Chronik | Il pestaggio

Denuncia per il consigliere Brancaglion

Il militante di Casapound sarebbe stato identificato come responsabile dell’aggressione in via Cesare Battisti. L’accusa è di lesioni gravi.

Il presunto aggressore del 16enne picchiato brutalmente, il 13 gennaio scorso, nei pressi della sede di Casapound in via Cesare Battisti a Bolzano ha un nome: si tratterebbe di Davide Brancaglion, consigliere della circoscrizione Don Bosco appartenente al movimento politico dei cosiddetti fascisti del terzo millennio. Brancaglion è stato già identificato e denunciato dalla polizia. L’accusa è di lesioni gravi. Gli uomini della Digos sarebbero infatti riusciti a risalire all’identità dell’aggressore attraverso le testimonianze di alcune persone presenti al momento dei fatti, le dichiarazioni della vittima e l’incrocio delle immagini reperite dalle telecamere di videosorveglianza della zona. Attualmente non esiste una formalizzazione delle imputazioni a carico del consigliere di quartiere Don Bosco che, tuttavia, potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati per l'ipotesi di lesioni nei confronti del minorenne. A far scattare la violenza, lo ricordiamo, il fatto che il giovane avrebbe canticchiato la canzone partigiana “Bella ciao” in tono con la suoneria del suo cellulare.

Una volta terminate le indagini Brancaglion dovrebbe essere convocato dagli inquirenti per fornire la sua versione dei fatti e rispondere ad eventuali contestazioni di responsabilità. Diversi i tentativi da parte di salto.bz di contattare il militante di Casapound che però si è reso irraggiungibile. Agli altri quotidiani il consigliere eletto nella circoscrizione Don Bosco alle scorse elezioni comunali con 16 voti - e che al momento resta in carica - si è dichiarato innocente senza voler rilasciare ulteriori dichiarazioni. Alcuni mesi fa, inoltre, Brancaglion era stato denunciato per l’aggressione squadrista ai danni di tre giovani militanti di sinistra malmenati, lo scorso marzo, in Corso Libertà. “Bolzano è colpevole di non reagire quando si verificano episodi di questo genere”, era questa una delle constatazioni ricorrenti scandite durante il corteo che ha portato in piazza, sabato scorso, centinaia di giovani per manifestare contro ogni forma di fascismo. Quale sarà il copione stavolta?

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Mensch Ärgerdi… Fr., 29.01.2016 - 12:23

Ich glaube vor Fackeln und Mistgabeln braucht der Herr nun wirklich keine Angst zu haben.
Für ihm gilt wie für jeden anderen die Unschuldsvermutung. Es ist doch am Ende schön in einer Demokratie zu leben, nicht?

Fr., 29.01.2016 - 12:23 Permalink
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Alfonse Zanardi Fr., 29.01.2016 - 13:02

Ist ein politischer Repräsentant als eine Person des öffentlichen Lebens in Bezug auf seine Privatsphäre weniger geschützt?
Aber grundsätzlich finde ich es unmöglich wie in Südtirol und in Italien allgemein in den Medien die Rechte von Verdächtigen oder Untersuchungshäftlingen gehandhabt werden, nämlich gar nicht.
Da macht auch Salto schändlicherweise gar keine Ausnahme (siehe aktuellen Delikt im Pustertal).

Fr., 29.01.2016 - 13:02 Permalink
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Mensch Ärgerdi… Fr., 29.01.2016 - 13:49

Antwort auf von Alfonse Zanardi

Wie stellst du dir Berichterstattung den sonst konkret vor? Es gibt in Italien, Südtirol und jeden halbwegs demokratischen Land auf der Welt eine allgemeine Meinungs und Pressefreiheit die Berichterstattung jeglicher Art erlaubt solange ein allgemeines Informationsinteresse besteht und keine Straftat begangen wird. Wenn ein Mensch brutal zusammengeschlagen wird, dann besteht so ein Interesse doch ohne Zweifel, oder?

Fr., 29.01.2016 - 13:49 Permalink
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Alfonse Zanardi Fr., 29.01.2016 - 14:06

Antwort auf von Mensch Ärgerdi…

Die Nennung von Namen und Zeigen des Bildes einer Person die verdächtigt wird ist nicht legal nach meinem Wissenstand.
Bei einer Person des öffentlichen Interesses ist die Privatsphäre weniger geschützt.
Aber am besten kann das ein Jurist beurteilen.
Die Berichterstattung an sich ist kein Problem, aber wie gesagt unter Schutz der Privatsphäre von Opfer wie auch Täter.

Fr., 29.01.2016 - 14:06 Permalink
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Mensch Ärgerdi… Fr., 29.01.2016 - 14:19

Antwort auf von Alfonse Zanardi

"Die Nennung von Namen und Zeigen des Bildes einer Person die verdächtigt wird ist nicht legal"
Nein, das stimmt nicht. Verboten ist die Veröffentlichung solcher Namen nur wenn die Staatsanwaltschaft aus Ermittlungsgründen dessen Geheimhaltung vorschreibt. Sonst gilt im generellen die oben genannte Pressefreiheit.

Fr., 29.01.2016 - 14:19 Permalink
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Marco Pagot Fr., 29.01.2016 - 14:13

Antwort auf von Mensch Ärgerdi…

il fatto è che questo simpatico signore è stato eletto dopo aver già commesso un pestaggio, per cui era stato denunciato dalla DIGOS (la denuncia degli aggrediti era verso ignoti) e se l'è cavata dopo che il PM ha derubricato sia la matrice politica che la premeditazione. Così i quattro "bravi ragazzi" se la sono cavata con un piccolo risarcimento: uno di loro era Brancaglion, che nel frattempo è stato eletto e che potrebbe venire ri-eletto nel prossimo Maggio.

Inoltre proprio per l'aggressione di Maggio erano comparsi volti, nomi e cognomi degli aggrediti... ma mai degli aggressori. Quella era una violazione della sfera privata, le vittime che diventano ulteriormente vittime (oltre al danno la beffa sui social e via discorrendo, visto che senza alcuna denuncia ufficiale dalla DIGOS sembrava che fossero cascati da soli sui pugni dei fascisti)

Questa volta la gogna la subisce il picchiatore. Per fortuna.
Sperando che questo stigmatizzi altri episodi di violenza, che invece erano continuati da Marzo fino a culminare nei 30gg di prognosi per il diciassettenne.

Fr., 29.01.2016 - 14:13 Permalink
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Marco Pagot Fr., 29.01.2016 - 14:29

Antwort auf von Mensch Ärgerdi…

Forse l'utilizzo era fraintendibile, intendevo la gogna mediatica (oggi: dei social network) me ne scuso e provo a spiegarmi: a Marzo furono in molti ad accusare i ragazzi aggrediti di aver denunciato per niente, di essere dei codardi o addirittura di essersi inventati tutto, addirittura per scopi elettorali visto che due di loro erano candidati. I CasaPoundini commentavano tranquillamente il tutto, a metà tra lo sbeffeggiamento e il gonfiare il petto per l'impresa.
Questa volta invece le cose sono state messe in chiaro e i legami scoperti. Questo non vuol dire che sia già condannato o punito, ma che almeno si sta creando un'altra percezione del fenomeno e la condanna all'accaduto è condivisa da strati più ampi di popolazione. Il mio contributo dell'altro giorno l'hai letto, del resto: il fenomeno neo-fascista viene sottovalutato dalla stampa stessa.

Fr., 29.01.2016 - 14:29 Permalink
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Harald Knoflach Fr., 29.01.2016 - 19:34

Antwort auf von Alfonse Zanardi

@alfons
sind wir doch glatt mal einer meinung: http://www.salto.bz/comment/29314#comment-29314

ich hab diesen wahnsinn vor einiger zeit im blog thematisiert (http://www.brennerbasisdemokratie.eu/?p=14476) und mit ein richtersprüchen aus deutschland veranschaulicht. leider weiß ich nicht, wie die rechtliche lage in italien ist. die rechtssprechung diesbezüglich scheint wohl das "informationsrecht" weit über das "persönlichkeitsrecht" zu stellen. nördlich gilt eher die prämisse, dass wenn der namen keinen informativen "mehrwert" bringt (sprich wenn es sich um eine person des öffentlichen interesses handelt, die meist selbst die öffentlichkeit gesucht hat), ist ausnahmslos zu anonymisieren. und das ist auch gut so.

das zache ist, dass hierzulande die exekutive bei diesem spiel auch noch mitmacht und äußerst freizügig namen an die presse rausgibt. damals im mordfall am virgl sogar jenen einer zeugin. das wird wohl an dummheit und sauerei kaum zu überbieten sein.

Fr., 29.01.2016 - 19:34 Permalink
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Alfonse Zanardi Fr., 29.01.2016 - 23:46

Antwort auf von Harald Knoflach

@ Hunter
Ich bin hier ganz deiner Meinung - und ich weiss das zu schätzen.
Und auch bei häufiger Divergenz schätze ich zumindest die hohe Qualität der Argumentation jederzeit.

Fr., 29.01.2016 - 23:46 Permalink
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Alfonse Zanardi Fr., 29.01.2016 - 19:56

Antwort auf von Harald Knoflach

In Österreich und Deutschland ist das so (wird nicht veröffentlicht), es kann aber sein dass dies auf Basis eines Verhaltenskodex der Medien geschieht.
@ Herr Brugger: wie ist das in Italien tatsächlich so, dass Namen und Bild eines Verdächtigen ohne Einschränkung veröffentlicht werden darf?

Fr., 29.01.2016 - 19:56 Permalink
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Alfonse Zanardi Fr., 29.01.2016 - 21:10

Antwort auf von Harald Knoflach

OK. Dann würde es mich umsomehr wundern wenn das hier so deutlich anders wäre. Im Sinne der italienischen Logik dass alles erlaubt ist was explizit verboten ist kann es auch sein dass die Medien sich denken "Na der ist vielleicht ein Mörder, der wird jetzt was anderes zu tun haben als uns auf Missachtung seiner Persönlichkeitsrechte zu klagen, also raus mit dem Namen und Bild, das wollen unsere Leser lesen."

Fr., 29.01.2016 - 21:10 Permalink
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Filippo Turati Fr., 29.01.2016 - 14:27

A tutti che vi indignate perchè è stato pubblicato il nome di un esponente politico eletto che ha commesso (per la seconda volta!) un grave reato per motivi politici (delitti che sembrano assumere forme organizzate e ben precise): dove siete ogni volta che sulle pagine facebook dei sui colleghi fascisti, sui loro "giornali" online e anche sull'Alto Adige, loro mettono nome e cognome, faccia e foto di persone che sono stati fermati dalla polizia, per qualsiasi cosa? Dove siete quando si parla di tutti i tipi di terrorismo, ma mai del terrorismo fascista?

Fr., 29.01.2016 - 14:27 Permalink