Politik | Referendum mancato

NON TUTTO SI PUO' FARE DAPPERTUTTO

Il solito dibattito drogato dagli estremismi Si avvicina la data del Referendum sulle estrazioni entro le 12 miglia nautiche. Qualche chiarimento in merito.
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.

La questione non riguarda direttamente gli abitanti delle regioni alpine ma forse quando vanno in vacanza nell'Alto Adriatico sì! Qui le politiche energetiche di autoproduzione sono un fiore all'occhiello della prosperità locale grazie a uno spirito comunitario raro (almeno giù, in Italia). Ogni piccola valle è praticamente autonoma tutto l'anno sotto il profilo energetico con una cooperativa locale, almeno in Val Venosta.

Nessuno pensa di fermare totalmente l'estrazione di combustibili dal sottosuolo in Italia (a parte i soliti stupidi ideologici). Però questo referendum ha forse il pregio di dare un eventuale piccolo stop alle suicide strategie energetiche italiote in atto. E' in discussione la possibilità di sospendere le concessioni che avranno termine (di solito trentennali) entro le 12 miglia. Quindi, se vincessero i SI non si tratterebbe di una rivoluzione copernicana per le estrazioni a mare e, soprattutto non si verrebbero a mancare i ventilati decine di migliaia di posti di lavoro.

Praticamente nel 2034, se vincessero i SI a quorum raggiunto, si chiuderebbero gli ultimi pozzi entro le 12 miglia nautiche.  44 concessioni su 69 totali nei mari italiani. Sulle concessioni interessate dal quesito solo 5 producono anche greggio, quanto corrisponde al nostro fabbisogno energetico nazionale attuale? Rispettivamente meno del 3% e 1% per la  quota gas e petrolio. Investendo sulle "smart city" e sulle economie di scale nel "pubblico" probabilmente raddoppieremmo quelle percentuali quali "estrazioni virtuali", per compensare.

Purtroppo in Italia ogni discussione pubblica diventa uno scontro ideologico per estremismi. Non posseggo una televisioneda da decenni ma alcuni video che hanno girato sul web lasciano interdetti. Da una parte si sente dire che il petrolio, o gas naturale che sia, in Italia non s'ha più da estrarre. Dall'altra, i sostenitori del NO  vedono il referendum come un'ulteriore prova politca per Renzi e la distruzione dell'industria mineraria.
Si reitera anche questa volta il vergognoso appello all'astensionismo da più parti come nella migliore tradizione italiota. Tanto che il Presidente della Corte Costituzionale Grossi sottolinea, in merito a questo appuntamento referendario, che "la partecipazione fa parte della carta d'identità del cittadino"

Ho vissuto 40 anni sulla costa romagnola vedendo di persona gli effetti della subsidenza artificiale accellerata dai prelievi di acqua (da decenni problema  quasi risolto con l'applicazione della "Legge Ravenna") e di combustibili. Ciò comporta da decenni un esborso di soldi pubblici per ripascimenti costieri, danni da mareggiate, e altre "emergenze" praticamente annuali legate all'abbassamento del suolo. La sola Ravenna è andata giù di trenta centimetri in qualc he decennio (Studio IDROSER), la "punta del molo di destra di Cesenatico -1,5 metri in trentanni.

"Dopo le estrazioni di gas in Polesine degli anni dal 1952 al 1963 il Delta del Po è sprofondato mediamente di 2 metri con punte fino a 4 metri. Il ripristino idrogeologico con l'innalzamento delle arginature e l'abbassamento del pescaggio delle idrovore ci è costato circa 3 miliardi e 200 milioni di euro. Tutt'ora, solo di energia elettrica per sollevare l'acqua e buttarla nei canali si spendono 55 euro a ettaro l'anno per circa 40000 ettari (dati Consorzio di Bonifica Adige Delta Po). Ne va della sopravvivenza di un territorio, delle coste, dell'agricoltura, della pesca e del turismo." (Fonte: Comitato Delta Nostro)
 

 

SUBSIDENZA: COS’E’


"Per subsidenza si intende ogni movimento di abbassamento verticale della superficie terrestre, indipendentemente dalla causa che lo ha prodotto, dallo sviluppo areale e dall’evoluzione temporale del fenomeno, dalla velocità di spostamento del terreno e dalle alterazioni ambientali che ne conseguono.
L’abbassamento del suolo può essere legato a cause naturali, quali i processi tettonici, i movimenti isostatici e le trasformazioni chimico-fisiche (diagenesi) dei sedimenti per effetto del carico litostatico o dell’oscillazione del livello di falda.

Inoltre alcuni aspetti dell’attività antropica possono influenzare in modo considerevole il fenomeno o addirittura determinarne l’innesco.
La subsidenza indotta dall’uomo si esplica generalmente in tempi relativamente brevi (al massimo alcune decine di anni), con effetti che possono compromettere fortemente opere ed attività umane, nel caso in cui non si intervenga preventivamente con azioni di controllo e gestione. Le cause più diffuse sono essenzialmente lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere, l’estrazione di idrocarburi, le bonifiche idrauliche. Il grado di urbanizzazione e industrializzazione di un’area “sensibile” alla subsidenza può quindi sia influenzare tale fenomeno, sia esserne condizionato.

In Italia le aree interessate da processi di subsidenza sono individuabili in corrispondenza sia della Pianura Padano-Veneta (inclusi i margini meridionali dei laghi alpini) sia di molte piane costiere (ad esempio la Pianura Pontina). Ben noti e oggetto di un’attenzione particolare per la loro rilevanza economica e artistica sono i casi di Venezia e Ravenna. Qui hanno interagito negativamente, in passato, processi naturali e attività antropiche. Queste ultime sono ora sotto controllo, ma il fenomeno difficilmente si potrà arrestare del tutto, essendo connesso a processi diagenetici, tettonici e di riequilibrio isostatico."
Fonte da: geograficamente.wordpress.com

"Recenti ricerche hanno, infatti, rilevato significativi abbassamenti del terreno in corrispondenza dei pozzi metaniferi. Uno studio condotto in prossimità del giacimento di gas Angela-Angelina (di fronte Ravenna, ndr) ha evidenziato che la coltivazione di tale attività ha prodotto in oltre 20 anni, sui fondali compresi tra i 4 e i 6 metri, abbassamenti presumibilmente superiori ai 200 cm. In prossimità del suddetto impianto, tra il 1984 e il 1993, si è registrato un abbassamento di 80-90 cm sui fondali compresi tra i 3 e i 6 metri."L’estrazione del gas metano da giacimenti ubicati in prossimità della costa determina abbassamenti significativi del suolo in aree più estese della proiezione in superficie dei perimetri degli stessi giacimenti.  Gli studi effettuati sulla dinamica negli ultimi 100 anni del fenomeno mostrano chiaramente la correlazione fra interventi dell’uomo e cambiamenti nelle tendenze della subsidenza." (ARPA Emilia-Romagna)

La scheda dell'ARPA E-R conclude "...è ormai chiaro che la subsidenza antropica sia determinata dalla de-pressurizzazione delle falde sotterranee e che ciò sia determinato dalla eccessiva estrazione di acqua. Gli interventi operati provano come, cessata la depressurizzazione degli acquiferi, si sia verificata un’inversione del trend della subsidenza. Appare evidente la sincronia tra provvedimenti della chiusura dei pozzi e il ritorno di pressione nelle falde e tra quest’ultimo e il ritorno della velocità di subsidenza ai valori naturali."
Lo stesso fenomeno riguarda l'estrazione di idrocarburi quindi del gas metano. Bloccando le estrazioni più minacciose per la costa si può riportare la subisidenza a livelli ordinari entro qualche decennio, con minore aggravio per i costi delle "emergenze" e di infrastrutture atte a contrastare l'avanzamento del mare (o meglio, l'abbassamento artificiale della terre costiere).

 

Ravenna: andamento della subsidenza  nell'ultimo secolo


 

CROAZIA E FRANCIA BLOCCANO LE ESTRAZIONI

"La Croazia, come già la Francia nel Mediterraneo, intende proclamare "una moratoria al progetto di esplorazione ed estrazione degli idrocarburi", gas e petrolio, nell'Adriatico. Lo ha annunciato oggi il premier incaricato, Tim Oreskovic, nella presentazione del suo programma di governo in parlamento. Il governo uscente del socialdemocratico Zoran Milanovic aveva rinviato al periodo dopo le elezioni il progetto delle trivellazioni in Adriatico per la forte opposizione all'idea da parte di una larga fetta dell'opinione pubblica." (ANSA).

"Il 73% delle piattaforme situate entro le 12 miglia marine dalle coste italiane sono non operative, non eroganti o erogano così poco da non versare neppure un centesimo di royalties alle casse pubbliche". Analizzando i dati presenti sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economico relativi alla produzione delle piattaforme oggetto del referendum del prossimo 17 aprile, Greenpeace ha scoperto che "in tre casi su quattro si tratta di impianti il cui ciclo industriale è chiaramente esaurito perché non producono o lo fanno in quantità insignificanti".“

Direi comunque di andare TUTTI a votare, comunque la si pensi.

Bild
Profil für Benutzer Gianluca Trotta
Gianluca Trotta Mi., 13.04.2016 - 16:05

Ottimo e opportuno articolo. Soprattutto, ricorderei a chi, purtroppo, tenderebbe a credere a tutte le baggianate che l'imbonitore attualmente capo del governo nazionale propina senza sosta, che si tratta di esprimere il proprio parere su un tema importantissiomo. Per cui, che una delle massime figure istituzionale del nostro Paese inviti apertamente all'astensione è un obbrobrio che solo in una situazione da barzelletta quale quella in cui ci troviamo è immaginabile.
E, soprattutto: dire SÌ, come giustamente viene detto nell'articolo, non vuol dire impedire le estrazioni, ma dare all'autorità statale la possibilità della revoca delle concessioni.

Mi., 13.04.2016 - 16:05 Permalink
Bild
Profil für Benutzer 3 Ländereck Raetica I Tre Confini in Italiano
3 Ländereck Ra… Mi., 13.04.2016 - 22:53

Antwort auf von Gianluca Trotta

Grazie di questo commento. In questi giorni, come ho aggiornato nell'articolo sopra anche in altri punti, il Presidente della Consulta ha richiamato al dovere civico di cittadini contro l'astensionismo. Se un referendum ha superato i vari "gradi" di ammissibilità (firme o Regioni proponenti, fino alla decisione della Corte Costituzionale), è imperativo non rinunciare al proprio dovere di cittadini.
Come ho tentato di spiegare, le estrazioni così vicine alla costa (entro le 12 miglia, considerate che un singolo pozzo può determinare subisidenza accellerata entro 40 miglia anche) sono quasi sempre un fattore determinante per la subsidenza. Vale veramente la candela subire danni possibili per il quantitativo di gas metano corrispendente a sei mesi di consumo annuale nazionale (anziché spalmato fino al 2034)?
Ad ogni modo, comunque la si pensi, inviterei nuovamente ad andare a votare, senza estremismi dall'una e dall'altra parte.

Veramente si è sentito e visto di tutto sul web (non posseggo la tv e non leggo giornali italiani). Dalle posizioni "il petrolio è sporco e cattivo, che ce ne facciamo se investiamo nelle rinnovabili", fino a "perderemo il primato estrattivo nel Mediterraneo insieme a decine di migliaia di posti di lavoro". Ma dico, i giornalisti fanno il loro lavoro quando danno fiato a queste campane? E gli utenti sul web ci pensano prima di ripostare? Allora meglio che continuino con quelli sui gattini...

Mi., 13.04.2016 - 22:53 Permalink