Politik | Bolzano

Gli Schützen “scendono” a Casanova

A una fermata del bus a Kaiserau presentata la campagna sulla toponomastica “100 anni senza nome”: “Nessuna provocazione, solo un invito a riflettere”.
Im Bild (von links) Egon Zemmer, Christoph Schmid, Martin Robatscher, Roland Seppi und Peter Frank.
Foto: Südtiroler Schützenbund/Richard Andergassen

L’ironia della storia. Chissà se gli Schützen conoscono la persona cui è intitolata la via del quartiere Casanova / Kaiserau di Bolzano, il “contesto insolito” (così lo definiscono) nel quale hanno deciso di tenere una propria conferenza stampa. Si tratta di Andreina Emeri, l’avvocata e consigliera provinciale “per l'altro Sudtirolo” tra le principali esponenti del femminismo altoatesino. In Landtag sedette a fianco di Alexander Langer, colui che fu additato dai patrioti come “traditore” della Heimat, ideatore di una “Mischkultur” che lo rendeva “più subdolo dei fascisti”. E proprio di fascismo tratta l’incontro dei media, presso una fermata degli autobus, con il Comandante provinciale del Südtiroler Schützenbund Roland Seppi, il Vicecomandante Christoph Schmid, il direttore Egon Zemmer, il responsabile alla cultura Martin Robatscher e il maggiore distrettuale Peter Frank.

 

 

Tema: la nuova campagna d’affissioni intitolata “100 Jahre Namenlos”, “cent’anni senza nome”, Si tratta di oltre un centinaio di manifesti alle fermate dei bus che ritraggono una chat WhatsApp tra Dante Alighieri e Walther von der Vogelweide. “Un modo innovativo per suscitare interesse intergenerazionale nel centesimo anniversario dell'italianizzazione dei toponimi dell'Alto Adige, avvenuta il 29 marzo 1923 per opera del fascismo italiano. Perché i decreti fascisti sui nomi costituiscono ancora oggi l'unica base per la denominazione dei luoghi in Alto Adige”, spiega il Schützenbund. “Una nazione culturale, come è indubbiamente l'Italia, ha bisogno di aggrapparsi nel 2023 a falsificazioni fasciste inventate a tavolino?”, domanda Robatscher, che aggiunge: “Se i grandi della cultura italiana come Dante, Manzoni o Pirandello sono giustamente i fiori all'occhiello della cultura italiana, allora Mussolini e Tolomei sono una macchia che resiste ancora oggi”.

 

Martello sì, Casanova forse

 

Non vogliamo togliere niente a nessuno, ma la soluzione è semplice e giusta e tocca alla politica locale: rendere ufficiali i nomi tedeschi e ladini, quelli historisch gewachsen, e cancellare le falsificazioni fasciste” ribadiscono all’unisono. Con questo criterio, sostengono gli Schützen, “anche molti toponimi italiani sopravviverebbero”, ad esempio Martello (nonostante sia al 100% di lingua tedesca, secondo il censimento) in quanto “non è un’invenzione tolomeiana” e avrebbe radici storiche precedenti.

 

E la scelta di presentare la nuova campagna in un quartiere “italiano”? Non si tratterebbe di una “provocazione” ma di un invito a riflettere, a fare attenzione alla tematica, spiega ancora Robatscher. Casanova per “Kaiserau”, per il Südtiroler Schützenbund, rappresenta un toponimo corretto? “Non lo sappiamo, dobbiamo approfondire nello specifico. I nomi cambiano nel tempo, ma se hanno delle radici. I nomi inventati invece sono molti, perciò la campagna non è indirizzata a un toponimo italiano specifico”. Casanova è in ogni caso un luogo “più tranquillo” dove tenere la conferenza stampa, concludono col sorriso i rappresentanti del Schützenbund.

Bild
Profil für Benutzer gorgias
gorgias Di., 28.03.2023 - 23:21

E hanno ragione! Solamente non condivido cosa dicono su Casanova. È un toponimo superfluo e inutile che fa anche schifo in quanto inventato partendo da un toponimo tedesco e cercarne uno con una fonetica abbastanza vicina anche se come contenuto ne ha da far poco.

Di., 28.03.2023 - 23:21 Permalink