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“Mondiale” di hockey a Bolzano?

La proposta di portare nel 2024 al Palaonda il torneo iridato di I divisione A può suscitare entusiasmo, in realtà...
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Foto: radionbc.it

L’annuncio di qualche giorno fa della Fisg potrebbe essere “bello” ma la strada per tornare nella "Top Division" per la nazionale italiana di hockey su ghiaccio sarà lunghissima. Sto vedendo in tv il mondiale in corso e il livello di gioco è davvero alto anche se la formula delle 16 squadre, a mio avviso, tende ad "allungare il brodo". Da anni mi chiedo cosa significhi questo dal punto di vista sportivo. Ben sedici squadre nella “Top Division” sono troppe, ovviamente il tutto fatto per avere più pubblico televisivo e via discorrendo. Le sorprese possono esserci sempre ma va da sé che le ultime due di ogni girone sono spesso coinvolte nel cosiddetto “ascensore” fra la massima divisone e la “I divisione A”, che poi sarebbe meglio chiamare gruppo “B” ma si sa che le definizioni in inglese “tirano” di più.

Sull'affermazione di fare delle prossime Olimpiadi un "trampolino" per l'hockey su ghiaccio mi pare davvero un déjà-vu perché le stesse parole, più o meno, furono utilizzate per le Olimpiadi torinesi del 2006 e si è visto che cosa ha portato al movimenti italiano del puck: zero, anzi il campionato italiano negli anni successivi si è letteralmente disgregato con tre squadre che giocano nel torneo transnazionale austriaco, altre che si trovano nella AHL e che giocano con le seconde squadre dei team austriaci della ICEHL e con quelle che erano le squadre di serie B austriaca. Un quadro, se vogliamo dirla tutta, che ha anche indubbi aspetti positivi ma anche sul decadimento del movimento hockeistico italiano.

Si pensa quindi di riempire il Palaonda con 6800 persone in un mondiale di I divisione? Penso che sia solo un sogno. Se fosse per davvero un torneo equilibrato la prospettiva di vedere gli spalti (quasi) pieni ci sarebbe ma con le nazionali che si troveranno (Corea del Sud e Romania, e poi il Giappone come neopromosso dalla I divisione gruppo B assieme alle possibili retrocesse dalla “Top Division” (Austria o Ungheria e molto probabilmente la Slovenia), dubito seriamente in una “grande” partecipazione di pubblico.

Una volta la nazionale giocava più o meno alla pari con Danimarca, Francia, Germania, Slovenia, adesso invece manco a parlarne dopo quanto visto a Nottingham. Siamo nel 2023 e, se l'obiettivo è di fare una squadra competitiva in prospettiva delle Olimpiadi 2026, è probabile che si sia già alquanto in ritardo.

Si cerchi intanto di far vedere l'hockey in tv perché, come ho già avuto occasione di scrivere, la situazione pare ferma a 40 anni fa, come ho già avuto occasione di scrivere. Manco si è arrivati a confezionare dei servizi con un breve commento e gli highlights nei tg Rai di lingua italiana e tedesca locali. Non so se ciò dovuto ai diritti di trasmissione ma, sinceramente, dove si pensa di andare in questo modo? Poi il canale Twitter della Fisg fermo al 3 maggio con la notizia della “roboante” vittoria contro la... Lituania.

Ripeto, defaillance comunicative che hanno radici molto lontane e l'impressione che si vada avanti come sempre perché "si è sempre fatto così". A leggere l’intervista “bodenzerstört” del team leader azzurro al rientro da Nottingham, l’unico modo di cambiare pagina parrebbe indicare di fare un reset totale, ossia un repulisti, ma staremo a vedere nelle prossime settimane e mesi. Sembrava lo si fosse fatto dopo il pessimo mondiale 2022 (zero vittorie, 12 gol fatti e 32 subiti, un disastro) con sulle spalle l’ancora peggiore mondiale 2021 (zero vittorie, 11 gol fatti e 41 subiti, a dir poco imbarazzanti) invece qualcosa non ha funzionato. Come già scritto, per certi versi pare che si sia fermi (purtroppo) a certe logiche di quarant’anni fa.

Quindi non è mica garantito che il torneo di I divisione A “in casa” possa essere il trampolino per la “Top Division” purtroppo e soprattutto se, mi pare di capire, si abbiano le idee piuttosto vaghe di cosa fare in prospettiva olimpica 2026 che, di fatto, è dietro l’angolo e che rischia di diventare il bis di quello che si può definire il fallimento di Torino 2006.

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Carlo Bassetti Mo., 22.05.2023 - 11:41

Una sola ulteriore nota amara.
Che credibilità ha un movimento in cui la Nazionale fa giocare il "tecnicamente non eccellente" figlio del presidente della Federazione?
L'ultimo ciclo della nazionale è stato increscioso. Hanno preso un blasonato coach di provenienza NHL (pagandolo quanto il blasone richiedeva) che però si è prestato a compromessi inacettabili chiamando figli e amici dei dirigenti federali.
Oltre al difensore Gios anche Fazio (guarda caso anche lui dall'Asiago...) a difendere la gabbia... eccetera.

Italietta

Mo., 22.05.2023 - 11:41 Permalink