto un dialogo. C’è forte determinazione in questo senso da parte del nostro partito. I segnali sono incoraggianti. E intanto ricevo in continuazione messaggi da chi si augura un buon esito del mio impegno, da tutte le aree del partito come da persone che erano iscritte al Partito Democratico.

Un commento sull’uscita di Di Maio dal Movimento 5 Stelle? L’alleanza coi pentastellati è al capolinea?

La vicenda 5 Stelle è maturata in tempi molto lunghi. La scelta di Di Maio fa sintesi di una lacerazione che ha investito da tempo il Movimento. Il tema però non è l’alleanza con i 5 Stelle, ma la costituzione di un campo di forze europeista che garantisca un futuro al paese in un momento drammatico, tra pandemia, crisi climatica e il rischio di una crisi sociale senza precedenti. Di fronte a questo, la crisi dei Cinque stelle non è certo l’urgenza da affrontare.

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Massimo Mollica Do., 23.06.2022 - 12:55

Caro Carlo, non ci conosciamo. Politicamente appartengo alla tua stessa compagine politica. Conscio che la politica di fatto non esiste più. Rimane una casta "eletta" di pochi che parlano dei massimi sistemi senza entrare mai nella questione dei problemi. Se posso darti un consiglio sii chiaro e trasparente. Fai tutto alla luce del sole. Se poi vuoi riportare la gente alla politica smetti di ascoltare i soliti politici e ascolta le persone. Ascolta chi deve districarsi tra tasse, bollette e problemi vari. A Bolzano in particolare costo della vita, prezzi degli immobili impazziti, disoccupazione e traffico. Prendi di petto il problema della droga tra i giovani e l'inclusione di tanta gente tagliata fuori solo perché ha origini differenti. Incomincerei da chi passa ore al parco stazione senza una prospettiva. Questi sono i miei semplici consigli poi se vuoi continuare a parlare di formule politiche, apparentamenti e quant'altro fai tu.
Ti ricordo solo che abbiamo una guerra praticamente in casa, il mondo si è spaccato in due e l'economia è piena crisi!

Do., 23.06.2022 - 12:55 Permalink
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Karl Trojer Fr., 24.06.2022 - 10:03

Caro Commissario, inanzitutto Ti auguro un ricreativo soggiorno nel nostro bel Südtirol ! Sono di madrelingua tedesca e da anni iscritto al PD. Il motivo della mia iscrizione : le decisioni essenziali di sviluppo dei territori vengono prese a Brussel e lí serve potersi affidare a un interlocutore che ha voce in capitolo, sia affidabile e si batta per piú regionalismo, piú solidarietà sociale, e meno burocrazia...., ed il PD , penso, risponda piú della stessa SVP a queste esigenze. Inoltre sono interessanto a migliorare la convivenza fra i nostri gruppi etnici.

Fr., 24.06.2022 - 10:03 Permalink