Gesellschaft | a bolzano

"Musica live, vogliamo certezze"

Le associazioni ci riprovano: fissato un incontro a luglio. Roberto Tubaro (Waag) "Regole assurde, oggi dovrei dire no a Paul Mc Cartney. Ecco cosa chiediamo"
roberto tubaro
Foto: R.T.

Più o meno ogni dieci anni, si ricomincia da capo. Un grosso caso fa esplodere il “problema musica live a Bolzano”, qualcuno si infervora, prova a mettere d’accordo le associazioni, si fanno tavoli di confronto, in Comune qualcuno cerca di muoversi mentre altri fanno solo sì sì con la testa, si analizzano i problemi da vari punti di vista, si scrivono documenti unitari, si aprono pagine Facebook, ma con il passare del tempo in Comune piano piano si scopre che le situazioni indeterminate consentono maggiore discrezionalità, e chi amministra ama la discrezionalità. Per un po’ si naviga a vista, i concerti si fanno lo stesso, i politici di riferimento nel frattempo cambiano, chi era infervorato perde entusiasmo, e lentamente tutto sfuma placidamente nel nulla ... fino al successivo evento eclatante. Una specie di decennio della marmotta. E il grosso caso ora c’è: la festa ADMO interrotta ripetutamente dai vigili sabato scorso. (Ah, piccolo inciso: pare che le telefonate di protesta siano state 2, e gli interventi della polizia municipale almeno 6). La fortuna è che l’associazione che si sbatte per aumentare il numero di donatori di midollo osseo è tra le pochissime che mette davvero d’accordo tutti. Impossibile non volerle bene. Quindi a livello amministrativo  l’imbarazzo è massimo. L'assessore Angelo Gennaccaro ha denunciato una sorta di eccesso di intolleranza un po' in tutta la città, non solo in centro storico, con il Comune portato in Tribunale perfino per il disturbo arrecato dai campetti da calcio.

Il passato che non passa, si diceva. A mo’ di promemoria vale la pena di ricordare che poco più di una ventina di anni fa un nutrito gruppo di associazioni fece molte pressioni per avere un posto dove poter proporre musica senza “l’ansia da pattuglia” e il Comune si era inventato il leggendario KuBo (ex Alimarket), che durò poi qualche anno. Pur con vari, inevitabili difetti quella fu la risposta più concreta mai data dall’amministrazione pubblica. Tra il 2012 e il 2013, invece, l’incredibile battaglia dei residenti per impedire lo svolgimento dei concerti jazz all’Impronta di via Locatelli (alle 11.30 del sabato nel bel mezzo del “casino” del mercato”!!!) diede vita al grande movimento Freie Musika che tenne duro per un paio d’anni prima di mollare la presa.

 

Fra gli attivisti di allora vi era Roberto Tubaro, eclettico artista al tempo colpito pure direttamente per i concerti sulla terrazza dello Spizzico, davanti al museo di Ötzi. Tubaro, architetto, musicista, autore comico, nel frattempo è diventato gestore del Waag Cafè e del team operativo della Associazione Waaghaus, nonché uno degli organizzatori del Jazz Festival. Curiosamente, in seguito ad alcuni episodi avvenuti nei mesi scorsi, indomito, Tubaro si era già mosso nelle scorse settimane prima del caso-Admo per "ricominciare tutto da capo". Con una data, pure.

SALTO: Ci sta riprovando sul serio?

Roberto Tubaro: Sì, abbiamo fissato una data per incontrarci con tutte le altre associazioni e istituzioni che promuovono musica: il 17 luglio. Piano piano contatteremo tutti partendo da chi già negli ultimi anni si è mosso riguardo alla questione. L’idea è di fare dei focus sulle diverse cose che non funzionano da molto, troppo tempo. In effetti – scuote la testa – lascia l’amaro in bocca avere la sensazione di ripartire ogni volta da zero. Anzi, da zero no, se mi metto a cercare i documenti di allora sono sicuro che sono ancora validi perché i problemi irrisolti sono esattamente gli stessi. Non è che sono mosso da un intento donchisciottesco ma visto che lavoro nell’ambiente voglio dare un contributo per cercare di migliorare le cose e per fare del Waag un punto di riferimento per lo svolgimento del dibattito. Quello che ha veramente stancato, però, è il rimpallo di responsabilità tra Provincia e Comune, tra tecnici e politici, tra normative nazionali e provinciali.

Vediamoli uno ad uno, i problemi irrisolti degli ultimi 20 anni.

Primo: la mancanza di un calendario comune per tutti gli eventi. Sabato 6 maggio, quando si è tenuta la festa dell’ADMO, noi del Waag, che siamo a 50 metri, avevamo a nostra volta la festa per i 2 anni. E nessuno di noi sapeva. Sono dieci o quindici anni, o anche più, che si pensa ad un calendario comune, ma non si è ancora riusciti a farlo. In alcuni casi giusto per essere a conoscenza si cosa è programmato (soprattutto per quanto riguarda il centro storico), in altri casi si possono evitare sovrapposizioni oppure creare sinergie.

Poi?

La questione della discrezionalità nella definizione di disagio ai vicini. Questo è veramente un punto importante. Un altro aspetto riguarda i tempi della burocrazia. Non si possono avere i permessi con orari e prescrizioni due giorni prima del concerto. Ma oltre a questo è veramente indispensabile avere due canali burocratici diversi a seconda del tipo di evento.

Paradossalmente, se domani passasse di qua Paul Mc Cartney e mi dicesse di voler suonare nel pomeriggio devo dirgli di no.

Si spieghi.

Se voglio far suonare fuori dal locale, sulla pedana, un cantante con la chitarra e un mini-amplificatore devo seguire lo stesso iter che ha seguito ADMO per fare un concerto che dura 10 ore con 6-7 gruppi amplificati attraverso un impianto serio. E’ semplicemente assurdo. Paradossalmente, se domani passasse di qua Paul Mc Cartney e mi dicesse di voler suonare nel pomeriggio devo dirgli di no. L’organizzazione di questi piccoli concerti andrebbe semplicemente liberalizzata per certe situazioni identificabili, così da facilitare il lavoro degli uffici comunali che potrebbero concentrare le loro energie su eventi che escono dall'ordinario. Ma anche per questi eventi la procedura andrebbe comunque snellita, magari instaurando una figura che aiuti nelle richieste oppure un nuovo organo di supporto.

Resta il fatto che anche chi ottiene i permessi non ha nessuna garanzia di poter svolgere il concerto se i vicini si lamentano.

Sì, questo non ha senso. Il Comune deve assumersi le proprie responsabilità. O decide che in tutto il centro storico non si fanno più concerti “grossi” o una volta che concede il permesso deve consentire che questi si svolgano regolarmente. Ovvio, il volume non può sfondare i timpani dei presenti, ma il concerto amplificato è un concerto amplificato. L’alternativa è stabilire dei limiti di decibel ad una certa distanza del palco e dotare i vigili di un sistema di misurazione. Ma non ha senso che si chieda di abbassare così, a caso. Ora praticamente c’è un eccessivo sbilanciamento verso chi dice di essere disturbato e chi organizza ha sempre la paura di star facendo qualcosa di illegale, con l'ansia ogni volta che passi una pattuglia.

Pensa di riuscire a ottenere qualcosa, rilanciando il confronto?

Da un lato sono rassegnato, ma sento di dover fare un ultimo tentativo. Credo molto nel potenziale di Bolzano come città che può puntare ad essere un luogo di interesse in ambito culturale. Sicuramente già adesso è una città in cui l’offerta culturale è buona per quanto riguarda gli eventi istituzionali. Ma dall'altra parte è molto carente per quanto riguarda l’offerta "dal basso". Vorrei intanto che noi attori del mondo culturale ci mettessimo d’accordo e, se a livello istituzionale non si è riusciti in vent’anni, noi, nel nostro piccolo, riuscissimo a fare almeno il calendario comune. Poi faremo il possibile per avere nuove regole e chiarezza su tutti gli altri aspetti.

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Gianguido Piani Fr., 12.05.2023 - 19:52

E' cosi' difficile definire a priori cosa, dove e quando e' possibile, e cosa no? Dopo avere coinvolto i residenti? Per concerti all'aperto ad alto volume la zona industriale sarebbe perfetta. Prendiamo anche Piazza Walther (difficile che residenti in cerca di tranquillita' la scelgano come indirizzo principale) o alcune parti, piu' protette, dei Prati del Talvera. Ma nelle altre zone chi fa musica deve apprezzare e rispettare la voglia dei residenti di non sentirla.
Tra i tanti elementi che contribuiscono al fattore disturbo e' la mancanza di informazione preventiva. Se so che tra una settimana dalle 18 alle 23 vicino a casa mia e a distanza acustica avra' luogo un concerto rock so come comportarmi. Magari e' proprio Paul McCartney, mi interessa, compro il biglietto. Oppure mi organizzo in altro modo, eventualmente ceno fuori. Se invece in maniera imprevista una sera alle 18 parte musica a tutto volume della quale non so nulla, in particolare quanto durera', decisamente mi disturba e la tentazione di chiamare i vigili dopo qualche ora c'e' eccome.
L'organizzazione mondiale della sanita' WHO da anni ha posto i danni da rumore, sia fisici (troppi decibel) sia psicologici (esposizione a rumore non controllabile), tra i principali rischi sanitari con gravi conseguenze anche in termini di mortalita'. Non e' che si schiatta all'improvviso per un concerto sotto casa, ma il rumore o percepito tale contribuisce a numerose patologie che a loro volta portano alla riduzione dell'aspettativa di vita. La cosa e' ufficiale in documenti ONU ed europei. Che ci si dimentica di leggere quando si discute del traffico in autostrada o nelle citta'...

Fr., 12.05.2023 - 19:52 Permalink
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Klemens Riegler Fr., 12.05.2023 - 22:42

Antwort auf von Hartmuth Staffler

Sorry, aber was ist eine Lärmveranstaltung? Autorennen, Kindergeschrei, Demonstrationen, Kundgebungen, Prozessionen, Schützenaufmärsche, Auftritte der Musikkapelle, Alarmanlagentests, Touristenaufmärsche, Kirchenglockengeläute, Hubschrauberübungen, Sirenen der Polizei oder Krankenwagen, Stop & Go-Verkehr bei Regenwetter ... oder ist da etwa ein Konzert gemeint? oder das Fest des Kolpingvereins, des Fußballclubs, des Jugendverbands ... das ArbeitnehmerInnenfest? oder doch der Christkindlmarkt? ...
Über das eine oder andere kann man vielleicht diskutieren, aber "grundsätzlich" wäre das der Tod von Kultur & Gesellschaftsleben ... "Wohlbefinden der Bürger" ist wohl eher durch Leben gewährleistet, als durch Verbote.
P.s. Es hat alles seine Grenzen und muss unter gewissen Voraussetzungen über buchstäbliche Bühne gehen.

Fr., 12.05.2023 - 22:42 Permalink
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Klemens Riegler Fr., 12.05.2023 - 22:26

Mann o Mann ... schon wieder diese Diskussionen! das hat es schon vor 40 Jahren gegeben und wird wieder regelmäßig zum Thema.
Aber was mich am meisten wundert; Es wird immer wieder das selbe gefordert, obwohl es alles schon gibt. Und noch mehr wundert mich, dass selbst Leute "vom Fach" anscheinend keine Ahnung haben.
1.) Es ist seit gut 25 Jahren in diversen "Dekreten" geregelt, wie oft etwa Konzerte und Feste auf den Talferwiesen stattfinden dürfen. Und es wurde sogar schon einmal geregelt wieviele es insgesamt sein sollen oder dürfen.
2.) Es gibt natürlich auch einen "Veranstaltungs-Kalender" bei der Gemeinde (Lizenzamt) oder diverse Online-Kalender in welche man seine Veranstaltungen eintragen könnte. Man müsste dort halt fragen (oder eintragen & nachschauen) und sich danach nicht wundern dass es Überschneidungen gibt. Diese sind aber eh nie vermeidbar.
3.) Es gibt ein Staatsgesetz welches äußerst genau regelt wie laut es sein darf (dB-Beschränkung). Und die Stadtpolizei verfügt auch über entsprechende Messgeräte, wenn sie sie nicht in die Elektroschrott-Tonne geworfen haben. Okay, diese Vorschrift ist für die Tonne, aber es gibt sie!

Es würde schlicht reichen die Googele-Suchmaschin der Gemeinde Bozen anzuwerfen und nach entsprechenden Verordnungen zu suchen.
Oder sich den, sogar in Printversion verfügbaren, Leitfaden für öffentliche Veranstaltungen reinzuziehen.
ES IST EINFACH SCHON ALLES GEREGELT ! Basta !
Bzw. in diesem speziellen Fall hier ist es eben etwas Werbung für einen durchaus wichtigen Verein wie ADMO, der ohne diesen Puff nach wie vor unter der "Wahrnehmungsschwelle" (durch Salto ein wichtiger Begriff geworden) schweben würde. Das selbe gilt wohl auch für die "coole Weigh station", die ebenfalls weit abseits der wirklich großen Akteure einzustufen ist.

Rock'n'Roll never dies ! be cool

Fr., 12.05.2023 - 22:26 Permalink
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Evi Keifl Fr., 12.05.2023 - 22:42

Ich fürchte, dass der Interessenskonflikt zwischen denen, die ihre OpenAir-Konzerte veranstalten und jenen, die sich dadurch in ihrer Lebensqualität gestört fühlen, nicht auflösbar ist. Und deshalb ist das auch kein Bozner, sondern ein weltweites Problem. Bozen hätte aber die Möglichkeit zumindest die großen (und sehr lauten) Konzerte ins brach liegende Bahnhofsgelände auszulagern, für welches die Arbeitsgruppe von LAS und Unibz ein wunderbares Konzept der Zwischennutzung ausgearbeitet hat. Aber nachdem in dieser Stadt rein gar nichts weitergeht, hängt auch dieses wichtige Projekt in der Warteschleife. Und so gibt es seit dem historischen KuBo keinen Ort mehr, an dem Menschen ihre Freude an lauter Musik ausleben können, ohne ganze Stadtviertel gegen sich aufzubringen. Ich gehöre zu den Aufgebrachten, wenn die Musik auf dem Talferfestplatz so laut ist, dass mein Zwerchfell noch bei geschlossenen Fenstern mit den Bässen mit vibriert. Ich habe bisher noch nie die Polizei gerufen, aber meine Verzweiflung darüber, dass die Stadtverwaltung mich aus reinem Unvermögen solchem Lärm aussetzt, wird von Mal zu Mal größer. Und auch ich werde mich das nächste Mal an die Ordnungskräfte wenden, wenn es wieder so schlimm wird, wie zuletzt am 1. Mai. Lösung ist das keine und es ödet mich an. Aber das ist das Ergebnis einer unfähigen, phantasielosen und desinteressierten Stadtpolitik. Wenn jetzt die Musikveranstalter die Sache in die Hand nehmen und dabei auch die Lebensqualität der Anrainer im Blick haben, benvengano!

Fr., 12.05.2023 - 22:42 Permalink
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Max Benedikter Mi., 17.05.2023 - 14:03

Tut mir Leid, aber wenn die Community von SALTO nur solche Kommentare produziert, darf sich NIEMAND mehr beklagen, dass junge Leute keine Zeitungen und Medien konsumieren.
Wenn Menschen 365 Tage im Jahr ihre Ruhe haben wollen, dann müssen sie aufs Land ziehen.

Mi., 17.05.2023 - 14:03 Permalink