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Foto: Nuovo Trentino
Politik | trentexpress

La strana guerra di Dr. Ebner & Mr. Mike

Il grande capo di Athesia che aveva chiuso Il Trentino riapre Il nuovo Trentino 17 mesi dopo. Tutta maschile la prima pagina della prima edizione. Sei firme su sei.

C’è il duro, pragmatico Mister Mike che chiude il giornale Trentino a causa delle perdite eccessive, togliendo il posto di lavoro a 19 giornalisti  (17 gennaio 2021) e c’è il rassicurante Doktor Ebner che riapre il Trentino Nuovo (oggi, 18 ottobre 2022) e allora ecco 6 assunzioni per un foglio di 12 pagine… perché il Trentino ha dimostrato che c’è tanta voglia di giornali e tanta fame di pluralismo dell’informazione. Parola di Michl Ebner, oggi dottor Jekyll, ieri mister Hyde.

Per questo, il nuovo Trentino è uscito oggi. Gratis (da domani, 1 euro). In 20mila copie. Portato in tutte le edicole insieme con il fratello maggiore Adige. Perché Ebner ha deciso che il Trentino (la provincia meridionale della regione autonoma), un anno e mezzo dopo, ha dimostrato di meritare la resurrezione del Trentino giornale (con un quarto delle forze redazionali e della foliazione), quotidiano annegato nel gennaio 2021. Nessuna ripicca, nessuna provocazione, nessun disturbo alla concorrenza che arriva. Non c’entra nulla il fatto che sta per uscire il nuovo quotidiano di una cordata concorrente (industriali, artigiani, Cooperazione del Trentino), il T, annunciato per il 3 novembre prossimo venturo: giorno dell’ingresso dei Cavalleggeri di Alessandria in Trento, dal ponte sul Fersina: 104° anniversario, dunque, della liberazione di Trento italiana dal giogo austriaco; ci avranno pensato, i fondatori, che qualcuno potrebbe fare il parallelo tra l’irredentismo e la rivolta contro il semimonopolio ebneriano?

 

Gli obiettivi del T sono stati esplicitamente dichiarati: raggiungere le 5mila copie nel giro di tre anni. Impresa improba ma non manifestamente impossibile. Non dichiarati quelli del Trentino nuovo: che costa 1 euro ma ha solo 12 pagine (8 centesimi la pagina) rispetto al T che ne costerà uno e mezzo ma ne avrà ben 40 (4 centesimi la pagina). Giornale completo, il T, per far concorrenza alla testata leader, l’Adige, fratello maggiore del resuscitato.

Che oggi si è presentato dunque nelle edicole trentine. Buona la prima? Mah, diciamo così così. Tutta maschile la prima pagina della prima edizione. Sei firme su sei. Oltre a direttore e redattori (l’ex vice dell’Alto Adige e direttore del Trentino, il roveretano Paolo Mantovan; gli scoppiettanti ex Adige Andrea Tomasi e Gigi Zoppello; Luca Marsilli; gli editorialisti Pier Dal Rì e Mauro Marcantoni, ex dirigenti provinciali, firme note da quarant’anni e passa). Unico tocco femminile, la foto dell’ex Miss Italia Alice Rachele Arlanch, intervistata perché ha scelto di abbandonare le passerelle e di fare la consulente legale (brava!). Titolo principale: “Poveri con 1800 euro al mese. La grande piaga delle bollette”. Diciamo che non è stata un’apertura spiazzante. E la prima vignetta in seconda pagina: “Il nuovo inno ufficiale del Trentino… si slancian nel cielo Fugatti e Meloni…”. Mah.

Rispetto alle ambizioni del T, il nuovo Trentino non dovrebbe rappresentare un pericolo, per qualità e quantità di informazione. Ma un problema economico sì. Il figlio resuscitato di Ebner&Mike drena pubblicità (in questo primo numero: l’orefice Mastro7, gli immobiliaristi deluxe Engel&Völkers, il Consorzio autoriparatori artigiani, le finestre Scaiarol, la Camera di Commercio, il Centro di lingue moderne Bell della Cassa rurale di Trento, la Provincia autonoma con l’ultima pagina sul risparmio energetico), pubblica gli stessi necrologi dell’Adige, è leggero come una piuma ma costa mezzo euro in meno al giorno. E su Facebook eredita gli oltre 148mila follower del vecchio Trentino, contro i milleseicento del nascendo quotidiano. A complicare le baruffe editoriali trentine, on line c’è anche il giornale di Alberto Folgheraiter, ex caporedattore della Rai di Trento, storico delle cose trentine e brillante incursore, che si chiama Il Trentino nuovo, nome piuttosto simile al nuovo Trentino nuovo.

Il presidentissimo di Athesia, Doktor Ebner & Mister Mike, sa destreggiarsi come nessun altro tra i poteri forti e ama il teatro politico-mediatico. Stavolta però rischia di scatenare una vera e propria disfida generale tra guelfi e ghibellini, trentini e sudtirolesi, all’interno del variegato mondo del giornalismo trentino.

Contro l’imperatore e i suoi seguaci avevano scritto parole roventi sei giornalisti dell’ex Trentino a inizio settembre, rivolgendosi al Faustini uscente dall’Adige e a lungo direttore del Trentino

Con il Bozner Kaiser (a cui hanno detto no la maggioranza dei cassintegrati del Trentino) stanno i ghibellini, parecchi ancora sotto traccia, capeggiati dal giornalista e ora amministratore Orfeo Donatini, garante dell’antifascismo peraltro garantito da Ebner junior, fratello di Mike e sempiterno direttore del Dolomiten, che ha già sdoganato la leader postfascista che ha vinto le elezioni; il direttore dell’Alto Adige Alberto Faustini e il mondo di mezzo del moderatismo regionale che ha apprezzato la sua ecumenica direzione dell’Adige; l’editore Paolo Curcu (che ha venduto la sua casa editrice ad Ebner) ed è convinto che sia della cordata guelfa che bisogna diffidare: imprenditori troppo con le mani in pasta in provincia di Trento. “Una cosa non ho mai capito… ossia perché i trentini, almeno quelli che contano finanziariamente, quelli che, per dire, hanno investito nelle Albere, o in Moncler, o nei terreni ex Sloi ecc., supportati bene anche politicamente, e con qualche “appoggio” in paradiso, non abbiano voluto cogliere un’occasione unica per far restare trentino un buon quotidiano in vendita da anni, con annesso interessante compendio immobiliare e buon centro stampa dotato di altrettanto buona rotativa a 64 pagine a quattro colori”. E ancora, esponenti del centrodestra ma anche dell’autonomismo come Barbara Balsamo, Claudio Civettini, Walter Pruner. E lo scrittore Pino Loperfido (direttore editoriale di Trentino Mese, galassia Ebner) è già convinto: il nuovo Trentino sarà “moderno, curioso, spavaldo”.

Contro l’imperatore e i suoi seguaci avevano scritto parole roventi sei giornalisti dell’ex Trentino a inizio settembre, rivolgendosi al Faustini uscente dall’Adige e a lungo direttore del Trentino: “Caro direttore, siamo un gruppo di giornalisti del “Trentino”. Non usiamo, volutamente, la preposizione “ex”, perché, nonostante alcuni di noi siano stati costretti ad intraprendere nuovi percorsi professionali ed ad altri sia stata strappata la penna di mano, riteniamo legittimamente di rappresentare l'anima e soprattutto la storia più recente del quotidiano chiuso con modalità da “Blitzkrieg” il 15 gennaio del 2021 dopo quasi 76 anni di vita. Molti di noi hanno provato un profondo senso di disagio e di fastidio quando hai definito il giornale edito da Sie “da sempre l'unico vero giornale dei trentini”. Da oltre un anno e mezzo siamo abituati ad avere interlocutori che calpestano i nostri sentimenti, oltre che i nostri diritti, visto che il tuo editore il 18 giugno 2021 è stato condannato per condotta antisindacale (sentenza mai impugnata) per la modalità con cui ha cessato le pubblicazioni del Trentino”. Firmato: Ubaldo Cordellini, Giuliano Lott, Paolo Morando, Gianfranco Piccoli, Daniela Ricci e Paolo Silvestri.

Il capo dei guelfi bianchi, Fausto Manzana, che ha voluto il T quasi fuori tempo massimo (già vent’anni fa, tra i conti Gelmi proprietari dell’Adige e il principe Dellai si discorreva invano di una cordata imprenditoriale trentina per fare del giornale di Trento una invincibile armata) ha nobilmente accettato il guanto della sfida: con dolce stile novo italico, inusitato per le rudezze sudtirolesi, si è presentato alla conferenza stampa ebneriana, la settimana scorsa, per fare i migliori auguri al concorrente. Giù il cappello.

 

Per la nuova avventura del T si sono pubblicamente espressi non pochi personaggi della cultura, della politica, del sindacato, dei mondi sociali, di vari colori: Domenica Primerano, Laura Froner, Walter Alotti, Gigi Olivieri, Mauro Gilmozzi, Ettore Zampiccoli, Bruno Dorigatti, Paolo Zanella, Aboulkheir Breigheche, addirittura un Silvano Grisenti che si sbilancia: “Sono felice che nasca in Trentino finalmente una testata libera… Spero che i giornalisti facciano crescere in Trentino una coscienza critica e democratica”. Insomma, la squadra guidata da Simone Casalini, ex Corriere del Trentino, giornalista assai colto ed esplorativo, gode di un buon credito di partenza.

Con i guelfi si è schierato anche Carlo Martinelli, grande firma dell’Alto Adige e del Trentino, situazionista bibliofilo e calciologo, che passa al T dopo 42 anni di onorato servizio, proprio in polemica con la resurrezione della testata ebneriana. Oltre trecento like si è guadagnato il suo post del 6 ottobre: “Viva le sTorie. Il 19 settembre scorso ho comunicato a chi di dovere che cessava la mia collaborazione con l’Alto Adige, la mia “casa” giornalistica per 42 anni. Nei giorni seguenti Simone Casalini, direttore de il T Quotidiano, che in edicola arriverà il 3 novembre, mi ha detto, parola più parola meno: “Carlo, se vorrai questo nostro nuovo giornale sarà anche casa tua. Per continuare a scrivere di libri, di sport, di cultura. Per credere ancora nella bellezza di raccontare storie su carta. Pensaci”. Ci ho pensato, forse rivedendo quel libro di Guy Debord che Simone aveva sulla scrivania mentre si dialogava. Primo direttore a rivelarmi simile complicità…”. Fieramente contrarie alla rinascita del Nuovo, anche altre firme storiche come Maddalena Di Tolla, ambientalista di chiara fama, che di fronte al primo numero constata amara: “Cominciano proprio bene quelli del Nuovo Falso Trentino. Miss Italia in prima pagina. Straparlano di sfide e fanno venire i corbezzoli alla rabbia. Ridicolo e ipocrita”.

 

“Sarà un giornale agile, con dodici pagine, la maggior parte delle quali dedicate all’approfondimento. Un giornale che guarderà oltre il solito quotidiano, andrà maggiormente in profondità a scavare e scovare temi fondamentali. Sarà un giornale che non avrà timore di graffiare, un foglio dell’accoglienza di opinioni e di dibattito. Un giornale che andrà “oltre” la notizia di cronaca”. Un giornale che scava, “agile e insieme pesante, leggero e insieme profondo”. Così il solido Mantovan.

Graficamente, l’articolo “Il” si è aggiunto in testata (prima era solo “Trentino”), l’aggettivo “nuovo” è un rettangolino rosso, ciò che si legge in grande è “Il Trentino”, che poi sarebbe anche la testata ufficiale dell’organo della Provincia autonoma di Trento, di cui si sono ultimamente perse le tracce…

Tutti uomini coloro che hanno presentato il nuovo Trentino, come tutti uomini erano quelli che hanno presentato il T: ma quest’ultimo, pur capeggiato da uomini in formazione involontariamente sovietica, CCCP (Casalini, Ciola, Cordellini, Piccoli) schiera in redazione dieci donne e dieci uomini, dunque parità numerica, almeno. Il giornalismo scritto in Trentino resta dominato dai maschi alfa, solo nelle tv primeggiano le donne.

L’Adige e il Corriere del Trentino, indeboliti dalle partenze di loro redattori alla volta dei nuovi giornali, sapranno reagire alla inattesa concorrenza? In mezzo a tutte queste incognite, intanto i trentini amanti della lettura possono consolarsi: in assoluta controtendenza, dal 3 novembre 2022 potranno scegliere fra 4 giornali di 3 editori diversi, anziché fra 2 di 2. Da qui a un anno, alle elezioni provinciali, misureremo il grado di effettivo pluralismo, anche politico, che offriranno i quattro giornali. Intanto in bocca al lupo ai quattro direttori quattro. Sperando, per loro e per la democrazia trentina, che i nuovi lettori non siano solo quattro gatti.

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Josef Ruffa Di., 18.10.2022 - 12:27

E intanto a livello nazionale si fa strada per il pubblico Zafferano News e per la generazione Z, ZAF.
Tutto online.
Chissà se in questo contesto vince così tanta carta nuova, ridondante?
La generazione Z la carta la legge ancora?
Potranno sopravvivere economicamente tutti?
Vedremo!

Di., 18.10.2022 - 12:27 Permalink
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Hartmuth Staffler Di., 18.10.2022 - 13:28

Dass man den Einzug italienischer Soldaten zum Ende des Ersten Weltkrieges in Trient (im Schatten der vorausgeeilten englischen Soldaten, die den tapferen Italienern ein ungefährdetes Vorankommen sicherten), immer noch als "Befreiung" bezeichnet, verrät eine italienisch-nationalistische Einstellung, die nach der jüngsten Parlamentswahl natürlich wieder modern ist.

Di., 18.10.2022 - 13:28 Permalink