L'ALTRA IMMAGINE DI DIO

L'uomo creatore di Dio
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“Dio non ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza ma è stato l’uomo a creare Dio attribuendogli tutte le orribile emozioni nel vecchio testamento e quelle buone nel nuovo".      

                                                                      Tiziano Terziani

 

E’ un fatto particolarmente strano che l’abilità della comunicazione, a volte, sia tale da annullare l’appercezione del fenomeno. D’altronde, siamo immersi in quel modello di “uomo sociologicus” - visto come “cultural dope” (drogato della cultura) -  che affonda le sue radici nel paradigma dominante della concezione cristiana occupando prepotentemente lo spazio psicologico di ognuno di noi in una locomotiva che aggiunge, vagone a vagone, una fila lunghissima di credenze montate da un Arlecchino dalle molte maschere: la filosofia, la fisiologia, la psicologia, la zoologia, la biologia, la genetica sono le vittime predilette dell’inquinamento delle credenze religiose - nonché le fantomatiche opinioni su una presunta ”ecologia” dei nostri comportamenti.  La ricerca “forzata” della connessione tra “scienza e religione”, “scienza e fede”, “scienza e Dio”, cerca di agglutinare l’“insieme delle credenze in presenza di evidenza” con  l’“insieme delle credenze in assenza di evidenza”.                                                                                                                                                                                                                                                   Ma l’incoerenza che si annida nel sottobosco dello bello scrivere, o ai dibattiti per lo più sbrigativi – narcisisticamente tendenziosi,  pressappochistici -, o al criterio personale, guidato da fugai impressioni o da idee surrettizie, conduce quasi sempre al “nichilismo”: necessità della costruzione di un limite  individuale (e sociale) sgretolato da posizioni estremistiche nell’impulso della ribellione di una naturalità castrata da false convinzioni. Come le credenze che fanno riferimento al “mondo giusto” o quelle che dirigono l’ostentazione di buoni sentimenti, di tolleranza e benevolenza - anche verso i propri nemici – castra ogni azione responsabilizzante. Parafrasando A. Ellis l’incentivo a comportamenti, come quelli che la gente debba assolutamente trattarci con considerazione, giustizia, rispetto e amabilità, consegue sentimenti di ira, rabbia, risentimento, inimicizia, violenza, guerre e genocidi.                                                                                                                                            Si stabilisce – con false attribuzioni - se le leggi della natura siano giuste o sbagliate, buone o cattive, classificandole a latere del potere divino, ossia nel mistero e nell’impossibilità di una permeazione della ragione capace di toccare le corde delle nostre paure ancestrali.  Tra i contenuti cristiani e la loro scorza fenomenica segue il cerchio chiuso dei pregiudizi, la sclerosi dei luoghi comuni, la tirannia delle ideologie conservatoristiche che entrano nell’inerzia della ruotine e nel recupero dell’elementarità del modo di vivere (e pensare). Secondo il credo cristiano sarebbe peccato lo“spreco”. Anche il godimento ottenuto tramite ipsazione procura qualche fastidio, sebbene in natura non abbiamo molti esempi che validano queste “teorie divine”, bensì abbiamo molti esempi sul “limite” (“catametron”): i pettirossi depongono e covano non più di cinque uova perché questo è il numero massimo che ciascun uccello è in grado di allevare. Un numero limitato di piccoli consente al pettirosso di assicurare a ognuno di essi uno stato di “buona salute” molto elevato, cosa che non accadrebbe se egli fosse costretto a prendersi cura di molti piccoli allo stesso tempo.  Ma anche casi sull’eccedenza, dove è presente in modo radicale anche nella nostra specie: nelle cellule spermatiche di un uomo vengono prodotte con una frequenza approssimativa di 500 milioni al giorno, fornendo un’abbondante riserva, di gran lunga maggiore a quella che serve per riprodursi.

E’ fatto evidente, per  quanto allarmante, non prendere coscienza come, schiavi di noi stessi, rendiamo schiavi anche coloro che non chiedono di venir al modo. Per un certo risveglio di “apertura alla vita” - che non si traduce necessariamente come la ricerca della propria felicità, la soddisfazione personale, l’indagine e la messa in pratica della propria mission - urta contro ogni forma di living will. Bensì, archetipicamente, ci induce ad essere nient’altro che “funzionari di specie”. In tali termini il concepimento di un figlio potrebbe anche rivelarsi come l’atto più estremo di egoismo.  Potrebbe altresì, considerarsi in nuce la terapia che riempie i vuoti di quegli individui che hanno usufruito di una figura di attaccamento con sintomi psichiatrici e incapace di offrire accudimento.

Le leggi che vigono nel proprio nucleo familiare sono anch’essi provvisti di sottili e paradossali peculiarità rispetto alla “naturalità” del credo religioso. I padri si prendono più cura dei figli con i quali hanno una forte somiglianza, visto che è questa che garantisce la certezza di paternità e la sicurezza della condivisione delle caratteristiche genetiche (Attili, 2001). Così il/la figlio/a sta simpatico/a a lui perchè egli si prende cura di lui/lei nel modo in cui lui/lei vorrebbe; le madri di due gemelli nati sottopeso si dedicano di più a quello che ha maggiori possibilità di sopravvivenza e quindi di riprodursi a sua volta (Mann, 1992).                                      Anche se l'attuale condizione cristiana sembra imperniata  di lacune logico-scientifiche ancora non colmate  devo ammettere che, dinanzi all’ostacolo, giova l’eterodossia di alcuni professionisti del clero che spinge per altra strada. Forse verso una natura, più che buona, “indifferente” (Fisius). 

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Oskar Egger Mo., 22.09.2014 - 07:58

Ho letto tutti i saggi. Non riesco a cogliere totalmente cosa intendi dire, in ogni caso é interessante il riflettere. Ho capito bene: l' uomo crea Dio anche per superare l' indifferenza della natura, in sintesi?

Mo., 22.09.2014 - 07:58 Permalink