Politik | Pd

“Non lasciamo Bolzano in mano a Lega e 5 stelle”

Di Fede si appella al partito e alla Svp. Ora si cerca l’intesa con i possibili alleati. Benatti (Rifondazione): “una coalizione non è nelle nostre prospettive”.

“Unità” è la parola che negli ultimi tempi ricorre più frequentemente nell’ecosistema politico bolzanino. Da destra a sinistra il tentativo è quello di mettere al centro gli ideali collettivi scoraggiando i battitori liberi. Del resto, all’inizio, le buone intenzioni prevalgono sempre. L’ultimo appello - in ordine di tempo - a fare fronte comune arriva da Liliana Di Fede, segretaria del partito democratico, propositiva dopo l’assemblea di lunedì scorso che “ha sancito due punti importanti: alleanza di centrosinistra e primarie aperte”. Prossimo passo, dunque, cercare un’alchimia con i plausibili partiti alleati. Fiduciosa che possano essere superate le antiche rivalità, le catene di ambizioni personali e le logiche di conservazione degli apparati. Malgrado le innegabili controversie “trovare un’intesa è possibile”, afferma Di Fede, “a patto che prevalga la responsabilità di tutti. Essere in una coalizione vuol dire riuscire a fare sintesi, e fare sintesi significa fare politica, disinnescare le contrapposizioni e valorizzare le positività”. 

La segretaria ricorda poi i non troppo antichi fasti: “abbiamo nelle mani l’eredità di decenni di buona amministrazione, un patrimonio da non disperdere, e di cui essere orgogliosi. Non dovremo sedere sugli allori ma scommettere con forza che sapremo fare ancora meglio consolidando il primato che noi, tutti insieme, Pd, ecosociali, Svp (che, ricordiamo, ha deciso di correre da sola con un proprio candidato, ndr), socialisti, forze centriste, civiche, riformiste laiche e cattoliche siamo stati capaci di conquistare”. E ancora: “le campagne elettorali sono sempre difficili. Se immaginassimo le prossime elezioni come una salita, io dico che non sarebbe intelligente dividersi al primo tornante, rischieremmo di consegnare Bolzano a Grillo o a Salvini”. Il richiamo ma anche il riferimento agli ecosociali in primis è evidente, visto anche il “connubio” fra Verdi, sinistra e Movimento 5 stelle, andato in onda durante la protesta anti-aeroporto di lunedì.

Il Pd apre ma, in sostanza, gli ecosociali devono decidere da che parte stare. Rassicurazioni, al momento, tuttavia, non sono arrivate; in una nota il segretario di Rifondazione Gabriele Benatti ha infatti sentenziato: “la nostra recente partecipazione all’incontro con Renzo Caramaschi, candidato sindaco alle prossime elezioni comunali (in corsa per ora anche Sandro Repetto e Alessandro Huber, ndr), ha un carattere puramente interlocutorio. Fin da ora possiamo affermare che la possibilità di una rinnovata coalizione di centrosinistra è estranea alla nostra prospettiva politica. Giocano pesantemente in tal senso sia il ruolo che il Pd ha deciso di ricoprire in campo nazionale, facendosi interprete del più micidiale attacco nei confronti delle classi lavoratrici, sia la recente storia locale”. Il Pd, dunque, come baluardo di un sistema di cui non ci si fida, la sfida per i dem si preannuncia da subito non poco ardua.

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Mensch Ärgerdi… Mi., 13.01.2016 - 12:03

Il centro sinistra dovrebbe seriamente riflettere sull'idea di seguire l'esempio francese delle amministrative e non candidarsi in buona parte per dare una chance ad un partito solo di confrontarsi con la lega. Ma probabilmente è chiesto troppo.

Mi., 13.01.2016 - 12:03 Permalink
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Mensch Ärgerdi… Mi., 13.01.2016 - 14:56

Antwort auf von Marco Pagot

Le ultime elezioni amministrative, nelle quali dopo un primo turno che stava per dare il paese in mano alla Le Pen i socialisti si sono ritirati in alcune regioni al secondo turno. Cosa succede a Bolzano quando corrono tutti l'abbiamo visto, senza fra l'altro alcun motivo valido se non la poltrona addocchiata dai principini dei partitucoli da bar.

Mi., 13.01.2016 - 14:56 Permalink
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Marco Pagot Mi., 13.01.2016 - 15:12

Antwort auf von Mensch Ärgerdi…

Il secondo turno francese é diverso dal ballottaggio italiano, ma quello che descrivi é successo: la terza forza regionale ammessa al ballottaggio si é ritirata per "concentrare" i voti in funzione antilepenista. Ma non é la stessa cosa con il Ballottaggio, dove si può dare indicazione di voto? Sempre ammesso che ci sia ancora un elettorato che "segue" le indicazioni partitiche.
Il problema é che il Ballottaggio a Bolzano non può garantire un premio di maggioranza -per motivazioni etniche rilevare dalla Corte Costituzionale-, ma in ogni caso anche se lo garantisse non eliminerebbe il frazionamento, anzi. Del resto succede la stessa cosa con qualsiasi % garantisca qualcosa: le soglie di sbarramento, che permettono l'accesso, portano molti "partitini" ad unirsi per oltrepassare; le soglie di maggioranza, che assegnano seggi fino alla maggioranza assoluta, portano a coalizioni o, in sistemi a premio per il primo partito, ammucchiate.

Poi se facciamo attenzione al nostro sistema notiamo che ci sono "grandi partiti" con eletti da una manciata di preferenze (una era pure diventata assessore), mentre partiti da bar hanno non eletti con più preferenze. Il rapporto numero di preferenze/voti di lista é stato positivo (maggiore o uguale a 1, quindi almeno tante preferenze quanti voti alla lista) solo per pochi soggetti alle ultime comunali, nonostante ci siano ben quattro preferenze per ogni voto. Chi consideriamo più legittimato? Chi ha un leader nazionale che riempie una piccola piazza o teatro, o chi viene votato perché chi lo circonda crede in lui?

Mi., 13.01.2016 - 15:12 Permalink
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Marco Pagot Mi., 13.01.2016 - 15:17

Antwort auf von Marco Pagot

Ricordo un intervento in costituente esplicativo del sistema italiano. Si parlava di legge elettorale, ispirandosi al modello inglese delle circoscrizioni uninominali "fist-wins-all", e un Padre fece notare che nella situazione italiana i grandi partiti avrebbero potuto fare ben poco per condizionare il frazionamento e saremmo finiti ad avere cento partiti per cento circoscrizioni.

Qua in Germania le elezioni del Bundestag prevedono anche una larga quota di eletti secondo circoscrizioni uninominali (il cosiddetto " Erste Wahl") e le ricerche scientifiche dimostrano che, nonostante provengano quasi tutti da Volksparteien (CDU e SPD) le differenze tra eletti rispecchiano comunque un continuum di opinioni paragonabile a quello di una situazione multipartitica, vanificando di fatto il bipartitismo. I candidati eletti in questo modo sono, inoltre, quelli più autonomi rispetto alla disciplina di partito, perché sanno che il partito avrebbe bisogno di trovare un altro candidato "forte" per non perdere il seggio.

Mi., 13.01.2016 - 15:17 Permalink
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Marco Pagot Mi., 13.01.2016 - 15:22

Antwort auf von Marco Pagot

Ricordo un intervento in costituente esplicativo del sistema italiano. Si parlava di legge elettorale, ispirandosi al modello inglese delle circoscrizioni uninominali "fist-wins-all", e un Padre fece notare che nella situazione italiana i grandi partiti avrebbero potuto fare ben poco per condizionare il frazionamento e saremmo finiti ad avere cento partiti per cento circoscrizioni.

Qua in Germania le elezioni del Bundestag prevedono anche una larga quota di eletti secondo circoscrizioni uninominali (il cosiddetto " Erste Wahl") e le ricerche scientifiche dimostrano che, nonostante provengano quasi tutti da Volksparteien (CDU e SPD) le differenze tra eletti rispecchiano comunque un continuum di opinioni paragonabile a quello di una situazione multipartitica, vanificando di fatto il bipartitismo. I candidati eletti in questo modo sono, inoltre, quelli più autonomi rispetto alla disciplina di partito, perché sanno che il partito avrebbe bisogno di trovare un altro candidato "forte" per non perdere il seggio.

Mi., 13.01.2016 - 15:22 Permalink
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Martin B. Mi., 13.01.2016 - 13:38

Antwort auf von Mensch Ärgerdi…

Ich glaube die Wettquote auf den Verzicht der Kandidatur einiger Randparteien wäre sehr hoch, selbst bei uninformierten Londoner Buchmachern ;-)
Bozen nicht LN und M5S überlassen indem man die selben Multi-Partei-Allianzen und kontroversen Strömungen wie 2015 als "eine Koalition" präsentieren will? Auch ohne die alten Führungspersonen eine sehr schlechte Wählermotivation in meinen Augen.

Mi., 13.01.2016 - 13:38 Permalink