Politik | Prospettive

Scetticismo a tutto campo

In un’intervista il consigliere provinciale Paul Köllensperger esprime il suo sguardo fortemente disincantato su legge elettorale, referendum ed anche sulla Convenzione.

salto.bz: Venerdì 29 gennaio ci sarà l'ultima spiaggia per quanto riguarda la possibilità di varare una nuova legge elettorale per Bolzano. Qual è l’obiettivo che vi ponete come Movimento 5 Stelle?
Paul Köllensperger - A noi non piace che si metta mano alle leggi elettorali sotto elezioni. E non ci piace neanche quando la toppa sembra essere peggio del buco, per non parlare del fatto che si parla solo di Bolzano. E’ abbastanza evidente che quello che si pensava di fare era un calcolo di convenienza da parte di SVP e PD. Tutta la situazione insomma è poco piacevole dal punto di vista democratico. In aula siamo riusciti ad evitare la riduzione dei consiglieri con contestuale aumento dei membri della giunta e cioè in sostanza l’ultima cosa di cui aveva bisogno Bolzano. L’ultima cosa rimasta e condivisa dal 90% dei consiglieri regionali sono le soglie che a noi non fanno impazzire come idea, ma diciamo che sono anche democraticamente accettabili. Soglie minime d’ingresso infatti non costringono nessuno a restare fuori ma spingono i partiti unipersonali a mettersi un po’ insieme prima della competizione elettorale. La cosa potrebbe contribuire a pulire un po’ lo scenario dei 18 minipartiti. Su questo noi non faremo opposizione, magari non voteremo a favore ma consideriamo la cosa praticabile. Non avremmo invece accettato l’aumento di assessori solo per avere merce di scambio nella trattativa per la giunta. 

Come andrà a finire?
Ci sono due possibilità: il ritiro dell’ostruzionismo o il ritiro della legge. Se viene ritirata la legge per noi non è che cambi tantissimo perché se si fa un calcolo a ritroso sulle vecchie elezioni con queste soglie alla fine le cose si spostano davvero di poco, cioè di 1 o 2 consiglieri su 45. La governabilità non si raggiunge lo stesso, insomma. E’ invece evidente che Pöder e i Freiheitlichen usano l’ostruzionismo secondo me in maniera non proprio corretta per un loro proprio calcolo di convenienza. Le soglie infatti renderebbero difficile il loro ingresso in consiglio comunale a Bolzano. 

In città a Bolzano si moltiplicano le iniziative dal basso. Negli ultimi giorni un’iniziativa cerca di ripetere l’esperienza di Ortisei. Voi come la vivete? Come un doppione della vostra proposta?
In realtà non conosco bene i termini della loro proposta politica al di là della promozione della democrazia diretta. Queste iniziative di per sé le vedo sempre con simpatia: ogni volta che i cittadini si mettono in proprio per partecipare alla vita politica questa cosa diventa un vantaggio per la politica stessa, a nostro avviso. Tuttavia però credo che l’esperienza di Ortisei non si possa paragonare con quella di Bolzano. A Ortisei il problema era rappresentato dalla presenza della lista unica della SVP che ha monopolizzato la scena politica. Chiamare a raccolta tutti al di fuori dei partiti è stata una scelta intelligente e condivisibile, tant’è vero che a Ortisei noi non ci siamo mossi anche per non dare fastidio inutile. A Bolzano c’è invece uno scenario politico estremamente complesso ed è vero il contrario: di formazioni politiche ne abbiamo fin troppe. Per cui il problema che vedo io nel fare una lista dal basso di candidati dai cittadini sta nella proposta politica. Cosa pensano di Benko, del traffico, dell’inceneritore, dell’aeroporto? La democrazia diretta è uno strumento e non un contenuto. La proposta è allora più di persone che di programma e l’eccessiva personalizzazione della politica la trovo anche in un certo senso pericolosa. 

Quali saranno invece i punti cardine del programma di M5S per le prossime elezioni a Bolzano?
Il programma è praticamente pronto, mancano solo un paio di riunioni dell’assemblea della base per discutere alcuni punti e poi metterlo al voto. In ogni caso le idee del movimento sono sempre quelle. 

Nelle ultime settimane avete messo in moto un meccanismo per allargare il vostro gruppo a membri della società civile, anche non militanti della prima ora. Perché? Qual è l’obiettivo che vi ponete in questo modo? 
A
nche questa in realtà non è una novità: il movimento è sempre stato aperto a tutti. Tant’è vero che abbiamo molte persone nuove nella nostra base che stanno dando un valido contributo. Noi abbiamo chiesto a chiunque ne abbia voglia di mettersi in gioco, contribuire alla causa e condividere le nostre idee. L’idea è quella di cercare di indirizzare la politica bolzanina verso i cittadini, cosa che negli ultimi 10 anni non è stata fatta perché la politica ha seguito il richiamo delle lobby e di tante voci ma non quelle dei cittadini. In questo senso è davvero importante che i cittadini ci mettano la faccia. L’iniziativa della nomina dal basso ha questo significato, anche se vediamo che in questo momento è difficile avere molta partecipazione da parte degli elettori e dei cittadini

Non c’è il rischio che qualcuno salti sul vostro carro?
Questo è un rischio che corriamo appunto perché vogliamo essere un movimento aperto. Non siamo il KGB e non possiamo analizzare ai raggi X il passato, il presente e il futuro delle persone che si presentano da noi. E’ chiaro che chi viene da noi deve condividere le idee di base del movimento: onesta, trasparenza e le linee programmatiche che abbiamo noi per la città di Bolzano. C’è un codice etico da firmare e ci sono alcune regole nel movimento anche per quanto riguarda il proprio guadagno personale. Chi firma è dei nostri e può partecipare a questa competizione elettorale. 

A breve la città affronterà due quesiti referendari su temi cruciali come Benko e l’aeroporto.
Il referendum su Benko alla fine lo faranno se non altro perché hanno bisogno di dargli un minimo di legittimazione democratica. Kompatscher si è già espresso in questo senso ed anche Penta si rende conto che si tratta di una decisione non solo tecnica ma anche politica. Il movimento non si esprimerà mai contro un referendum, questo è chiaro. Ma dobbiamo ovviamente anche constatare che si rimette al voto un progetto che è stato già democraticamente bocciato da un consiglio comunale eletto. A nostro parere questo progetto non doveva più essere discusso. Noi infatti abbiamo sempre contestato la legittimità dell’atto con cui Spagnolli ha rimesso in carreggiata il progetto prima di dimettersi, screditando completamente la politica bolzanina e non solo la sua figura. 
Nel merito comunque ci auguriamo che si riesca a spuntare almeno un qualcosa per i cittadini: in un centro commerciale così non vediamo nessun interesse pubblico come prevederebbe invece l’art. 55quinquies. 

C’è poi il referendum sull’aeroporto.
Qui noi faremo la nostra battaglia non tanto sulla chiusura quanto sullo stop ai finanziamenti pubblici ad uso e consumo di quei pochi eletti tra imprenditori e politici che usano questi voli. Ci sono collegamenti ferroviari, prima o poi ci sarà anche il BBT a renderci ancora più facilmente raggiungibili e quindi è assurdo continuare ad insistere su un aeroporto che non potrà che restare in perenne perdita. 
Alla nostra proposta che siano gli imprenditori a pagarselo ci hanno risposto “non siamo mica la Caritas”. Ecco, a loro rispondiamo che anche i cittadini non sono la Caritas. 

La Convenzione sull’autonomia sabato scorso è partita in modo un po’ tormentato, con una scarsa partecipazione da parte dei cittadini di Bolzano ed invece la presenza in massa di alcuni gruppi organizzati. 
Su tutti i fronti oggi purtroppo è diventato abbastanza difficile stimolare i cittadini a partecipare. C’è un diffuso senso d’inutilità dell’impegno perché si pensa che tanto poi i politici fanno tutt’altro. Sul quello che sarà il risultato finale alla fine del percorso ad imbuto dal forum alla convenzione, e quindi al consiglio provinciale, e poi a quello regionale e alla fine allo stato io son piuttosto scettico. La politica non ha nessun vincolo rispetto a quanto indicheranno i cittadini e sappiamo inoltre che le idee sull’autonomia tra Bolzano e Trento sono molto distanti. Quello che arriverà sul tavolo a Roma dovrà poi fare i conti con l’aria che tira sulle autonomie speciali. Quindi non è legittimo aspettarsi gran che, insomma. 

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Profil für Benutzer Andreas Perugini
Andreas Perugini Fr., 29.01.2016 - 11:47

"C’è un codice etico da firmare e ci sono alcune regole nel movimento anche per quanto riguarda il proprio guadagno personale. Chi firma è dei nostri e può partecipare a questa competizione elettorale."
Peccato che questo cantastorie il codice etico lo ha firmato di fronte ad un'assemblea e subito violato e che non restituisce il malloppo da molto più tempo della senatrice Fucksia recentemente espulsa per questo.

Fr., 29.01.2016 - 11:47 Permalink