Kultur | Realtà virtuale

La realtà virtuale sta arrivando

Ci sono alcuni motivi per cui dovremmo prenderci cura di questo nuovo medium al più presto. Abbiamo provato a spiegarne qualcuno.
Hinweis: Dies ist ein Partner-Artikel und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
realta_virtuale.png
Foto: https://elearningindustry.com

di Flavio Pintarelli

Realtà aumentata, virtuale e mista sono alcune delle tecnologie digitali più chiacchierate di questi ultimi anni. A dar retta alle tendenze sembra proprio che l’interazione tra la realtà fisica e gli ambienti digitali sia la frontiera pronta per essere colonizzata. 

Il 2016 infatti è stato l’anno in cui più o meno tutti i grandi player del settore tecnologico, Apple esclusa, sono entrati nel settore della realtà virtuale. Nel 2017 sono attese applicazioni di realtà virtuale in browser e device più economici. Questo significa che, piaccia o non piaccia, nel giro di pochissimi anni questo medium entrerà stabilmente a far parte delle nostre vite. 

Di realtà virtuale però si parla ormai da moltissimo tempo, ma solo adesso la potenza di calcolo e lo sviluppo tecnologico sembrano aver avverato la visione cyberpunk di un mondo alternativo capace di mimare perfettamente quello fisico.
Tutto questo rende la realtà virtuale un medium molto complesso rispetto ai media tradizionali a cui siamo abituati. Creare ambienti in realtà virtuale significa progettare con precisione il loro design, le interazioni a disposizione dell’utente e i movimenti che può o non può essere in grado di effettuare al loro interno.

Temi che sono stati al centro del panel tenuto qualche settimana fa alla SFScon da Bruno Mandolesi e dedicato agli strumenti open source utili per lavorare a progetti di realtà virtuale. Mandolesi lavora per realer.io, un’azienda di Brunico che sviluppa applicazioni per la realtà virtuale. 

Gli usi più ovvi di questa tecnologia hanno a che fare coi videogiochi, ma l’intrattenimento non è l’unico scopo per cui si usa e si userà la realtà virtuale. Sono già documentati infatti utilizzi di questa tecnologia nel racconto giornalistico, nelle applicazioni social e in campo medico

“Un mondo di possibilità tutto da sfruttare” dice Mandolesi “senza però dimenticarci degli aspetti critici. Per me che ho potuto vivere un periodo non digitale, è chiara l’importanza di un mondo analogico fatto da un certo tipo di tempi e interazioni in presenza. Ma nel prossimo futuro la qualità della simulazione offerta dalla realtà virtuale aumenterà notevolmente e per alcune persone potrebbe essere difficile capire l’importanza della realtà, con le sue difficoltà e frustrazioni”.

Per renderci conto di quanto siano vere queste preoccupazioni basterebbe leggere alcuni dei commenti apparsi in calce a un post con cui la scrittrice Jordan Belamire racconta di essere stata molestata durante una sessione a un gioco in realtà virtuale. Pensare che i nostri comportamenti all’interno degli ambienti virtuali non abbiano conseguenze sulla realtà, in quanto quelle esperienze sono virtuali, è un modo di sottovalutare il potenziale di queste applicazioni in termini di esperienza.

“Per questo motivo” continua Mandolesi “gli aspetti politici e giuridici sono essenziali per lo sviluppo della realtà virtuale. Governare il cambiamento dovrebbe essere una priorità, anche se ho l’impressione che, come al solito, ci siano grossi ritardi nel recepire queste nuove tendenze. Dobbiamo renderci conto che il momento del dialogo per definire le policy per questo nuovo genere di tecnologie è adesso. È adesso che dobbiamo prenderci cura di questo nuovo medium, per far si che diventi una risorsa e non un enorme problema”.

Per fortuna, di fronte alla lentezza delle istituzioni, sembra che siano gli stessi sviluppatori della realtà virtuale  ad aver sviluppato una coscienza della necessità di dover affrontare i problemi che la loro tecnologia propone al mondo.

Bild
Profil für Benutzer Karl Trojer
Karl Trojer Mi., 14.12.2016 - 17:14

" È adesso che dobbiamo prenderci cura di questo nuovo medium, per far si che diventi una risorsa e non un enorme problema”.
Wie wahr !!!
Information, wie es das virtuelle internet-Netz nun einmal ist, ist nicht die ganze Wirklichkeit. Diese Information bleibt eine solche auch wenn man mit Anderen "dialogiert", sie ist nicht Kommunikation im echten Sinne des Miteinander-Seins (comunio.actio). Ausserdem fehlt dieser Art von "Wirklichkeit" der gesamte Seins-Anteil "Energie". Imgrunde bleiben die surfer allein. Es macht z.B. einen großen Unterschied , ob man an einer Video-Konferenz teilnimmt, oder ob man sich in einem Kreis von konkreten Menschen einbringt und austauscht; auch sind die Ergebnisse dieser beiden "Konferenzen" sehr unterschiedlich.
Wenn ich sehe wie meine Enkel völlig auf ihr IPhone oder tablet fixiert, die Umwelt nicht mehr wahr nehmen, das Zuhören verlernen, dann läuten bei mir die Alarmglocken. Wie sollen junge Menschen sich im Chaos der "unendlichen" Informationsfülle, die sich immer auf gleichem Niveau präsentiert, zurechtfinden ?
Ich denke, dass es nicht nur notwendig ist eine menschengerechte, dem Gemeinwohl dienende Ethik des Internet zu kreieren, sondern auch insbesondere jungen Menschen die Faszination der konkreten Wirklichkeit und Themen wie Empathie, Solidarität, Gerechtigkeit, Freiheit von Manipulierbarkeit ecc. zu vermitteln.
Auf der Strecke bleibt die LIEBE, von der ich glaube, dass sie letztlich Sinn des Seienden ist.

Mi., 14.12.2016 - 17:14 Permalink