Politik | Clima

“I Verdi in Germania sbagliano”

Lützerath, Greta Thunberg si unisce ai manifestanti contrari all'espansione della miniera di lignite. “Anche i Giovani Verdi appoggiano le proteste”, sottolinea Olivia Kieser.
Luetzi bleibt
Foto: Repubblica

Una miniera di carbone in Germania sta facendo litigare i Verdi con gli ambientalisti”: fa discutere anche al di fuori dei confini tedeschi la contestata espansione della gigantesca miniera di lignite di Garzweiler, nel Land Nordreno-Westfalia, e in particolare lo sgombero e la demolizione del paese di Lützerath, da anni occupato dagli ambientalisti in segno di protesta contro le politiche energetiche “fossili” della Germania. Alla manifestazione nazionale indetta sabato dalle principali sigle ecologiste - in primis Fridays for Future ed Extinction Rebellion - hanno preso parte oltre 10mila attivisti, tra cui Greta Thunberg, coinvolta negli scontri tra polizia e manifestanti. “La scienza parla chiaro: dobbiamo tenere il carbone sottoterra. La Germania si sta davvero rendendo ridicola in questo momento”, ha sottolineato Thunberg parlando con i giornalisti. La Repubblica federale è tra i paesi dell’UE più dipendenti dal carbone per produrre energia.

 

 

Oltre che per l’enorme dispiegamento di forze di polizia, da molti osservatori giudicato sproporzionato, Lützerath ha acceso il dibattito politico tedesco per lo scontro in atto all’interno dei Verdi, partner di governo del cancelliere Olaf Scholz, nonché tra Verdi e movimenti ecologisti. Il vicecancelliere Robert Habeck, ministro dell’Economia ed esponente della corrente più pragmatica dei Verdi, ha firmato assieme al governo statale del Nordreno-Westfalia un accordo con la società energetica RWE, proprietaria della miniera: in cambio del via libera all’espansione del giacimento di Garzweiler, RWE avrebbe rinunciato a demolire altri cinque paesi della zona. Al motto “Lützi bleibt” (“Lützerath resta qui”) i gruppi ambientalisti ricordano però come l’estrazione di lignite abbia un impatto devastante sul clima.

 

La Grüne Jugend si ribella al partito madre

 

“Dopo i casi Hambacher Forst (detta Hambi) e Dannenröder Wald (detta Danni), Lützerath è diventata il nuovo simbolo della resistenza nonviolenta dei movimenti per il clima. Sia a Danni che a Lützerath, i Verdi al governo in Germania non hanno fatto nulla per opporsi alla demolizione” spiega a Salto.bz Olivia Kieser, consigliera comunale verde a Merano ed esponente dei Giovani Verdi sudtirolesi. “È un problema? Sì, certo. I Verdi si definiscono spesso ‘il partito del clima’ ma, con le loro decisioni politiche, si stanno allontanando dal movimento per il clima, proprio ora che finalmente c’è una forte mobilitazione civile contro gli scempi ambientali perpetrati dalle grandi aziende o progetti autostradali anacronistici. Allo stesso tempo, però, i Verdi tedeschi si sono avvicinati a un centro conservatore, che sì compra biologico, ma non gradisce i blocchi stradali. Inoltre, si sono accreditati come rappresentanti sempre più affidabili per il mondo dell’economia”, sostiene Kieser, che ricorda come Timon Dzienus, portavoce della Grüne Jugend tedesca, si trovi a Lützerath per protestare. “Anche i giovani Verdi del Sudtirolo appoggiano le proteste di Lützerath”.

 

 

Kieser, racconta, conosce personalmente molti attivisti che “hanno abbandonato il loro lavoro, i loro studi, i propri progetti di realizzazione personale per passare mesi o addirittura anni ad allestire campi o a salvare foreste nei luoghi caldi dell'attivismo climatico. Senza violenza, con la sola presenza fisica”. “Io stessa - prosegue - ho partecipato alle azioni di Ende Gelände per molti anni. Personalmente, ho visto poche cose nella mia vita che mostrino il terrificante potere dell'uomo sulla natura come una miniera di lignite, un deserto creato dall'uomo con il supporto di macchinari-monstre”. Anche la violenza della polizia ha raggiunto livelli preoccupanti, “prevedibili solo in occasione delle COP. La polizia ha cercato di evacuare l’intera Lützerath prima dell'inizio della grande manifestazione, compresi i tunnel che gli attivisti avevano scavato per ritardare lo sgombero”.

“I verdi Habeck e Mona Neubaur (Ministra all’economia, clima ed energia del Nordreno-Vestfalia) considerano un successo l'accordo con RWE. Così facendo, non riconoscono il carattere simbolico di Lützerath”. “Non solo”, aggiunge infine Kieser, “i Verdi non si rendono conto che, di questo passo, gli obiettivi climatici non potranno essere raggiunti”. “La situazione del nostro pianeta è drammatica e non saremo in grado di evitare la catastrofe con il business as usual. È necessario un cambiamento radicale del sistema” conclude la consigliera comunale meranese.

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Hans Unterholzner Di., 17.01.2023 - 09:08

Jeder braucht Energie und keiner verzichtet darauf, auch die Grünen nicht. Schon wenige Stunden ohne Strom versetzen Handel und Industrie in Panik, aber auch die Haushalte die hochgradig von Strom abhängig sind. Dass neue Wege eingeschlagen werden müssen ist allen klar, auch der Politik. Deutschland hat nach meiner Meinung bereits mit der Abschaltung der AKW s und dem beschlossenen Ausstieg aus der Kohle bereits einen mutigen Schritt getan, in Gegensatz zu Frankreich die den Atomstrom als grünen Strom klassifizieren. Neben Photovoltaik Wind und Erdwärme gibt es viele erfolgversprechende Studien und Projekte um das CO2 Problem künftig zu lösen. Der Weg dahin ist lang und wir werden auch weiterhin Kompromisse schlucken müssen um die Energieversorgung zu gewähren. Deutschland wird auch weiterhin sehr teures Gas und Öl auch aus Ländern wie dem „grünen Norwegen“ importieren müssen, auch um Arbeitsplätze zu sichern. Wir alle sind gefordert, die über 30.000 Rechnungen die bei Alperia unbezahlt sind sprechen eine eindeutige Sprache. Die jungen Menschen tun gut daran zu protestieren, ihnen gehört die Zukunft, aber auch sie werden mit Kompromissen leben müsse.

Di., 17.01.2023 - 09:08 Permalink