Politik | editoria

"Sarà la mia ultima battaglia"

La vicepresidente leghista della commissione non ammette l'emendamento "anti-Athesia" alla legge sulla concorrenza. Il senatore Bressa: "Non mi fermo".

Era il  9 dicembre 2021 quando sulla Tageszeitung usciva per la prima volta la notizia dell’emendamento Bressa contro i monopoli editoriali. Su salto.bz il senatore del Pd ma iscritto al gruppo per le autonomie affermava di essere pronto ad andare alla guerra contro il monopolio Athesia. Un minuto dopo l'annuncio si è verificata una situazione inedita. Da tutti i media Athesia, italiani e tedeschi, sono cominciate pressioni fortissime (per usare un eufemismo) sull’intero mondo politico affinché la proposta venisse ignorata. Obbedirono quasi tutti, fingendo che il problema fosse la credibilità della proposta di Gianclaudio Bressa, essendo egli da sempre “amico” dell’Svp, ma in particolare vicino ai nemici pubblici di Athesia Arno Kompatscher e Karl Zeller. Nel pianeta Svp a schierarsi pubblicamente con Bressa fu la senatrice Julia Unterberger. Nel mondo italiano a violare inconsapevolmente l’embargo fu la consigliera meranese del PD, Daniela Rossi, che inviò un comunicato stampa di sostegno, rischiando, con questo, di essere bandita vita-natural-durante da tutti i media.

Il Partito democratico di Merano – scrisse Rossi -  plaude alla iniziativa del senatore Gianclaudio Bressa il quale ha proposto un emendamento alla legge di bilancio nazionale volto a limitare al massimo al 50% la concentrazione, in una unica mano, del mercato della carta stampata locale, con ciò escludendo con effetto immediato dai contributi pubblici coloro che dovessero superare tale quota di possesso". Secondo il pd meranese "la concentrazione dell’informazione rappresenta un grave vulnus alla democrazia, soprattutto qui in Alto Adige dove l’80% della informazione locale è appannaggio di testate giornalistiche, sia di lingua italiana che di lingua tedesca, appartenenti al gruppo Athesia, il quale fa riferimento ad uno dei personaggi più rappresentativi del partito di raccolta dei cittadini di lingua tedesca, partito di maggioranza in consiglio provinciale”.

L’emendamento poi non fu ammesso alla legge finanziaria dalla presidente del Senato Casellati per un’azione a tenaglia, di elementi di spicco del Pd romano, sollecitati da quello trentino, dell’Svp anti-Kompatscher, e della Lega. Bressa non si è scompose ed annunciò che ci avrebbe riprovato con la legge sul mercato e la concorrenza. Con il trascorrere dei mesi l’intera provincia si è potuta rendere conto che esiste un problema tra Athesia e il presidente Arno Kompatscher con lo scoppio del caso “intercettazioni SAD”. Nel frattempo, inoltre, si è potuto pure assistere ad un surreale dibattito in consiglio provinciale sul pluralismo dell’informazione in cui gli interventi pronunciati in particolare da alcuni consiglieri italiani ricalcavano pari pari un comunicato diffuso da Athesia nelle settimane precedenti.

 

Ora a Roma si è arrivati alla discussione – in commissione – della legge sulla concorrenza. Ma Bressa non aveva fatto i conti con il fatto che il ddl sarebbe stato “spezzato” in due e il troncone con l’emendamento in questione sarebbe andato all’esame della Camera. Non aveva fatto i conti, soprattutto, con Giorgia Andreuzza, vicepresidente leghista della X Commissione parlamentare Attività produttive. Ieri la deputata lo ha dichiarato inamissibile in base a quanto previsto dall’art. 47 della legge 99/2009.  Vale solo la pena di ricordare che come emerge da tutte le intercettazioni pubblicate nel libro Freunde im Edelweiss, l’Athesia, in quanto entità politica prima che editoriale, è stato il più grande sponsor dell’ingresso in giunta provinciale della Lega al posto del tandem Pd-Verdi (che, va detto, rappresentava comunque un cambio di paradigma difficile da immaginare). Ma la dichiarazione di inammissibilità potrebbe essere anche del tutto casuale e fondatissima dal punto di visto procedurale, anche se altri deputati l'hanno giudicata pretestuosa.

Gianclaudio Bressa, però, che ha annunciato di essere alla sua ultima legislatura, non demorde. “Io di certo non mi fermo – afferma -  prima o poi troverò il modo di andare fino in fondo. Le motivazioni addotte per la non ammissione sono molto tirate per i capelli. E’ la mia ultima battaglia e cercherò di combatterla fino alla fine”.