Politik | Plurilinguismo

Dal 2020 tutte le scuole trilingui in Trentino

Sperimentazione concordata con il ministro Giannini, dall'asilo nido fino alla maturità. Ventuno milioni per formare gli insegnanti, 15 per gli scambi con l'estero.

Nel 2009 partecipando al simposio Ecoregio a Igls ricordo il “futurologo” Matthias Horx che vedeva per l'Euregio uno sviluppo improntato sul trilinguismo di queste tre province in mezzo alle Alpi. Il lancio ufficiale del programma del Trentino trilingue da parte del presidente Ugo Rossi dà seguito a uno dei punti certamente più progressisti del suo programma. Spesso si trova la sigla Clil, che indica l'immersione linguistica. Sono stato fortunato, due decenni fa, perché mi insegnarono i parchi naturali dell'Alto Adige in tedesco. Un'immersione ante litteram che diventerà nel 2020 la regola per tutte le scuole provinciali, dal nido alla quinta superiore.

Mi ricordo qualche anno fa di aver chiesto, con innocenza, ad un assessore all'istruzione dell'Alto Adige perché non ci fosse più spesso l'immersione nelle scuole della Provincia di Bolzano, sarebbe così naturale e semplice. Ricordo la risposta, di una Realpolitik disarmante: «perchè perderemmo consenso». Se il trilinguismo dovesse funzionare in Trentino, in Alto Adige sareste “polli” a perdere questa occasione, voi partite già in vantaggio! Per ora Rossi e Platter parlano in inglese, Kompatscher e Platter in tedesco, Kompatscher e Rossi in italiano. Ma fra qualche anno...
Il programma del Trentino trilingue non sarà limitato solo alla scuola, ma andrà anche in altri settori. Ad esempio a breve su Trentino Tv andrà in onda un gioco a quiz per i ragazzi dal titolo eloquente “Uno two drei”.

Il Trentino sarà sperimentale in questa sua volontà di diventare trilingue, il 17 novembre è stato sottoscritto un accordo con la ministra italiana all'istruzione Stefania Giannini.

Il programma in dettaglio
NIDO
Cominciamo dai più piccoli all'insegna del play, learn and grow together. Per i bimbi dai 18 ai 24 mesi accostamento ad una lingua straniera, con l'introduzione in tutte le strutture di un operatore che sappia dare qualche rudimento di tedesco o inglese. Un po' come avviene con alcune mamme e papà advanced della “generazione Erasmus”, che ai propri piccoli trasmettono ogni tanto qualche parolina in inglese.

MATERNE
Passiamo quindi alle materne, nelle nostre infant schools. In tutte le scuole almeno 4 ore settimanali in una o due lingue straniere. L'obiettivo entro l'anno scolastico 2019-2020 è quello di formare almeno 150 insegnanti ad un livello B1 del Common European Framework per quanto riguarda le lingue straniere.

ELEMENTARI
Entro il quinto anno di scuola elementare l'obiettivo è quello di portare tutti i bambini ad un livello A1 di inglese e tedesco. Insomma, dei “piccoli finlandesi”. In tutte le prime e seconde elementari almeno 3 ore in Clil in tedesco o inglese, dalla terza in poi 5 ore. Gli insegnanti da formare dovranno essere 210.

MEDIE
Alle medie i giovani trentini dovranno arrivare al livello A2 dell'inglese e della lingua del vicino, con 3 ore in Clil in aggiunta alle 3 previste di tedesco ed alle 3 di inglese. Saranno 90 gli insegnanti da formare.

SUPERIORI
Alle superiori incentivi per l'assunzione di insegnanti madrelingua, Clil in tutti gli anni, progetti con Università e centri di ricerca. Incentivazione inoltre per la frequenza della quarta superiore all'estero, per 90 ragazzi. La quarta all'estero l'ha fatta l'astronauta Samantha Cristoforetti, miss Italia Claudia Andreatti e tanti altri. Anch'io, nel 1998-1999 all'Holbein Gymnasium di Augsburg. Al tempo non è che tutti i professori la prendessero bene (in quinta ebbi il record di 16 interrogazioni di fila dalla prof di filosofia), ma mi sa che adesso si dovranno adeguare. Alla fine del biennio tutti i ragazzi dovranno ottenere il B1 di inglese e tedesco, alla maturità il B2 certificato.


FORMAZIONE PROFESSIONALE
Grande impegno anche per la formazione personale, con Clil più orientato agli aspetti pratici ed un B1 da ottenere dopo il triennio e B2 dopo i 5 anni. Camerieri, cuochi e personale turistico quindi in campana con l'inglese ed il tedesco, magari qualcuno si cimenterà anche nel russo, così come ha fatto la Cristoforetti per poter capire le istruzioni dal cosmodromo kazako.

Quanto costa il Trentino trilingue?
Per il periodo 2015-2020 complessivi 36milioni di euro (di cui 15 riservati agli scambi con l'estero)
Le slides del programma completo del Trentino trilingue.

Un piccolo episodio da quel 1998. A Bolzano partecipo con altri ragazzi alla cerimonia organizzata per i ragazzi che faranno l'anno successivo la quarta superiore all'estero. Prese la parola il rappresentante istituzionale di allora, Franz Pahl, e per diversi minuti non ci fece capire nulla. Cari sudtirolesi, non fate come Pahl, parlate in Hochdeutsch con i cugini Welschtiroler vogliosi di allenare il tedesco faticosamente appreso! :-) Il dialetto è importante, ma noi non lo capiamo!
La voglia di imparare il tedesco in Trentino sta crescendo molto. Dalla grande partecipazione all'Euregio Summer Camp fino alle associazioni di genitori, come Agebi, che puntano al plurilinguismo.
 

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Nadia Mazzardis So., 30.11.2014 - 13:21

E' interessante, ma vorrei porre l'accento sulla questione "insegnante di madrelingua". Ho un osservatorio privilegiato, occupandomi di formazione sull'apprendimento delle lingue non materne in età precoce, e avendo la fortuna di collaborare ad un bel progetto di Volontariato Linguistico dell'assessorato provinciale alla cultura italiana, che mette insieme italiani e tedeschi, in età adulta. Il tema si snoda su più binari. Il primo è l'insegnante di madrelingua, che prende vita come "mito" nel primo dopo guerra. Lo descrive bene David Cristal nel suo "la rivoluzione delle lingue". Gli inglesi girano l'Europa da perfetti monolingui e si inventano la didattica dell'apprendimento di una lingua straniera. La loro. E loro la sanno perfettamente. Ma si focalizzano su intonazione, fonetica, pronuncia, grammatica, ortografia. Fanno di tutto per formare gli insegnanti a frustrare i ragazzi. Noi come Alto Adige -Südtirol, acquisiamo il modello "insegnante madrelingua" che sicuramente può giovare molto, se oltre ad essere di madrelingua, la lingua la sa anche insegnare. Ed insegnare la propria madrelingua ad un non madrelingua, vuole dire avere la competenza del plurilingue. Ossia adeguare il tuo livello linguistico a quello dell'interlocutore, per farlo sentire competente e aiutarlo a migliorare (zona di sviluppo prossimale, che Vijgotsky interpreta come quel momento dell'apprendimento in cui io so fare con te -insegnante- ciò che non saprei fare da sola e che tu mi devi condurre a saper fare da sola. Lo dice bene anche il Quadro Comune Europeo a pagina 5 "è finito il modello del native speaker". Infatti Trento propone i madrelingua solo alle superiori. Noi spesso diamo un modello così alto, di lingua, fin da piccoli, che costruiamo il messaggio "tu a questo livello non arriverai mai". Quindi forse sarebbe meglio concentrarsi su di un buon insegnante, che sappia bene la lingua, ma pensare che la madrelingua non sia un must. Ciò che la scuola deve fare è non far perdere ai ragazzi la voglia e la curiosità di avere a che fare con la lingua. Noi poi, rispetto ai trentini ci portiamo dietro il consenso elettorale di una e dell'altra parte, una pressione fortissima delle famiglie. A famiglie che hanno aspettative troppo alte, spesso corrispondono risultati deludenti. Intanto al Volontariato Linguistico si iscrivono gli adulti italiani, frustrati, che dicono a fine progetto "finalmente un posto in cui sentirmi capace di parlare" (20 ore di pura conversazione, in cui la correzione non è richiesta, anzi è caldamente sconsigliata). Quanto tempo diamo mediamente nelle classi ai ragazzi per parlare in libertà questa lingua? Quanto è riservato all'insegnante per "insegnare" la lingua? Si calcola un teacher time talking del 90% e un children time talking del 10%. Pochino per poi uscire nel mondo reale e portare la lingua fuori dalle mura scolastiche, no?
Altro tema non secondario è la possibilità, che i trentini giustamente ci suggeriscono, di avere una marcia in più in territorio altoatesinsudtirolese. Quando la vogliamo mettere questa marcia? Consiglio la lettura di "Stare insieme è un arte" di Aldo Mazza e Lucio Giudiceandrea. Tra i tanti e tanti scritti prodotti sul tema, questo focalizza un punto imprescindibile. Come fare perchè i ragazzi frequentino gli stessi circuiti? Non nascondiamoci dietro al ditino, lo sappiamo bene come fare. Mettiamoli insieme in classe, copiamo la best practice della Catalunya (ad essere indietro, c'è il vantaggio di poter copiare da quelli bravi), facciamo in modo che Marco vada a giocare a calcio con Lukas, non perchè la mamma di Marco ha la fissa del tedesco, ma perchè Marco è compagno di classe di Lukas e sono diventati amici, è così che si fanno cose significative che hanno la lingua come strumento e non come fine. La lingua è come un bacio, non conta quanto è lungo, conta con chi.

So., 30.11.2014 - 13:21 Permalink
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Francesca Morrone So., 30.11.2014 - 22:39

Non ho certo le competenze in fatto di didattica della prof.ssa Mazzardis, ma da insegnante ne condivido il messaggio. E dirò di più, sembra che il tema del plurilinguismo e dell' importanza delle lingue più in generale sia sentito in modo più urgente da quelle realtà lontane geograficamente dai grandi centri cittadini. Alcune valli cercano di accorciare le distanze e di riempire un certo decentramento culturale, anche attraverso esperimenti di questo tipo.Voglio fare l' esempio della Val Venosta; qui dirigenti virtuosi e insegnanti appassionati stanno cercando di sviluppare progetti di didattica integrata o basati sullo scambio culturale con l'obiettivo di facilitare l'apprendimento linguistico. Insomma di necessità, virtù! Nella scuola dove insegno, abbiamo dato il via ad un progetto che stiamo costruendo con i nostri ragazzi " Das Sprachenkonzept" ; qui lavoriamo affinchè l'approccio alle lingue, inglese, tedesco, italiano, sia il più spontaneo possibile. Lo sforzo iniziale non basta, dobbiamo promuovere gemellaggi, ospitazioni e condivisione di momenti insieme: in classe, al cinema, a danza, a calcio.

So., 30.11.2014 - 22:39 Permalink