Politik | proibizionismo

Una canna per il terremoto

Legalizzare il consumo di cannabis per finanziare la ricostruzione post-sisma? PD e Lega votano contro. E la proposta di legge “cannabis legale” resta ferma alla Camera.
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Foto: https://wendymccormick.com

Domenica, durante l'esame della manovra finanziaria per il 2017 presentata dal governo Renzi, la commissione Bilancio alla Camera ha bocciato un emendamento all'articolo 72 del disegno di legge di stabilità presentato dai deputati di Sinistra Italiana Giovanni Paglia e Daniele Farina (e firmato dal loro collega sudtirolese Florian Kronbichler) che proponeva un monopolio statale della cannabis – equiparata ai prodotti del tabacco – per finanziare la ricostruzione delle aree terremotate di Lazio, Marche e Umbria. L'emendamento (dal titolo “Monopolio della cannabis e dei suoi prodotti derivati, nonché destinazione delle maggiori entrate all’emergenza sismica”) chiedeva che coltivazione, lavorazione e vendita della cannabis fossero soggette ai Monopoli di Stato, stabilendo “il livello delle accise (…) nonché il prezzo di vendita al pubblico del prodotto” e versando le entrate fiscali “fino al limite massimo di 5 miliardi di euro annui” in un apposito fondo volto ad assicurare l’assistenza della popolazione e la ripresa economica “nei territori interessati dagli eventi sismici del 24 agosto e del 26 ottobre 2016”. La proposta di Sinistra Italiana – sostenuta in commissione anche da Movimento 5 Stelle e Possibile – è stata rigettata con il voto contrario della Lega Nord e del Partito Democratico, con l'eccezione di Susanna Cenni di “Sinistra Dem”, unica tra i quattro democratici che siedono nella V commissione di Montecitorio (che oggi proseguirà l’analisi della legge di bilancio) tra i firmatari del ddl “cannabis legale”.

Cannabis (il)legale

L'emendamento non va infatti confuso con la proposta di legge (già illustrata da Salto.bz) sulla legalizzazione del consumo della cannabis presentato nell'autunno 2015 dall’intergruppo parlamentare Cannabis legale” - che riunisce oltre duecento tra senatori e deputati di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Possibile, Scelta Civica e Forza Italia guidati dal sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova. La proposta regola il possesso fino a 15 grammi di marijuana nella propria abitazione (e il trasporto fino a 5 all’esterno), la coltivazione fino a cinque piante di cannabis, la vendita per scopi ricreativi in uno specifico regime di tassazione nonché l'utilizzo per scopi terapeutici, superando la legislazione proibizionista vigente. Ma il ddl è “tecnicamente fermo” dallo scorso luglio, dopo aver iniziato a gennaio il proprio iter parlamentare nelle commissioni alla Camera e al Senato: sul testo pesano oltre 1700 emendamenti presentati dai partiti che sostengono il governo (1300 solo da “Area Popolare”, ovvero del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano) e la discussione in aula non è ancora stata calendarizzata. L’intergruppo parlamentare assieme a Radicali italiani, Possibile e associazione “Luca Coscioni” ha raccolto e depositato nel frattempo oltre 57 mila firme per un'analoga legge di iniziativa popolare sulla legalizzazione delle droghe leggere.

La mossa dei parlamentari di Sinistra Italiana era quindi volta a smuovere le acque stagnanti in Transatlantico. Secondo Daniele Farina “sulla legalizzazione è stata rimandata 'la palla in tribuna', ovvero in Commissione, per evitare la discussione. Ripresenteremo la proposta in aula e lo faremo in modo da svolgere una discussione pubblica sull'opportunità di legalizzare la cannabis sottraendo risorse alle mafie”. Pippo Civati (Possibile) conferma sul suo blog che “in Commissione si parla ormai esplicitamente di una riformulazione del testo per ridurre la sua portata, con una limitazione della norma alla sola cannabis terapeutica (da armonizzare in tutto il territorio nazionale, perché già presente in alcune regioni) e forse con qualche apertura minima sulla depenalizzazione di alcuni comportamenti collegati, ad esempio l'auto-coltivazione. Ciò conferma solo il fatto che la maggioranza di governo non è favorevole alla legalizzazione.” La speranza, però, è che la volontà (pur sacrosanta) di riaccendere l'attenzione sulla cannabis legale non si esprima sulla testa dei terremotati del centro Italia, che attendono ben altri segnali concreti.